Flop Trasporti: Costo traghetti, flotta Sarda, Antitrust e crisi Meridiana, ma l’indipendentismo?
“Beati quelli che credono nella Giustizia perché saranno giustiziati”…
Quando i 10 movimenti Sardi (autonomisti ed indipendentisti vari) verranno a chiedervi il voto, chiedete loro come mai non si sono accorti del disastro economico in corso per l’industria turistica della Sardegna nella stagione 2011.
Chiedete loro a che serve essere tanti e divisi per poi non aprire bocca sui temi che riguardano da vicino le tasche dei nostri operatori commerciali e delle famiglie che ogni anno fondano il proprio reddito sulla stagionalità d’impresa.
Chiedete loro se l’aver confuso la frammentazione politica col sedicente pluralismo sia stata una scelta accorta a difesa dei vostri interessi territoriali.
Chiedete anche ai partiti italiani di destra o sinistra se sia più importante la retorica di un Berlusconi o di un Di Pietro rispetto alla disoccupazione di vostro figlio.
Chiedete ai movimenti indipendentisti “non-sardisti” come mai hanno parlato della vecchia idea sardista di costituire una “Flotta Sarda” di navigazione senza parlare del rialzo del costo dei traghetti da e per l’isola.
Chiedete a che serve parlare di “Flotta Sarda” in un’epoca in cui questa logica – tutta statalista – ha sempre prodotto (come in Tirrenia) solo degli oligopoli/monopoli che offrono un servizio pessimo ed un bacino clientelare imponente ai partiti centralisti italiani.
Chiedete loro se ritengono credibile la prospettiva che parlare di “Flotta Sarda” servirà ad allontanare la mole di lavoratori napoletani impiegati e sindacalmente protetti in Tirrenia e con famiglie a carico. Come dovremmo chiedere a questo indipendentismo post-socialista se la sua visione del Bene Pubblico (come sulla gestione delle reti idriche) non sia organica al centralismo italiano, il quale, con i suoi partiti e le sue reti clientelari, è uno degli ultimi Paesi occidentali ad impedire delle vere liberalizzazioni a favore dei consumatori poiché altrimenti perderebbe il voto di scambio con il quale si è ramificato in qualsiasi ente in cui la politica ha estremizzato il concetto di spoil system.
Chiedete al Partito Sardo d’Azione, che almeno di “Flotta Sarda” non parla più da tempo, come mai l’assessorato ai Trasporti ha passato la poltrona da un sardista all’altro in un momento in cui non si doveva lasciare scoperto un punto nevralgico a tutela dell’economia regionale. Oppure chiediamo al PSD’AZ come mai al posto di sollecitare l’Antitrust contro un probabile cartello di compagnie per tenere alti i prezzi (causando alla Sardegna una sorta di “embargo economico”), ha cercato la soluzione della vertenza a tavolino con i commensali quando il problema era ormai, letteralmente, “in alto mare”.
L’istituto dell’Antitrust è infatti un altro dei temi dolenti dei movimenti politici Sardi, esso avrebbe il compito di vigilare contro le deviazioni del mercato a danno dei consumatori e del territorio, sanzionando gli imprenditori scorretti, strumento a cui andrebbe associata una vera class action. Ma come può essere uno strumento compreso da parte di un indipendentismo che fino a pochi anni fa ignorava persino il concetto di “liberalizzazioni”?
Senza un vero mercato libero non ci può essere concorrenza, né quindi prezzi e servizi migliori per gli utenti. Senza un credibile Antitrust non ci sarebbe un mercato libero ma solo potenziali truffe a danno degli utenti.
In Sardegna non ci serve un vecchio indipendentismo timido e statalista, ci serve un indipendentismo che faccia leva sulla possibilità di scardinare la vecchia politica dalla gestione dei servizi pubblici. Nel 2011 non ci serve quindi un indipendentismo che parla di “Flotta Sarda” per tutelare virtualmente i Sardi, ci serve un indipendentismo che parli di Antitrust per tutelarli veramente.
Chiediamo alla classe politica, eletta e non eletta, come e quanto si stia occupando in materia di trasporti aerei della crisi di Meridiana e quale sia il ruolo di Alitalia in questa vicenda.
Chiediamo se è vero che una parte del deficit di bilancio della compagnia sia stata prodotta in anticipo (come segnalato anche alcuni giorni fa su un articolo del quotidiano La Nuova) al fine di pagare le cause legali degli operatori in esubero il cui numero di licenziamenti potrebbe essere stato deciso prima dello sviluppo di un piano di riassetto industriale della compagnia.
Se fosse vero, si tratterebbe di un fatto estremamente grave. Non ci sono dubbi sul fatto che la compagnia necessiti di una forte partnership con un altro vettore aereo, ma ci sono forti dubbi che tale vettore possa essere già stato scelto preventivamente su base politica (e non quindi commerciale) al fine di accorpare la compagnia fondata dall’Aga Kahn con l’Alitalia “recuperata” dal Governo Berlusconi. Il ché giustificherebbe il numero preventivo di esuberi a danno di parecchi impiegati della compagnia, Sardi inclusi. I sospetti sono leciti, ma i dubbi dovrebbero essere valutati dalla politica. Perché sarebbe inaccettabile il progressivo smantellamento di Meridiana per dare spazio alla sola Alitalia.
