Uranio e dintorni: Intervista al Maresciallo Marco Diana
“La paura è diretta alla conservazione fisica, il coraggio alla conservazione morale.”
Carl Von Clausewitz – Generale Prussiano, 1780 – 1831.
A cura di Bomboi Adriano.
- Caro Diana, dopo la morte degli alpini in Afghanistan, il Ministro della Difesa si è recato in Parlamento a riferire sulla situazione del conflitto, e cosa ha trovato? Un Parlamento semi-deserto.
Assenti anche vari esponenti del Popolo Sardo. Negli USA la stampa avrebbe accusato di tradimento ed anti-patriottismo tutta la classe politica, colpevole di aver abbandonato i soldati al loro destino.
Lei che cosa ne pensa?
Carissimo, è normale che i politici in Italia si comportino cosi, mica sono i loro figli ad essere morti o che si trovano in svariate missioni in tutto il mondo a rappresentare l’Italia?! Loro sanno solo votare e mandare i soldati a morire, tanto poi le missioni le pagano i cittadini italiani, quindi sai che cosa gliene frega dei soldati…
Tutti quelli che erano assenti andrebbero presi, portati a piazza Venezia e decapitati, quindi le loro teste andrebbero immortalate nel bronzo, ed esposte sulle scalinate dell’altare della patria.
Poi ogni mattina bisognerebbe prendere tutti i politici, e prima di portarli alle loro sedi, fargli fare un giro di piazza Venezia in modo tale che ricordino che se non dedicheranno seriamente il loro tempo al “popolo italiano”, faranno la stessa fine, da traditori della bandiera.
- Ottimo senso dello Stato. Ma se non sono riusciti da soli a riconoscersi in essa per 150 anni, meglio servire quella dei 4 Mori. Esattamente lei è affetto da “carcinoma neuro-endocrino dell’ileo, di tipo metastatico multiplo epatico”. Quando e come ha capito che la sua salute versava in grave pericolo?
L’ho capito il 14 agosto del 1998, avendo avuto una crisi, e che mi ha portato ad una vita di crudeli torture per le quali è preferibile morire subito.
- Per quanto possibile, può riassumerci i principali fattori di rischio che possono causare serie patologie ai nostri militari?
Cercherò di riassumere in breve:
L’insieme di tutti i fattori sono inquadrati in una serie di leggi ben definite (e non applicate) che vengono chiamate “SOSTANZE MUTAGENE E CANCEROGENE”.
Nella fattispecie sono: i vaccini; la radioattività; i benzeni; le esalazioni varie; le onde radio con i campi elettromagnetici; l’uranio impoverito, ecc…
In più ci sono anche i fattori di altissimo stress che non vengono mai considerati, ma che portano l’organismo ad una diminuzione, anche drastica, delle difese immunitarie. E poi un’altro importantissimo aspetto, come il fattore genetico di ogni singolo individuo.
Ecco un riassunto di massima delle cause certe e non presunte.
- A Radio Radicale nel 2009 ha dichiarato che, emissari del Governo (ma non solo), nel salotto di casa sua, le proposero un accordo “politico” per risolvere la sua situazione, che evidentemente iniziava a destare clamore pubblico. Di cosa parlaste?
Sì è vero, nel 2002 a casa mia vennero i rappresentanti delle istituzioni (del Presidente della Repubblica, del Ministro della Difesa, del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Capo di Stato Maggiore).
Furono raggiunti i seguenti accordi:
1) Rimborsare la mia famiglia di tutte le spese avute in anni di assenza dello Stato. Come estinguere i debiti nelle banche e quelli contratti con gli strozzini per curarmi; e restituire i soldi alla gente di buon cuore che mi ha aiutato donandomi cifre enormi di denaro; ecc.
2) Il secondo accordo consisteva nell’ottenere l’assistenza sanitaria e assistenziale totale a carico dello Stato, cosi come prevede la legge, con una clausola di garanzia che impegnava lo stesso a spesare il tutto sino a quando non sarei morto;
3) Riavere la pensione che mi spettava in base alla legge ed ai contributi versati;
4) Avere un riconoscimento morale per essermi sacrificato in nome e per conto del “popolo italiano”.
Questi erano gli accordi e furono ufficializzati senza che lo Stato, politicamente, ne avesse da soffrire, nelle seguenti modalità:
A) Il rimborso doveva essere chiamato DANNO BIOLOGICO* in modo che la Pubblica Opinione sapesse che lo Stato mi aveva pagato i danni che mi aveva causato. Ma in realtà non ho mai ricevuto un “danno biologico” perché, come ripeto spesso, era la *definizione utilizzata per giustificare amministrativamente il rimborso delle spese e dei debiti avuti sino ad allora;
B) Il secondo punto venne chiamato “riconoscimento vittima del dovere, speciale elargizione”, in qualità di una-tantum che conferisce il Presidente della Repubblica, la cui cifra avrei dovuto utilizzarla ogni anno per anticipare le spese ordinarie di assistenza, quali cure, medicine, integratori, viaggi, terapie ecc…
E poi il Ministero della Difesa avrebbe dovuto, ogni fine anno, rimborsarmi tutte le spese sostenute a mio carico, a fronte della presentazione di tutte le ricevute o pezze dimostrative di quanto avevo speso;
C) E per ultimo, il riconoscimento morale. Che doveva consistere nel consegnarmi la medaglia d’oro al valor militare, o altrimenti la croce dell’Ordine d’Italia, con la nomina di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica.
D) Il tutto doveva partire dopo una sentenza che si doveva ottenere dalla Corte dei Conti, e così feci, vincendo il processo, senza limiti, contro lo Stato.
Ma a tutt’oggi questi accordi non sono stati ancora onorati e quindi mi trovo in una condizione di miseria ed a vivere grazie agli aiuti che mi arrivano dalla gente di buon cuore.
- In gioventù, ad Andreotti i medici diedero pochi mesi di vita. Sono morti prima loro.
Nel suo caso, ha mai pensato che “qualcuno” abbia sperato in una sua prematura scomparsa prima di risolvere il suo problema ma anche quello di tanti suoi colleghi ammalati per cause di servizio?
Sì è vero, non sono il solo ad aver pensato che qualcuno volesse la mia prematura scomparsa, ma ne ho avuto la certezza perche l’ho sentito io stesso con le mie orecchie.
Vede, io posso dimostrare tutto quello che dico, e lo Stato lo sà.
Posso portare le Commissioni a vedere con i loro occhi i vari problemi che ci sono ancora oggi e che non sono mai stati risolti. Quindi, se io muoio, chi altri può fornire certe prove? Chi altro continua una lotta di diritto e di giustizia, umana, per tutti quelli nella mia situazione?
Sino ad oggi chì, tra i malati, è uscito allo scoperto per denunciare tutto questo? Lascio a voi la riflessione sulle risposte.
- Diciamoci la verità: a molti italiani, ma anche a molti Sardi, la vecchia ideologia post-resistenziale italiana da guerra fredda li ha indotti a giudicare i militari nella sua situazione con frasi del tipo: “Se la sono cercata”; “siete dei mercenari”; “vigliacchi assassini, vi sta bene”.
Ritiene maturo un Popolo nel momento in cui questo, a partire dai politici, tratta con malcelata diffidenza l’onorevole servizio della sicurezza ai cittadini?
Nò, non posso ritenere un popolo maturo quando parla cosi dei suoi figli che vengono mandati ovunque, in qualunque servizio, a rappresentare l’Italia, ed a portare economia, benessere, soldi, ed anche potere, al nostro intero Paese.
La gente dovrebbe sapere che il soldato non può dire di nò, come si fa nel mondo civile. Se dici di nò vieni processato, e quindi purtroppo devi stare zitto ed obbedire. Questo è l’articolo 25 del regolamento di disciplina militare, ma questo si fa finta di non saperlo. E poi i soldati non scelgono di andare in missione, ma vengono comandati, vengono mandati come dei pacchi postali in vece del Popolo, tramite il Parlamento eletto, a fare ovunque quello che c’è da fare.
Ricordo che al soldato non spetta il compito di stabilire se è giusto o nò fare un qualcosa, può solo obbedire. E’ il Parlamento che ha la responsabilità di decidere per i soldati. Sono i Deputati e i Senatori che decidono, come prevede la Costituzione. E’ la logica dell’architettura democratica.
