Visita alla tomba di Efisio Melis, martire sardista ucciso dai fascisti

Mario Carboni ricorda Efisio Melis, martire sardista ucciso dai fascisti quasi 100 anni fa mentre teneva la figlia tra le braccia.

Ecco il ricordo del sardista, con un tributo floreale presso il cimitero di San Michele.

Efisio Melis, classe 1895, Ardito nella Brigata Sassari, ferito due volte e decorato di medaglia di bronzo, si iscrisse da subito al PSDAZ.
Era un noto attivista tanto da far parte delle Camicie Grigie sardiste dalla caratteristica divisa con i Quattro mori sul petto a sinistra sul cuore, e come cravatta un nastro nero a ricordare i troppi sardi caduti in guerra.

Il 26 novembre 1922 durante una sfilata di fascisti partiti da Piazza Yenne si trovava in Via Garibaldi all’angolo con Via Sulis.
Melis che aveva 27 anni, mentre si trovava tra la folla a guardare con la più piccola dei suoi tre figli in braccio, fu affrontato da una camicia nera a cavallo che ostentando un lugubre gagliardetto lo apostrofò ordinandogli di togliersi il cappello.
Probabilmente lo aveva anche riconosciuto come militante sardista e attivista fra i più convinti e decisi.
Efisio non lo fece e alle insistenze dello squadrista che come altri cavalieri faceva sgroppare il cavallo sulla folla, colpendo con nerbi e fruste chi non si toglieva il berretto davanti ai gagliardetti col teschio, toccò il cappello per aggiustarselo meglio in testa, guardando negli occhi l’assalitore.
Fu allora che il fascista rispose alla silenziosa sfida, incurante della bambina in braccio ad Efisio, infilzò con la punta del gagliardetto il petto del coraggioso sardista, ferendolo a morte.
Melis cadde a terra con la bambina, I fascisti picchiarono i soccorritori e impedirono che venisse aiutato. E così, trasportato in ritardo all’ospedale, dopo aver perso moltissimo sangue, il 2 dicembre 1922 perse prematuramente per mano fascista la sua giovane vita.

Da una prima ricerca alcuni anni fa era risultato che la sua tomba, costruita con una sottoscrizione popolare, era stata riesumata nel Cimitero di Bonaria e le spoglie vennero traslate nel 1969 presso il cimitero di San Michele.

Ho visitato tomba di Efisio Melis, affiancata a quella della moglie Fanny, ambedue in buonissimo stato.
Ho deposto un mazzo di rose rosse e bianche, colori della Brigata Sassari, e il distintivo del Partito sardo d’Azione del 1921 riconiato per i 100 anni dalla fondazione del PsdAz.

Nella tomba di Efisio Melis è in evidenza la sua foto in divisa da Camicia Grigia, la formazione paramilitare sardista che affrontava le squadracce fasciste come pronto intervento, soprattutto nel Sud Sardegna.
Notissimi e temuti dai fascisti infatti erano i ciclisti di Monserrato, sempre muniti di divisa da Camicia Grigia, solerti nell’intervenire dove c’era bisogno per contrastare le violenze fasciste.
A fianco di Efisio Melis è tumulata la moglie Fanny che dovette subire violenze, ostracismo e persecuzione, anche nei giorni dolorosissimi dell’assassinio e della prima tumulazione nel cimitero di Bonaria, e durante il ventennio fascista, oltre al dolore di aver perso il giovane marito con l’onere di dover allevare tre piccoli orfani.

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Redazione SANATZIONE.EU

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