Le 3 perle del mese: Cappellacci, Maninchedda e Scalas – Ecco perché

Avete mai sentito il presidente di un territorio dubitare del suo stesso Popolo senza presentare le dimissioni? Stando alle intercettazioni riportate dal quotidiano L’Unità lo scorso 18 febbraio sì: Secondo Cappellacci il problema della Sardegna sono i Sardi.
D’altra parte, lo stesso fondatore dell’Unità (Gramsci) si espresse in maniera analoga.
Posto che non si è tutti uguali nello scadere sui luoghi comuni, la cosa triste è che stavolta il notaio di Arcore, alias Cappellacci, ha ragione…

Altra perla del mese sono le dichiarazioni dell’On. Maninchedda (PSD’AZ) il 27 febbraio al museo del costume di Nuoro:
Mentre l’incartapecorimento generale del centrodestra tenta la carta del “riciclaggio” per mettere in piedi l’ennesima lista elettorale della Restaurazione clientelare alla Provincia di questo o quel partito, l’articolista de La Nuova, Giovanni Bua, riporta alcuni significativi frammenti della doccia gelata dell’esponente Sardista alla platea: “Il centrodestra è come il centrosinistra, primitivo, inadeguato a comprendere la realtà”, incalza ancora: “Volete fare una cosa utile per la Sardegna? Scioglietevi. E creiamo un grande movimento territoriale. – Lo Stato Italiano è un avversario che non ci permette di spendere le nostre risorse. Secondo il federalismo fiscale (alla matriciana ndr.) dobbiamo pagare tutto con le nostre tasse. E’ ingiusto perché non considera come parametro il PIL delle Regioni e quindi le tasse sono troppo alte. Noi non riusciamo a pagarle e non abbiamo soldi per finanziare il resto. E’ un circolo vizioso che ci sta portando alla morte. – E’ dal 1600 che la Sardegna è ostaggio di Cagliari, e se i soldi finiscono tutti al sud non arrivano al resto della Sardegna. Io dico di detassare la provincia di Nuoro usando il credito d’imposta. Il tutto finanziato dalla Regione. Chi ci sta venga con noi, dal PD o dal PDL non importa”.
In sintesi, sarà anche un colpo di teatro, ma estremamente concreto nella sua radicalità. Fossero tutti i così i commedianti… Ma forse commedianti lo erano i parrucconi seduti in platea.

Infine, sempre il 27-02, da notare le dichiarazioni del presidente di Fortza Paris Gianfranco Scalas che dai messaggi di Facebook dichiara:
“Chi predica unità dei partiti sardi -per un momento di unione- per ora ha trovato zero risposte, ma abbiamo constatato che si invitano in pochi e tra di loro. Fortza Paris non ha mai ricevuto un invito e mai ha avuto una risposta da anni. I proclami non sempre corrispondono ad azioni”.
Amministrative a parte, questa affermazione rispecchia in pieno un problema che da tempo andiamo segnalando: La presunta superiorità ideologica di poche sigle, magari provenienti da una certa sub-cultura di sinistra (che forse col pregio di un pensiero di sinistra poco ha a che fare) e la cui citrulloneria ha sempre portato la superbia di pochi a catalogare “gli altri” come figli di un Dio minore. Magari non affidabili e quindi non degni di attenzione.
Con questo modo di fare la Sardegna ha perso il treno tante volte, stavolta però con i soliti “soloni” (che guardacaso hanno anche pochi consensi politici) si rischia di perdere quello con la Storia.

Di B. Adriano.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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