Chiediamo anche se sia stato utile ai Riformatori Sardi pubblicizzare il valore aggiunto dell’isola in Lingua Sarda quando, contemporaneamente, la stessa maggioranza regionale appare inconsistente nel difendere i collegamenti per l’isola: da un lato si è compreso il valore della promozione turistica su cui più volte siamo intervenuti (e l’assessore al Turismo Crisponi non è l’ultimo arrivato ma persona competente nel settore), mentre dall’altro lato rimaniamo indifferenti al danno effettuato a nostro carico dalle compagnie di navigazione e dal poco trasparente piano di rilancio di Meridiana.
Il 24 marzo abbiamo provato ad effettuare una prenotazione con Moby Lines, ipotizzando un viaggio di due adulti con figlio a carico inferiore ai 10 anni, più auto inferiore ai 4 metri (come una Fiat Punto), inclusa una doppia cabina interna.
Abbiamo fissato la partenza al 20 giugno, ore 8:00 am dal porto di Livorno verso Olbia, ipotizzando un ritorno, alle stesse condizioni di partenza, da Olbia verso Livorno, per il 23 agosto, ore 21:30 pm, anche nella improbabile ipotesi che una famiglia media possa permettersi di rimanere in ferie per due mesi di fila.
Il costo più “competitivo”?
606,80 Euro (vedi JPG).
Con lo stesso prezzo e con qualche vettore aereo potreste visitare qualche assolata e pacifica spiaggia del Medio Oriente.
- Segnaliamo un comunicato del PAR.I.S. su Tirrenia: PDF 01-04-11
Articoli correlati:
– Indipendentismo assente: Altroconsumo segnala ad Antitrust situazione prezzi (20 gennaio)
– Caro traghetti: il silenzio dell’Antitrust – Di Augusto Secchi (27 marzo, blog G.F. Pintore)
Di Marco Corda e Adriano Bomboi.
Iscarica custu articulu in PDF
U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi
Condivido. Si vuole risolvere un problema di oligopolio con la creazione di una Flotta Sarda che pagherà sempre il contribuente e che verosimilmente finirà come Tirrenia/Alitalia, quando la soluzione sarebbe quella di liberalizzare veramente le tratte tagliando la burocrazia, attirando investimenti e facendo si che si possa creare come nei cieli un sistema low cost anche per le tratte navali.
Caro Bomboi, evidentemente tu ti basi su una mentalità e un ragionamento tutto italiano se parti dal presupposto che qualsiasi cosa finirà sempre a tarallucci e vino. Diversi movimenti indipendentisti se ne sono già occupati e se ne stanno occupando della questione, sicuramente in modo più concreto di quanto stai facendo tu.
I sardisti proponevano la flotta sarda ma non hanno mai presentato un piano concreto per la costruzione di questa. Qualcuno invece questo piano lo sta scrivendo.
E poi fammi capire, niente oligopolio, niente flotta nazionale, come ci muoviamo? Ognuno si compra un gommone e si muove per gli affari suoi?
Caro Lello, sicuramente i movimenti indipendentisti si basano su una mentalità statalista tutta italiota. La logica della “compagnia di bandiera” pubblica, quella fatta sulle spalle dei cittadini, è una concezione che è rimasta solo in pochi Paesi del mondo (come Italia e Francia).
Probabilmente quindi sono altre le persone influenzate da certe logiche provinciali e tutte attinenti ad una cultura politico-economica superata (anche perché genera carrozzoni clientelari spaventosi). E con permesso: ma non ho mai visto un indipendentismo al mondo che avvantaggia questa tipologia di carrozzoni.
Ciao Lello.
Io non credo si arriverà ad avere un patentino per essere indipendentista Sardo. Non capisco questo modo di dire:” gli indipendentisti se ne stanno occupando della questione, sicuramente in modo più concreto di quanto stai facendo tu”
Sia perchè noi siamo indipendentisti, e sia perchè serve uno studio approfondito se si vuole affrontare un qualsiasi tema come quello dei trasporti.
In un futuro remoto, la flotta Sarda in uno stato vero di libero mercato potrebbe anche funzionare, con un grande investimento di capitale da parte di privati capaci di inserirsi nel libero mercato. Perchè no?
Non è nemmeno necessario che esista una flotta Sarda per il trasporto marittimo.
Oggi sicuramente non è una risposta immediata al problema dei rincari sui trasporti.Oggi molti pendolari Sardi scelgono la compagnia Irlandese ryanair a basso costo e con ottimi servizi. Non possiamo fare un investimento analogo oggi in Sardegna? No ! Sia perchè le banche Sarde non sono come quelle Irlandesi(l’istituto di credito Sardo in realtà è una filiale del banco popolare Romagnolo). Abbiamo un esperienza diretta con la compagnia di volo Sarda Meridiana, in fallimento, assorbita e cannibalizzata da alitalia. Una flotta Sarda sul mare non farebbe la stessa fine? Perchè buttare a mare tante risorse?
La cosa più saggia da fare in questi casi è ricorrere all’antitrust.
[...] Su questo punto negli ultimi mesi ad esempio siamo intervenuti più volte, come sul tema dei Trasporti, contro l’oligopolio (ignorato dalla politica) dell’armatore Onorato, azionista di Moby [...]
Non sono in grado di raggiungere i miei familiari, nel Salento, per l’esoso costo dei traghetti.
La regione dovrebbe garantire, a noi residenti in Sardegna, che il costo Olbia-Civitavecchia, non incida di più di un tragitto di 350 Km. su autostrada. Non è colpa nostra se la Sardegna non è collegata con una strada alla penisola. Abbiamo il diritto di girare liberamente tra la Sardegna e il continente allo stesso costo che gira chi va da Milano a Taranto o per altre località. Per quale motivo dobbiamo essere penalizzati?