Cagliari capitale? Dal Betile alla green economy contro il finto pragmatismo politico

1889: Termine dei lavori ed apertura della Tour Eiffel a Parigi.
Furono migliaia le proteste contro la torre, sia da parte dei cittadini che dei circoli artistici dell’epoca. Che c’entrava infatti un “ammasso di ferro” nel cuore della capitale ed in spregio alle magnificenti architetture di Versailles? E quanta manutenzione avrebbe richiesto?
Fu questa l’ottica che ispirò il giudizio dell’Opinione Pubblica francese, ma che ben presto negli anni si estinse. La torre diventò il simbolo stesso della Francia e, idealmente, la congiunzione della tradizione con il progresso: il sintomo di un Popolo che vuole proiettare la sua identità ed il suo dinamismo verso il futuro.

L’architettura dunque come simbolo materiale della spiritualità di una nazione, ma anche un simbolo politico ed una fonte di attrattività turistica in termini economici assai ingente. Sono varie oggi le città in tutto il globo che stanno ridisegnando lo skyline del proprio futuro e che stanno tentando una nuova pianificazione del proprio assetto urbanistico.
La stessa Parigi ha in programma la Tour Signal come elemento di evoluzione della Défense, il suo imponente quartiere finanziario. Ma analoghi progetti sono in corso ovunque, dal sud-est asiatico alle americhe, dall’Europa del nord, dalla Catalogna al Mediterraneo, passando per il Medio Oriente. Persino Reggio Calabria, nonostante i tipici ritardi della politica e della burocrazia italiana (e come a Roma e Milano), hanno messo in cantiere idee e progetti per dare un nuovo slancio all’arte ed alla ricezione turistica del territorio: perché ciò che si ha non basta mai nella grande sfida globale del settore terziario.
In questo senso dunque non è necessario essere metropoli per edificare nuove strutture che possano divenire la punta di diamante di una località.

E Cagliari?
A Cagliari la Giunta Soru tentò l’avvio del progetto “Bétile”, un museo di arte contemporanea destinato ad ospitare anche alcuni dei principali manufatti della civiltà nuragica.
Sia chiaro: come nazionalisti Sardi non ne facciamo una questione di “destra” o “sinistra”. Quando una idea è valida, andrebbe sostenuta.
Il progetto, che ricorda le cavità tipiche presenti nel nostro paesaggio, fu realizzato dallo studio della celebre Zaha Hadid, architetto e designer anglo-iracheno dal prestigioso curriculum internazionale (e che ha firmato anche il progetto Waterfront del Museo del Mediterraneo di Reggio Calabria). Quello Sardo è stato dunque un progetto che potremmo ricondurre alla linea della cosiddetta “architettura organica” introdotta dallo statunitense Frank Lloyd Wright, benché Wright la intendesse a pieno titolo come la necessità di costruire l’opera direttamente nel luogo in cui questa si intersecasse con la natura circostante a corredo di una forma evoluta di antropizzazione del luogo. Il concetto fu lo stesso che negli ultimi anni ha lanciato il progetto KlimaHaus nella Provincia Autonoma di Bolzano. Ovvero una concezione edilizia capace di coniugare l’abitabilità all’eco-sostenibilità ambientale. Un tema quindi che dovrebbe interessare anche la Sardegna, in tempi di slogan sulle energie rinnovabili e contro le varie forme di inquinamento terrestre.

Chiunque trionfi alle elezioni, ci domandiamo se la prossima amministrazione cagliaritana rivaluterà il progetto del Bétile. Finora abbiamo assistito alla solita politichetta, quella che il polemico critico Vittorio Sgarbi ha giustamente definito “Fanfaniana”: incapace di valutare il prestigio di un’opera, e culturalmente chiusa nella classica misura della colata di cemento, il massimo che l’imprenditoria clientelizzata è in grado di concepire sul piano dell’ingegno architettonico. Una capacità di pianificazione dell’habitat che non va oltre il proprio naso.

Siamo infatti ostaggio di una classe politica (di maggioranza ed opposizione) incapace di prospettare un serio ruolo di attrattività nel Mediterraneo per la nostra Cagliari (capitale abortiva di una effimera nazione Sarda), che viene così ridotta ad essere un cortile dell’estrema periferia italiana, gestito da una provinciale visione amministrativa abituata a scindere il pragmatismo dal progresso.
Per questa sedicente “cultura” politica, retaggio dell’era DC e PCI, bisogna solo occuparsi dei “temi concreti” e non dell’idealismo. Peccato che su questa materia, non di idealismo trattasi, ma della capacità di progettare il futuro della nostra società e dei suoi spazi. Un elemento che quindi si muove di pari passo all’economia grazie alla possibilità di promuovere e rilanciare il territorio al fine di farlo divenire un punto di riferimento internazionale.

Il nazionalismo Sardo oggi deve porsi non solo come avanguardia politica, ma anche come avanguardia culturale nella capacità di disegnare le forme del nostro sviluppo.

Di Corda M. e Bomboi A.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    3 Commenti

    • [...] sul nostro valore aggiunto. Si tratta della stessa classe politica che ha affondato il progetto del Betile, un museo internazionale per la cultura nuragica da far conoscere al mondo. La medesima classe [...]

    • [...] Mentre ci ponevamo queste riflessioni, lo scorso 22 agosto crollava la torre aragonese di Scab’e sai a San Vero Milis, nell’oristanese. Un danno culturale enorme. Il crollo della torre sulla scogliera dimostra che nel 2012 i nemici non arrivano più solo dal mare ma vivono fra noi, nei ritardi e nelle negligenze delle amministrazioni della Sardegna. I dipinti dell’ipogeo di Mandras ad Ardauli e le altre centinaia di strutture archeologiche Sarde faranno la stessa fine? Negligenza e approssimazione sono anche le cause che rendono incerto il futuro dei giganti di Mont’e Prama, una delle più importanti scoperte del mondo sulla statuaria antica a cui il grande pubblico non ha ancora avuto accesso e che non dispone neppure di un valido e unico apparato museale che lo consenta. Chi si ricorda del Bétile? [...]

    • [...] evento sarà quello della nuova collezione sulla civiltà nuragica che verrà presentata al museo Betile di Cagliari, che l’anno scorso con i suoi 3,5 milioni di visitatori esteri si è confermato [...]

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