A Capo Frasca un successo del Popolo Sardo. Prime indiscrezioni: accordi per aumentare Quirra?

Di Adriano Bomboi.

Migliaia di persone alla manifestazione del 13 settembre di Capo Frasca contro l’inutile e nociva presenza della base militare, un successo. Ma soprattutto un successo del Popolo Sardo che ha saputo accogliere la manifestazione organizzata dagli indipendentisti di Sardigna Natzione e tanti altri, a cui ha partecipato anche ProgReS, CSU e SardegnaBlogger. I paragoni col 1969 e l’occupazione di Pratobello sono sicuramente impropri, ma finalmente dei Sardi, anche di diverso orientamento ideologico, hanno dimostrato di sapersi muovere all’unisono. Unico neo i (fortunatamente) pochi critici di Unidos, il movimento di Mauro Pili, uno dei maggiori protagonisti della contestazione all’eccesso di servitù militari. Perché nella battaglia contro gli abusi dello Stato non esistono colori, abbiamo bisogno dei tanti Sardi che hanno cambiato e che cambieranno sicuramente idea.
Bene anche l’eurodeputato Renato Soru nella sua rinnovata scelta di opporsi ai poligoni, male le sue dichiarazioni sull’indipendentismo tenute alla vigilia della manifestazione di Capo Frasca, quando tramite L’Unione Sarda ha giudicato “antistorica” la nascita di nuovi Stati in un’epoca di interdipendenze globali. In realtà mentre Scozia e Catalogna si apprestano a decidere sulla propria sovranità: perché l’interdipendenza consiste nel libero mercato del commercio e della cultura, mentre il fisco e l’amministrazione della propria comunità non possono essere delegati a governi estranei al territorio. Pena il verificarsi di abusi come quello dei poligoni militari. La conoscenza dell’Europa, per cui è stipendiato, richiede meno assenteismo.

Eppure, finita la festa di Capo Frasca, bisogna tornare coi piedi per terra. Cosa succederà adesso? Capo Frasca si avvierà alla smobilitazione oppure no? Ma soprattutto, da indiscrezioni pare che i dialoghi tra il governatore Pigliaru e la Difesa prevedano di offrire un contentino ai Sardi ed un contestuale incremento del poligono interforze di Quirra, il vero core business delle sperimentazioni pesanti in Sardegna (oltre Teulada). Il contentino potrebbe addirittura coincidere col mantenimento di Capo Frasca ed una sua parziale riduzione. Un passo avanti e due indietro. La strategia sarebbe stata determinata dal fatto che l’azione politica di Pigliaru si è incentrata nella denuncia dell’incendio di 32 ettari causato dalle esercitazioni dello scorso 4 settembre, mentre non c’è stata alcuna azione legale a tutela del sito comunitario protetto di Teulada, dove l’Esercito, unico caso al mondo (forse secondo solo ai Talebani), ha distrutto 13 insediamenti archeologici. Andrebbero immediatamente aperte le indagini per appurare le responsabilità ed applicare quantomeno l’art. 733 bis del codice di procedura penale, che contempla l’arresto per la devastazione di siti protetti. Mentre occorre risolvere la ridicolaggine, tutta italiana, dei controllati che ricoprono lo stesso ruolo dei controllori.
In quanto alle indiscrezioni ed alla ricostruzione sopra esposta, ci auguriamo di essere smentiti dai fatti. Eppure come diceva qualcuno, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    1 Commento

    • Non dimentichiamo l’affaire F35 certamente legato anche a Capo Frasca e all’aeroporto di Decimomannu. Non vogliamo gli F35 che tolgono enormi risorse finanziarie e promettono ulteriore inquinamento sia Capo Frasca che a Decimo. La battaglia contro gli F35 va unita a quella per la chiusura del poligono di Capo Frasca.

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