Una strana idea di cultura e di impresa
Il 20 ottobre a Nuoro si terrà un convegno su cultura, impresa e occupazione, voluto da Confindustria Sardegna Centrale, dove sarà assegnato un premio alle imprese culturali ritenute di eccellenza. Tra queste la valida Ilisso Edizioni, ma…
Di Bastiana Madau.
Condivido pienamente e concretamente l’idea che la cultura debba svolgere un ruolo più pregnante nel progetto di sviluppo socio-economico del territorio, e quindi non soltanto nella divulgazione e valorizzazione del nostro patrimonio ma anche sul versante dell’occupazione.
Considero, infatti, che nel valore del patrimonio debba rientrare anche la considerazione del patrimonio umano e professionale. A maggior ragione ritengo importante andare in fondo all’analisi delle potenzialità.
Senza voler sminuire il ruolo della Ilisso Edizioni in questo percorso — sia detto da una funzionaria della cultura che, credendo nel progetto della casa editrice, 16 anni fa ha dato le dimissioni da un’attività dirigenziale nella P.A. — è comunque proprio il caso di porsi qualche domanda; ben vengano i riconoscimenti, infatti, ma bisogna essere onesti.
Prima domanda: in cosa consiste il piano industriale dell’azienda Ilisso che da 3 anni e mezzo ha dichiarato la crisi, definito “esuberi” 11 dipendenti e ricorso alla cassa integrazione?
Seconda domanda: considerato che la Cig scade i primi di novembre, cosa accadrà ai suoi dipendenti? Gli si annuncerà il licenziamento una settimana prima così come successe per la cassa integrazione? Oppure, come si usa fare oggi, la lettera di licenziamento arriverà con un sms?
Ben vengano i premi, dunque, ma se si vuole realmente coniugare la valorizzazione del patrimonio culturale e l’occupazione è necessario avere risposte, chiarezza, responsabilità e serietà, anche per rispetto dello strumento degli ammortizzatori sociali, che sicuramente rappresentano un istituto importante per i lavoratori, ma assumono maggior senso, significato e pregnanza a fronte di un piano industriale di rilancio che l’impresa deve avere e condividere con i lavoratori e le loro rappresentanze.
Di fatto, dopo 3 anni e mezzo di ammortizzatori ancora non si è visto un cenno di riorganizzazione che possa coinvolgere chi ha perso il lavoro.
Ben vengano i premi agli imprenditori che rilanciano i progetti d’occupazione, dunque. Ben vengano i riconoscimenti alle imprese che, insieme al patrimonio e al prestigio conquistato sul campo, si impegnano a tutelare i posti di lavoro, che quel patrimonio e quel prestigio hanno contribuito a formare.
Zero.
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Redazione SANATZIONE.EU