Coronavirus: che succede nei Comuni? Parla il sindaco di Ilbono

Coronavirus: che sta succedendo nei paesi e nelle città della Sardegna?

Come si stanno organizzando per gestire l’emergenza?

Ne parliamo con Andrea Piroddi, commercialista e sindaco di Ilbono (NU), che ci aggiorna sull’esperienza in corso, e ci svela qualche importante dettaglio su cui concentrarci.

Di Adriano Bomboi.

- La nostra prima domanda è inevitabile: come sta reagendo la comunità cittadina?

Oggi in paese c’è tanta apprensione.
Stiamo vivendo una situazione surreale, scuole chiuse, attività chiuse, praticamente nessuno nelle vie del paese.

- A questo proposito, come si sta preparando il Comune, con le altre autorità, per affrontare eventuali emergenze?

Il Comune è praticamente chiuso al pubblico, salvo emergenze.
Come sindaci stiamo chiedendo a Regione e ATS di migliorare la comunicazione tra Enti. L’attuale sistema, pensato per la gestione ordinaria, non va bene per una gestione straordinaria. Mi spiego meglio: serve un canale diretto per i sindaci e i loro comuni con le strutture tecniche della Regione (quali assessorato alla salute e protezione civile). Così pure una comunicazione diretta tra sindaci e ATS per condividere tutte le comunicazioni. Ad esempio, la nostra Polizia Locale deve fare verifiche e sopralluoghi, e rendicontare giornalmente alla Prefettura, ma ad oggi noi non siamo a conoscenza se esistano o meno dei cittadini di Ilbono in “quarantena”!

- Un aspetto increscioso, considerando che una delle maggiori preoccupazioni del momento, oltre all’evoluzione del contagio, riguarda pure la situazione economica, aggravata proprio dal contesto di crisi. Cosa ci può dire al riguardo?

Questo è un argomento al quale tengo in modo particolare, in quanto, oltre che sindaco, sono commercialista.
Le nostre piccole (micro) imprese sono sottocapitalizzate, poco strutturate e quindi fragili. La mia preoccupazione si rivolge alle attività produttive oggi chiuse (bar e negozi); a quelle aperte ma in grande difficoltà, e soprattutto alle strutture ricettive.
Queste ultime avevano ipotizzato, quasi tutte, l’apertura della stagione in concomitanza con i festeggiamenti pasquali. Ma vista l’emergenza, la maggior parte ha optato per un rinvio a data da destinarsi. Questa decisione andrà a ripercuotersi inevitabilmente sull’indotto. Penso quindi all’agroalimentare, ai trasporti e in generale a tutte le imprese che gravitano attorno alla stagione turistica.
Finita l’emergenza legata al Covid-19, sarà difficile rialzarsi e ripartire.
Rimane l’amaro in bocca per il decreto “Cura Italia”, il governo avrebbe potuto fare di più per agevolare le imprese a ripartire. Vedremo cosa farà la Regione in tal senso, dopodiché noi come Comune faremo la nostra parte.

- Un paese dalla produttività stagnante come l’Italia, che a differenza di altri partner UE ha utilizzato la spesa pubblica in modo improduttivo, non poteva che presentarsi impreparato ad affrontare i contraccolpi della crisi sanitaria. E non mancano neppure i contraccolpi sociali: in Sardegna sono nate polemiche a seguito dell’arrivo di migliaia di non residenti nell’isola, che diversi sindaci stanno gestendo con responsabilità, senza cedere a pericolose contrapposizioni. Lei che opinione ha su questo argomento?

L’argomento è estremamente delicato, in quanto, specialmente sui social, è divampata forte la polemica contro gli arrivi “incontrollati” nei porti e negli aeroporti isolani.
Da noi a Ilbono abbiamo pochissimi casi di persone arrivate dal nord Italia. E di queste abbiamo sporadiche informazioni, secondo cui starebbero osservando diligentemente il periodo di “quarantena” (alcune lo avrebbero già terminato nei tempi raccomandati), e pertanto la situazione appare relativamente gestibile.
Più in generale, reputo sia necessario restare umani, benestanti e non. L’ho detto con riferimento agli sbarchi dei poveri immigrati del nord Africa e medio oriente (a Ilbono abbiamo avuto due CAS), e lo ripeto adesso: dobbiamo rispettare la vita umana e darci man forte l’uno con l’altro, a prescindere dall’apparente impopolarità di alcune scelte.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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