Quindi i soldati non sono vigliacchi, non sono assassini, ma sono figli di mamma come tutti gli altri, che vengono usati dove, quando e come servono. Ricordiamoci che i soldati sono i nostri fratelli, amici, fidanzati, mariti e figli. Non sono numeri.
- Purtroppo viviamo in uno Stato dove si premiano i cani-poliziotto ma i militari ammalati vengono trattati come appestati, non c’è da stupirsi quindi che lei in passato si sia rivolto agli strozzini per far fronte alle innumerevoli spese necessarie alla sua condizione di invalidità.
Attualmente lo Stato è riuscito ad onorare gli impegni materiali (prima che morali) nei suoi confronti?
Nò, lo Stato non ha ancora onorato quasi nessun impegno preso, né materiali e ancor meno morali. Sicuramente conferire la medaglia d’oro ai cani poliziotto è più importante!!
- In coscienza, e stando alle sue informazioni, si sente di affermare che le Forze Armate italiane nel 2010 abbiano mutato atteggiamento nella prevenzione di quei fattori di rischio in cui sono incorsi anche parecchi militari Sardi?
In coscienza e non solo, ma sentendo e parlando con i miei colleghi, posso affermare con certezza matematica che ancora oggi le nostre Forze Armate operano praticamente senza protezioni. Ma non solo in missione, anche in patria.
Le normative ci sono ma i soldi nò, almeno così dicono, e quindi si deve andare avanti lo stesso come si può. Queste sono le condizioni gravissime in cui versano i nostri uomini in armi.
Naturalmente, non date credito al politico di turno che vi dice il contrario, è logico che egli dica l’opposto. Deve pararsi il culo, altrimenti chi lo voterebbe?
Però i dati parlano da soli, dal 1970 al 2000 ci sono stati circa 10.000 morti in servizio.
Chiediamoci il perché! E la maggior parte sono caduti in patria, senza aver mai fatto una sola missione.
Come mai secondo voi? Io vi ho già risposto sul perché.
Vi saluto con il mio motto: “A ME LE GUARDIE!”
Con affetto, Maresciallo Marco DIANA – Granatieri di Sardegna.
- Grazie.
Per donazioni, bonifico bancario di Marco Diana: IBAN IT 71 H 01005 43910 000000014811 – Codice Fiscale: DNI MRC 69E07 L968M.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi
FORZA PARIS !
M.llo G. Zanatta
S’Istadu italianu mi-c-at furadu in annu de vida, un annu de vida in divisa e non l’appo isseperadu de mente mea.
Una de sas primas cosas chi nos ana inpostu, appena arribados, est appuntu comente narat Diana, a ubbidire a sos ordines inpartidos e boh! Sa personalidade, sa ratzionalidade s’individualidade beniant canzelladas, solu ubbidire depio e depiamus.
Una die su sutta-tenenteddu, nos at fattu marciare in diretzione de una muralla, arribados a inie, bistu chi no nos daiat ordine de zirare a manca o a dereta, nos semus firmados de marciare, mai l’esseremus fattu! bi l’at cumintzada a corrochinos minetzande punitziones po tottu su plotone, chi aiamus ammutinadu, chi ipettaiada a issu a dare sos ordines e nois in mancantzia de cussos depiamus pissichire a marciare puru inpossibilidados de avantzare.
B’aia 18 annos, tando, e mi son bastadas pacas dies po cunprendere chi s’andatzu de sa vida militare non fit cosa po mene.
Custa isperientzia mi at fattu cunprendere vene ite est sa zerarchia, e chi chie bestidi una divisa, dae su mamentu chi at postu sa firma, la atzettat e a issa depet ubbidire a sa tzeca, cussentes de sos onores e oneres chi custu cunportat.
Oje e eris sa carriera militare est senpere po isseperu.
Comuncue sa solidarieade dae parte mea non mancat si no ateru po su corazzu de sa lotta e po sas sufferentzias chi s’Istadu italianu est fachende patire a Diana.
