Il caso KK: Berlusconi in Israele – TG5 miope o Villacidro in mutande?
3 febbraio 2010, TG5 delle 20:00, cosa è successo?
Tra le immagini della visita del Premier Berlusconi in Medio Oriente, troneggia il discorso alla Knesset (il Parlamento Ebraico), dopo qualche fotogramma è apparso lo stesso Primo Ministro Italiano stringere la mano al capo dell’ANP Abu Mazen.
Cosa c’è di strano?
Che a partire dall’ANSA dello stesso giorno, per passare a tutti i media internazionali fino ad approdare a varie testate giornalistiche italiane del giorno dopo, tutte e tutti (tranne il TG5, ed affini) facevano notare un frammento del discorso tenuto da Berlusconi a Gerusalemme:
“L’operazione Israeliana chiamata Piombo Fuso sopra Gaza è stata legittima”.
Una dichiarazione che ha scatenato ironie e polemiche in tutto il mondo arabo e persino nel mondo occidentale, inclusa quell’Italia che evidentemente non si è fermata al TG5. Come la nostra isola. Perché?
Dalle righe de La Nuova Sardegna del 04-02-10, il segretario provinciale del Medio Campidano della CISL Edoardo Bizzarro, anch’egli immune dalla ventata di faziosità delle reti Mediaset, afferma di temere ritorsioni economiche a danno della Keller di Villacidro (una delle migliori aziende attualmente operative nella progettazione e realizzazione di treni, motrici e carrozze su rotaia). Una azienda dal grande pregio tecnologico impegnata con una commessa da 150 milioni di euro per fornire le ferrovie statali iraniane di 220 moduli passeggeri ed un secondo ordine da 15 treni completi per un valore di altri 170 milioni di euro.
Ma alle 13:19 del 03-02-10 l’ANSA riportava la seguente notizia:
Su Gaza “qualunque cosa dica il premier Berlusconi non cambia la realtà”. Lo ha detto Nemer Hammad, consigliere di Abu Mazen. “Quella degli israeliani a Gaza fu aggressione: C’è il rapporto Goldstone sui crimini israeliani”. Sulla seconda Intifada, per Hammad “ci sono stati degli errori da parte Palestinese”. Ma che bisogna vederla “in un quadro equilibrato”, non dimenticando cioè che tutto è nato a causa “di una visita provocatoria di Sharon alla spianata delle moschee”.
Il Cavaliere ha destato perplessità quando invece – alla domanda posta da un giornalista Palestinese sulla infelice situazione della guerra di Gaza – ha replicato: “Come è stato giusto piangere le vittime della Shoah, così è giusto manifestare dolore per quanto è successo a Gaza”.
Che dire? La gestione dilettantesca del viaggio da parte del corpo diplomatico al seguito di Berlusconi ha dunque causato polemiche e contraddizioni incrociate verso tutte le direzioni, persino verso quella dell’ENI (impegnata ad investire in Iran con progetti milionari sul sito petrolifero di Darkhovin): così mentre da un lato il regime di Teheran ha smentito la dipartita dell’ENI, dall’altro ha ironizzato a mezzo stampa sul premier italiano definendo il suo applaudito discorso alla Knesset “un dono ai padroni”.
Se possono considerarsi condivise le osservazioni sul controverso programma nucleare iraniano che hanno irritato lo staff di Ahmadi’Najad, meno lo sono certamente le dichiarazioni sul versante israeliano per la battaglia di Gaza che tra il 2008 ed il 2009 costò la vita a 1.380 Palestinesi, di cui 347 erano bambini.
Lo Stato di Israele ha diritto ad esistere così come i Palestinesi hanno diritto ad un loro Stato dai confini certi. Ma altra cosa sono le relazioni commerciali (soprattutto quelle di destinazione civile e non tattico-militare), che ci auguriamo non vengano messe a rischio in maniera strumentale a causa di grossolane e contraddittorie affermazioni del momento per le quali anche la Sardegna non dovrebbe essere chiamata in causa.
Grazie per l’attenzione.
Di Floris Maurizio.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi