Gaffe di Sedda e Maninchedda, paragonano proprio progetto a crescita di ERC

Afferma Franciscu Sedda dal suo profilo Twitter: “Anni fa Esquerra Republicana de Catalunya investì i suoi pochi voti portando indipendentismo al governo. Oggi sondaggio El Pais la da al 33%.”.

E Maninchedda: “o Sel, come noi auspichiamo, o parti rilevanti del Pd, come sembrava che potesse succedere non molto tempo fa, decidono con noi di fare in Sardegna ciò che in Catalogna è stato fatto con Esquerra Republicana, o tutta la politica sarda si infiacchisce”.

La tesi di Sedda e Maninchedda è semplice: allearsi porta ad accrescere il proprio consenso politico.  Sfortunatamente per il Partito dei Sardi c’è una “piccola” differenza fra Sardegna e Catalogna, perché in quest’ultima la maggioranza è storicamente nelle mani del CiU, il maggior partito nazionalista Catalano, cioè l’equivalente moderato del nostro PSD’AZ.
ERC, la sinistra indipendentista catalana, si è alleata – non con i cugini del PSOE spagnolo – ma con un partito sovranista. In Sardegna invece il PDS governa con il PD, il partito centralista del centrosinistra italiano. C’è una bella differenza di metodo e di contenuti ideologici-programmatici.
Ma l’impostazione di Sedda e Maninchedda fa acqua anche da altre parti. Se fosse vero l’assunto che allearsi con grandi partiti equivale automaticamente ad accrescere i propri consensi, allora non si comprende per quale motivo il Partito Sardo d’Azione nel corso della sua storia non abbia mai raggiunto numeri significativi, salvo la parentesi governativa degli anni ottanta. PSD’AZ in cui ha militato Paolo Maninchedda, e che in passato è stato criticato da Franciscu Sedda. Ma come sappiamo tutti, i modesti risultati del sardismo non sono imputabili esclusivamente alla natura delle alleanze ma anche alla qualità amministrativa e riformista messa in campo dai propri eletti, che spesso non è stata brillante. Inoltre Sedda e Maninchedda dal sardismo hanno ereditato persino la tendenza a spacciare propagandisticamente l’ordinaria amministrazione come riformismo (vedere finanziamento statale alla rete stradale).

La linea Sedda-Maninchedda, concettualmente maldestra, ha trovato sostegno anche da parte di IRS e RossoMori, e mira a sviluppare convergenze politiche con l’area SEL. Insomma, lecito che i sovranisti puntino ad estendere il campo del proprio contenitore politico nel tentativo di ritagliarsi una formula progressista, discutibile che ciò venga fatto attraverso una grossolana opera di semplificazione politica che nei fatti non intacca il vero problema del nazionalismo Sardo: la scarsa collaborazione fra le sue varie componenti ed i personalismi che la ostacolano (e che la parziale e ritrovata collaborazione fra Sedda e Sale nell’ambito del centrosinistra ha dimostrato essere strumentale al passato protagonismo di pochi). Il quadro generale presenta tinte fosche anche oltre il PDS. Il silenzio di Sardegna Possibile alla vigilia delle elezioni amministrative non aiuta a trarre buoni auspici per il futuro. Il progetto è stato penalizzato dal risultato elettorale, e a meno che i ricorsi contro l’attuale composizione del nostro “laborioso” Consiglio Regionale non assegnino qualcosa a Michela Murgia, si rischia di non riuscire a sviluppare un minimo ricompattamento dei vecchi sostenitori per rilanciare il progetto.

E poi torna a galla il tema della competenza e della trasparenza: la notizia non è nuova, ma è vero che il semiologo Franciscu Sedda è stipendiato coi soldi dei contribuenti in qualità di consulente presso l’assessorato ai Lavori Pubblici? Cooptato da Paolo Maninchedda, entrambi non eletti. Insomma, per quanta stima si possa avere dei due esponenti sovranisti e della loro generale causa sovranista, non si può ignorare che i fatti devono seguire i buoni propositi, e questo è ben lontano dal verificarsi.

Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    5 Commenti

    • Ogni Assessore sceglie un proprio staff, all’interno del quale rientrano almeno un capo di gabinetto e un consulente. Che senso “politico” ci sarebbe nel «non nominare» Sedda (il leader) nella qualità di “consulente” dell’Assessorato? Se il Partito dei Sardi si deve strutturare ha bisogno di gente che faccia politica anche in seno all’Amministrazione regionale e che sia pagata per questo (e di conseguenza «libera» di andare in aspettativa dal lavoro). La politica si fa anche e sopratutto con i soldi: pochi, maledetti, ma buoni. Diventare classe dirigente implica anche questo, altrimenti si rimane soci di un’associazione e non di un partito o di un gruppo che ambisce a dirigere. Concordo invece sulla questione dei controversi e delicati tornanti ideologici dell’attuale stagione sardo-nazionalitaria-sovranista. Qual è la figura e la personalità politica che può dare unità e sistematicità a un universo abbastanza caotico? Tu chi suggeriresti?

    • Io do un altra lettura della faccenda: penso che non si possa fare classe dirigente a spese dei contribuenti Sardi. La legge 32/88 che disciplina le assunzioni andrebbe modificata per ridurre il margine di discrezionalità politica delle consulenze. E’ lecito a mio avviso che ricopra determinati ruoli solo chi è stato eletto e/o chi è in possesso del titolo in un determinato ambito amministrativo. L’indipendentismo su questo tema dovrebbe dare l’esempio e disinnescherebbe anche i malsani costumi dei professionisti della politica, non mi pare però che oggi ci sia un orientamento al riguardo. Non si può giustificare ciò che in altri Paesi invece ha una chiara disciplina votata alla trasparenza.

    • Io non parlerei di “senso politico” ma di banale opportunismo e familismo, e’ il male molto italiano del tengo famiglia, per cui qualsiasi mezzo per saltare sui carri vincenti e raggiungere una poltrona pagata dal contribuente e’ lecito. E in tutto questo alcuni piccoli personaggi dell’indipendentismo di facciata e dalla faccia di bronzo come il sig. sedda e consorte (anche lei pagata per anni come consulente regionale da altre amministrazioni e candidata pure lei nei vari partitini del marito) sono sempre stati bravissimi.
      Se questo e’ il cambiamento c’è quasi da preferirgli la DC.

    • [...] Pubblica Amministrazione e dalla politica. Mi sono arrivati diversi messaggi sul caso del semiologo Sedda (PDS) e la sua consulenza presso l’Assessorato regionale ai Lavori Pubblici, molti favorevoli [...]

    • Il Maninchedda segue alla lettera l’esperienza già abbondantemente sperimentata nella ASL nuorese con la Cofely
      Dopo la vittoria di Cappellacci, nel 2009, chiese per se e il Psd’Az il commissario della ASL (attuale sindaco di Macomer): le “assunzioni” a tempo di molti abitanti del Marghine proliferarono, e anche i voti pro Psd’Az

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