Spopolamento: Incredibile! Il sindaco di Elmas paga i disoccupati per emigrare

Ormai non ci sono più limiti: il sindaco di Elmas Valter Piscedda (PD), in provincia di Cagliari, ha avviato un programma per aiutare i disoccupati locali ad emigrare per cercare fortuna altrove. Pagherà un corso di inglese, un biglietto aereo (di sola andata) e infilerà nel taschino dell’emigrante una bustarella da 500 euro. Un oltraggio. Si raschia il fondo del barile.
Questa linea segue di appena un mese l’opinione del sindaco di Sassari Nicola Sanna (PD), che lodava coloro che sono emigrati e che hanno lasciato il pane a chi è rimasto. Dal nord al sud dell’isola la classe politica italiana che governa le nostre amministrazioni ammette implicitamente di aver fallito ed invita i propri cittadini ad andarsene, stavolta a spese dei contribuenti. Ma quali contribuenti? Quei pochi rimasti che sopportano il peso fiscale necessario a pagare lo stipendio del signor Piscedda e del signor Sanna. E se donassimo anche ai sindaci in fascia tricolore due biglietti aerei? Senza questa politica potremmo occuparci dei problemi seri, come ad esempio quello di ridurre il peso delle tasse e della burocrazia, per alimentare un nuovo modello culturale, ed attirando maggiori investimenti nel territorio, senza i quali questa approssimata classe dirigente continuerebbe a perpetuare la propria esistenza al governo delle nostre città e dei nostri paesi. Nel frattempo a non molte miglia marine dalla Sardegna le piccole isole Baleari continuano a registrare un flusso turistico aereo da 17 milioni di passeggeri l’anno.

Per chi non avesse afferrato il messaggio politico: con l’inaudita scelta di Elmas le istituzioni italiane hanno registrato un nuovo record mondiale. Viviamo nel primo Stato al mondo che paga i propri cittadini per andarsene. Un suicidio di massa.
Questi signori, le cui “soluzioni allo spopolamento” rappresentano la cifra del loro preoccupante livello culturale, non hanno la più pallida idea degli strumenti con i quali cercare di migliorare la nostra economia, né li associano ai problemi strutturali operati dal governo centrale (espressione del medesimo partito di cui fanno parte), ed agiscono come se il loro ruolo non avesse nulla a che fare con l’attuale situazione di crisi. E c’è persino chi loda questa sciagurata iniziativa.

Ecco invece il laconico commento di Giovanni Oliveri, un emigrato Sardo, alla notizia partorita dal geniale primo cittadino di Elmas:

“Faccio parte di una generazione di migranti, trentaquattro anni fa lasciai la mia terra per cercare futuro altrove. La mia terra non mi dava opportunità di lavoro, per incapacità di chi la amministrava di creare occasioni di lavoro e sviluppo. Oggi il Sindaco del paese in cui vivo […] paga il biglietto aereo di solo andata [...] e dice ai nostri figli…..”andate, noi non siamo capaci di trattenervi dandovi lavoro e occasioni di sviluppo sociale”.
Sconfitta dichiarata, consapevole e mascherata da opportunità, dimenticando che chi riesce a impiantarsi all’estero o nella penisola, poi non ritorna più. Neanche da immigrato o emigrato, chi fa radici fuori non rientrerà più. Ho rabbia nel leggere e sentire questa notizia, dichiarazione di impotenza e rassegnazione. Poi qualcuno si piangerà addosso per avere spopolato la terra di Sardegna, per aver agevolato ed incoraggiato i nostri figli ad andarsene. Ho solo esposto i fatti, la notizia. Perché il commento sarebbe talmente amaro da restare bloccato in gola, ai limiti del pianto”.

Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    5 Commenti

    • Seguo sanatzione da poche settimane, e trovo spunti interessanti.
      Pur avendo un lavoro, e versando bei soldi di tasse ogni anno allo stato italiano, sono emigrato a Dicembre, non certo un cervello in fuga ma un onesto professionista che ora fornisce i suoi servizi all’estero. Nel mio caso, per tornare al mio omonimo sindaco, il bilancio é negativo per le casse statali, visto che ora le tasse le pago all’estero.
      Scrivo solo perché mi piacerebbe leggere una replica dei due politici che si sono espressi a parole e coi fatti a favore dell’emigrazione.
      Condivido le osservazioni di Adriano, peró vorrei anche che gli interessati abbiano modo di chiarire replicare.
      Grazie, un saluto

    • Se i due sindaci vorranno replicare saremo a disposizione. Grazie per l’attenzione.

    • Ma perchè non finanziamo da cittadini per Piscedda, Sanna e a tutti i politici sardi un bel viaggio, solo andata, per dimostrargli il nostro affetto.

