Comunicato: La bufala del sostegno della Merkel alla zona franca Sarda
Correva la primavera del 2012, ed il gruppo U.R.N. Sardinnya, coordinato dal sottoscritto, in collaborazione con la Fondazione “Sardegna Zona Franca”, presieduta da Mario Carboni, che da oltre trent’anni è il più strenuo sostenitore della misura della zona franca come strumento politico-economico per il miglioramento dell’economia isolana, pubblicavano sul portale web Sa Natzione una nota relativa al programma di Angela Merkel per il rilancio dell’Eurozona.
Tale programma venne pubblicato dal settimanale Der Spiegel in occasione del previsto incontro fra la Merkel e l’allora neo-eletto Capo di Stato francese Hollande, esso si articolava in sei brevi punti, e fra questi si menzionava l’opportunità di realizzare nuove zone economiche speciali, a supporto di tutte quelle aree disagiate dell’UE ed attraversate da situazioni di crisi strutturale. La Merkel non parlò affatto della Sardegna, una Regione di cui probabilmente non conosceva e non conosce i contenuti dello Statuto Autonomo (in particolare dell’art. 12, relativo ai punti franchi e non ad una presunta zona franca integrale).
Malgrado l’enfasi di alcuni lettori poco attenti, dal testo dell’intervento di Mario Carboni (ancora oggi visitato da migliaia di utenti) si evinceva chiaramente quanto non fosse stata la Merkel a sollecitare la realizzazione di una zona franca per la Sardegna ma U.R.N. Sardinnya e la Fondazione “Sardegna Zona Franca”, le quali chiedevano unicamente la necessità di riprendere e rilanciare un tema sardista presente negli intenti dell’autonomismo Sardo da almeno un secolo, e comunque valido, sebbene da aggiornare, in considerazione del mutato quadro normativo che vede la Regione Autonoma della Sardegna e la Repubblica Italiana inserite a pieno titolo nel quadro sovra-istituzionale dell’Unione Europea. Ciononostante, movimenti ed associazioni varie sparse per la Sardegna, più o meno inconsapevolmente, hanno alimentato anche a mezzo stampa la diceria di una Merkel interessata alle sorti della zona franca Sarda, e contribuendo anche così alla confusionaria fortuna di un tema ormai ampiamente diffusosi negli ultimi mesi presso vari schieramenti politici.
Non esistono “zone franche fai da te” e sedicenti paradisi fiscali conseguibili attraverso una semplice delibera, la Giunta regionale e l’associazionismo Sardo ne tengano conto, perché l’unico sostegno che possiamo trovare negli auspici della Germania riguardano la consapevolezza che le zone economiche speciali, presenti nel mondo in varie forme, sono misure di sovranità politico-economica ancora attuali ma che richiedono i necessari passi politici, giuridici ed istituzionali per poter essere conquistate. Diversamente, l’unica conquista che riusciremo ad ottenere sarà solo quella di aver inutilmente illuso dei concittadini in crisi e che meritano tutta la nostra serietà ed attenzione.
Grazie.
Adriano Bomboi, Gruppo U.R.N. Sardinnya,
15-03-13.
Quanto prima usciamo dall’Italia meglio è. Guardate tutto il casino che sta succedendo in Parlamento e vi renderete conto che siamo in una nazione ingovernabile. Dobbiamo formare urgentemente un comitato Costituente per dare Una CARTA alla NAZIONE SARDEGNA e iniziare un cammino nuovo senza compromessi con nessuno. viva la sardegna libera.
Veramente la Zona Franca è un nostro diritto dal ’48 se non da prima…
Guardatevi ZONA FRANCA INTEGRALE Arborea 15-03-2013
Bellissimo, sopratutto l’intervento della Dott.ssa Randaccio dal minuto 24…
http://www.sardegnanotizie.org/2013/03/zona-franca-integrale-arborea-15-03-2013.html