I nomi e i fatti dei Parlamentari che hanno votato contro la Lingua Sarda

Il Popolo Sardo è la più vasta minoranza linguistica della Repubblica, ciò nonostante, i Parlamentari Sardi sono quelli che meno si impegnano a tutela della propria lingua territoriale. Un ritardo culturale e sul versante dei diritti umani che non ha precedenti nella storia contemporanea – non solo d’Italia – ma anche delle minoranze linguistiche d’Europa. I nostri Parlamentari sono dunque vittime e carnefici di quel sistema (mediatico, politico e formativo centralista, relativamente alla Pubblica Istruzione) che per anni li ha indotti a sottovalutare la dimensione identitaria della propria isola, nonché quella politica. Non a caso, spesso e volentieri, i Parlamentari di una minoranza linguistica come quella tedesca e ladina del Trentino-Alto Adige contano più di quelli della popolosa Sardegna.

Vi riportiamo la segnalazione di Mario Carboni, portavoce Comitadu pro sa Limba Sarda: Documento in PDF (Clicca)

Redazione SANATZIONE.EU

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    4 Commenti

    • Perchè scrivi sempre più spesso lingua territoriale?
      E pur vero che la lingua sarda corrisponde al Territorio, ma non a tutto. Il resto è relativo alle lingue alloglotte. Il sardo è la lingua nazionale. Cioè la lingua della nostra nazionalità. Che per questo ha il diritto all’autodeterminazione nazionale, cioè allo stato nazionale sino all’indipendenza ed anche alla separazione, come alla federazione se non è obbligata. E’ la lingua prevalente e originaria almeno come neolatina ma anche le altre sono nazionali nel senso che i parlanti pur parlando lingue cosidette alloglotte fanno parte della nostra natzionalità.
      Se si fa riferimento alla Convenzione quadro sulle nazionalità del Consiglio d’Europa, la sarda è una natzione ed è tutelata come tale. Se si fa riferimento alla carta europea delle lingue la sarda è una lingua regionale, diversa dall’essere una lingua di una minoranza linguistica e di un livello superiore ed autonomo. Se però facciamo riferimento a noi , la lingua sarda è la lingua della natzione sarda. Certo poi ognuno la pensa come crede..ma si apre una questione politica interna..che non è terminologica.

    • Hai risposto alla domanda che ponevi proprio nella tua osservazione: è lingua territoriale in quanto lingua principe del territorio Sardo, in cui vi sono anche le alloglotte. Vale a dire la lingua principale del territorio/nazione Sarda. A prescindere dalla predominanza linguistica italiana.

      La conseguenza dell’attribuzione al Sardo di lingua egemone al nostro territorio, in relazione al resto della Repubblica, è che la riconosciamo come pilastro politico (e non solo giuridico) della specialità. Di conseguenza come attributo nazionale. Dire “Lingua nazionale Sarda” o “Lingua territoriale” (al posto di “lingue territoriali”, che pure ci sono) significa attribuire la stessa centralità POLITICA al nostro idioma.

      Non è un caso che nella maggior parte degli articoli, soprattutto degli ultimi mesi, abbiamo citato spesso per i lettori il caso altoatesino: proprio perché in quel nazionalismo la lingua è il motore trainante della specialità. Anche in questo contesto la lingua è – con ogni probabilità – lo strumento più marcato di cui disponiamo in questo territorio per l’attribuzione del concetto di nazione.

      Non so cosa intendano altrove per “lingua territoriale”, ma questo è un portale nazionalista. E quando si parla di lingua territoriale è chiaro che non si sta parlando della “nazione” tabarchina o catalana (che pure meritano tutela) ma di quella Sarda.

    • [...] da accordi internazionali (come la Sarda e la Friulana). Una circostanza che ha scatenato alcune polemiche politiche. Il secondo, anch’esso del 2012, si è verificato nel momento in cui un ufficio [...]

    • Adriano,
      Ne ho già ragionato sul topic della Costituzione Svizzera: le lingue di tutti i comuni sardi vanno tutelate e ogni comune dovrà utilizzare la propria Limba a livello scolastico, amministrativo e in tutti i settori. Ogni distretto, diviso per lingua e cultura (ad esempio, la mia Gallura), avrà come lingua ufficiale la lingua della capitale del distretto. Ciò non toglie che anche le altre lingue ufficiali verranno insegnate in tutte le scuole sarde con integrazione, comunque, delle varianti degli altri comuni. Questo perché, a differenza dei tempi della Carta De Logu, non abbiamo una lingua uguale in tutta l’Isola. Inoltre, se si elimina del tutto l’italiano, possiamo usare le ore dirottate in italiano per l’insegnamento del sardo.
      In più, vorrei fare un qualcosa come intercultura: scambiare studenti sardi per l’Isola, in modo da formare tutti i Tzitadinos Sardos nella conoscenza approfondita della lingua, della storia e della cultura di tutta l’Isola, senza bisogno di comunicare in italiano per capirci. Italiano che, a quel punto, diverrà perfettamente inutile. Piuttosto, per comunicare con gli stranieri, meglio l’inglese e lo spagnolo perché sono le lingue più diffuse. E soprattutto lo spagnolo dovremmo conoscere bene, visto che ha dato tanto alla Limba.
      Ma una lingua centrale danneggia le altre.

      Ah e, per ultimo, farei imparare anche il Corso. Perché una Sardegna ed una Corsica indipendenti dovrebbero collaborare economicamente perché economicamente simili. Per la nostra vicinanza con loro, è una follia che non ci sia continuità territoriale e che siamo separati da italia e Francia. Non dico un unico Stato Sardo-Corso: dico due Stati indipendenti federali che cooperino tra loro nell’interesse di entrambi i Popoli. I Corsi sono i nostri veri unici Fratelli.

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