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Abrogare il divieto dell’esercizio di sciopero è necessario
Il conflitto sindacale e stato sempre il punto focale del complesso sistema di norme che presiedono ai rapporti di lavoro nella società. Che in quanto tale, ha sempre registrato con immediatezza l’ evoluzione dell’atteggiamento statale nei confronti delle orgasnizzazioni sindacali e del movimento operaio in generale. Può essere opportuno, quindi, una breve analisi retrospettiva della vicenda italiana,per delinearne i mutamenti essenziali e per comprendere meglio, in quale misura, gli atteggiamenti del passato facciano risentire i loro riflessi e addirittura siano ancora oggi presenti soprattutto nelle alte sfere ministeriali. Con l’unità del Paese venne estesa in tutto il territorio nazionale la legislazione vigente nel regno sardo ogni “Accordo a scioperare (senza ragionevole causa)”. Il Codice Penale del 1889,cosiddetto Codice Zanardelli, nell’intento di proclamare la neutralità dello Stato di fronte alle parti in contrasto, abbandonò ogni forma
di sanzione penale purchè lo sciopero, non venisse attuato con violenza o minacce. L’avvento della Repubblica, nata dalla Resistenza sollecito l’adozione di una nuova disciplina più consona ai nuovi orientamenti democratici e pluralistici presenti nel paese. Il Codice Penale del 1931, cosidetto Codice Rocco, con cui venne sanzionata penalmente ogni attività sindacale. Attraverso una lunga elaborazione si pervenne alla formulazione dell’attuale Art. 40 della Costituzione in cui si sancisce che “il diritto di sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”. Appare evidente quanto la norma sia frutto di meditazione con lo scopo di rinviare nel tempo la organica definizione della materia.Lo sciopero è considerato uno tra gli strumenti più efficaci e in quanto tale non solo deve essere represso, ma finchè esercitato legittimamente, deve essere tutelato, comprese le Forze Armate e di Polizia.
[...] Articolo correlato: Intervista al maresciallo Marco Diana. [...]
Ieri sera dopo aver visto “salvate il soldaro rayan” non ho potuto far a meno di ricordare l’8/92 quando io ero un Granatiere e il Sergente Diana era il mio istruttore,con lui ho vissuto i “Vespri Siciliani”nel 92 e la missione in Somalia nel93.
Conoscendolo ho provato ad inserire il suo nome e!!!!
nei 2 anni passati nell’Esercito a distanza di 20 anni l’unica persona che ricordo x la sua professionalità e attaccata a tutte le istituzioni è lui,nonostante mi abbia fatto dare 5 giorni di rigore x il suo bisogno di rispettere e far rispettare la LEGGE.
Ora è abbandonato al suo destino e dalle Istituzioni.
Vorrei avere sue notizie e se possibile riuscire a contattarlo!
Con rammarico,ricordo la sua attitudine alle regole e una vita dedicata all’Esercito Italiano.
Con tanto affetto
Mauro.
Buongiorno,
salvo impedimenti di salute, Marco è reperibile anche su Facebook: facebook.com/marco.diana.142
[...] essere accertata. Consideriamo inoltre che ai numerosi militari italiani, inclusi parecchi Sardi, ammalati per cause di servizio (pensiamo all’inquinamento da uranio impoverito) ed innocenti sotto ogni profilo penale, non [...]
[...] la testimonianza del militare Sardo Marco Diana, che avevamo già sentito in merito alla sua malattia per cause di servizio, e che vi preghiamo di [...]
[...] utili http://www.sanatzione.eu/2010/11/uranio-e-dintorni-intervista-al-maresciallo-marco-diana/ http://www.sanatzione.eu/2013/04/marco-diana-le-asl-di-carbonia-e-iglesias-mi-rifiutano-lassistenza/ [...]
[...] http://www.sanatzione.eu/2010/11/uranio-e-dintorni-intervista-al-maresciallo-marco-diana/ [...]
[...] militare Sardo ammalato per cause di servizio è stanco di lottare contro negligenza e burocrazia e dichiara a Sa Natzione: “Mi son venduto [...]
[...] http://www.sanatzione.eu/2010/11/uranio-e-dintorni-intervista-al-maresciallo-marco-diana/ [...]
[...] http://www.sanatzione.eu/2010/11/uranio-e-dintorni-intervista-al-maresciallo-marco-diana/ [...]
[...] suo viaggio terreno il Maresciallo dell’esercito Marco Diana, residente a Villamassargia. Il militare Sardo si era ammalato di tumore, provocato dalle esposizioni all’uranio impoverito mentre si trovava in missione [...]