      Magari nelle isole vicino alla Siberia, che a Piscedda e Sanna dovrebbero piacere essendo parte di un partito che adorava ( e adora sotto sotto ancora ) quei bellissimi posti, così belli per passarci l’inverno, e per crescita personale, nuove esperienze, emozioni e sopratutto brivido ! …

    • Non mi importa d’essere fuorii dal coro di chi s’indigna, sinceramente ammiro quel sindaco. E’ l’unico che ha capito la realtà di questa misera Sardegna e l’unico che ha fatto qualcosa per dare una concretezza ai giovani. Chi vive sperando e aspetta i “miracoli” resta con le mani in mano disperandosi sempre più. Con le sole chiacchiere non si riempie la pancia.
      Purtroppo Il futuro dei giovani sardi è sempre più fuori dalla nostra terra e tutto il resto è aria fritta. Ho tre figli che nei prossimi mesi emigreranno tutti e tre e, pur amando alla follia questa terra, quando potrò li seguirò.

    • Purtroppo è un tentativo sbagliato di reagire: la crisi (per i cittadini onesti che pagano le tasse!), l’automazione dei lavoro ed i cambiamenti sociali, hanno determinato OVUNQUE carenze di posti di lavoro: andare all’estero a lavare i piatti è un lavoro che si può trovare anche in Italia; fuori esiste certamenete una maggiore possibilità, ma scordateVi che partire per cercare alla cieca qualcosa, possa risolvere: se si hanno specializzazioni, si vale, magari dopo un corso Master locale, si trova lavoro….Ora chiedo scusa, a volte dall’esterno le cose si vedono meno precise, definite, ma si ha una maggior campo visivo che alla fine, consente di decifrare meglio la “figura”: si pagano ora gli errori del passato, la Sardegna come territorio….cultura….tradizioni….persone con valori, non ha NULLA da invidiare a nessuno, eppure……è abbandonata a se stessa e la cosa peggiore che il “se stesso” non si è mai curato di rinforzare i punti positivi della Regione, svendendo le ricchezze al primo arrivato esterno e non aiutando la popolazione locale: mandar via i giovani dandogli anche l’aiutino economico è il segno della Resa Totale, della Vergogna! Non si poteva magari sfruttare quelle risorse nella creazione di specializzazioni in campo agro/turistico/industriale? Non è possibile richiedere i fondi europei A DISPOSIZIONE per avviare, tramite la volontà dei giovani sardi, delle nuove modalità di crescita della Regione? L’ Italia non è una Nazione produttrice di ricchezze (oro/petrolio/diamanti/etc), bensì una Nazione che lavora i prodotti importati e basata sui servizi, perché la Sardegna non potrebbe trovare sbocchi in questo senso? E’ difficile per tutti, il mercato non si muove…d’accordo! Ed invece di cacciar via la gioventu’ rimasta, perchè non si tenta di Valorizzare con progetti finanziati, le risorse interne? Specializzazione delle colture…del turismo……dell’allevamento…..dei trasporti: oggi il mercato è cambiato ed il lato positivo nascosto che c’è è che si ritorna alle cose buone…alla qualità dei prodotti…all’artigianato perché le persone hanno finalmente capito che il risparmio iniziale non è detto che sia un risparmio, alla fine….bisognerebbe Prima cambiare mentalità: non è possibile che vado da Auchan a Roma e pago un articolo 2,50euro, poi mi reco da Auchan a Sassari e lo stesso articolo nella stessa catena di ipermercati che hanno il prezzo perché comprano INSIEME il quantitativo per tutti i punti, e lo pago 8,50 euro!! E’ una bestemmia commerciale, il trasporto c’è per Sassari come c’è per Roma, veniva via aerea dall’estero! Questo è Un esempio di come non si commercia, perché la Sardegna meriterebbe di piu’, meriterebbe l’Eccellenza! E non bisogna cacciar via le persone, anzi bisognerebbe incentivarle a migliorare la situazione, attraverso progetti e programmi attuativi Seri, senza speranze di miracoli; ci vuol tempo?? Bhè anche Roma dopo migliaia di anni ancora la devono finire, è tutta lavori in corso(!)…..era una battuta sdrammatizzante, però credo che SE TUTTI ci impegnassimo a far andar meglio questa meravigliosa Regione…..qualcosa si smuoverà. e certamente non sarà l’esodo a migliorarla, bensì la renderebbe ala fine un “deserto”, oppure preda degli esterni senza scrupolo che vi entrerebbero solo per sfruttare…..questo è quanto. Facciamoci coraggio…..e basta a peggiorar le cose, già abbastanza preoccupanti!

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