Elezioni del 15 e 16 maggio 2011: Cosa votare?

Si dice che l’errore principale delle persone intelligenti sia quello di scordare che “in giro” esiste chi lo sia più di loro.
Per questa ragione non proveremo ad imbrogliarvi. La nostra domanda a cui cercheremo di dare risposta non sarà “per chi votare?”, ma “per cosa votare?”

In questi giorni ed in queste ore svariati comuni della Sardegna sono oggetto di propaganda politica. Una discreta dose di questa propaganda non è alimentata esclusivamente da motivazioni di natura politico-ideologica di schieramento e/o del proprio partito ma da semplice voto di scambio, collegato alla più ampia prassi clientelare diffusa in tutta Italia, in particolar modo nel mezzogiorno, nel meridione e nelle isole, come in Sardegna.
Esistono due principali tipologie del voto di scambio, quello legale e quello illegale: nel primo il candidato politico di turno si offre di elargire una qualche forma di vantaggio per il soggetto e la risma di familiari eventualmente connessi a chi si aspetta di ricevere qualcosa in cambio; nel secondo, illegale, il candidato politico promette anche favori che non potrebbe elargire, come un posto di lavoro nella Pubblica Amministrazione.
Bisogna tuttavia considerare che spesso il confine tra queste due forme di voto è alquanto labile, ed il politico finisce per fare un minestrone delle promesse che l’ingenuo malcapitato si attende di sentire. Spesso non si tratta neppure di voto di scambio ma di semplice fidelizzazione del voto, o mera convinzione che il soggetto del territorio, qualora eletto, opererà in favore “del posto” e con un proprio programma politico (del quale nella realtà in genere non se ne concretizza neppure un terzo).
Inoltre è alquanto improbabile che un politico locale e/o provinciale abbia chissà quale potere per fornire (in caso di ricatto occupazionale con chi ha bisogno di uno stipendio stabile) un posto di lavoro a tutti i richiedenti che nel privato si avvicendano a questo o quel candidato di turno.
In molti casi vige ancora la “visita domestica” del candidato, ovvero dei soggetti che si recano in alcune famiglie per presentarsi ed esporre la loro candidatura. Ciò non costituisce ovviamente un reato, ma rappresenta la cifra di un volgo politico-popolano e provinciale, il quale, pur non avendo mai seriamente lavorato per il territorio, ritiene di poter convincere l’elettore a concedergli fiducia. Spesso con successo.
Quando si promette qualcosa, in genere corre la voce sul favore che il politico di turno avrebbe fatto a Tizio, Caio e Sempronio, il ché può anche essere vero, ma quando si sentono queste voci, dovrete pur tenere conto che tale politico non potrà ripetere all’infinito e con tutti un favore. Un favore che talvolta affonda comunque le radici in una pratica illegale per la quale chi non aveva alcun titolo ad un lavoro si è magari ritrovato a lavorare nella Pubblica Amministrazione.
Ebbene, non lamentatevi dopo se la buca nell’asfalto della vostra strada vi rovina l’auto o se rincasando la sera col vostro (disoccupato) figlio trovate la via senza illuminazione…Non lamentatevi se la situazione ambientale e turistica del vostro comune è allo sfascio. Non lamentatevi se pagate tasse comunali più alte rispetto a quelle dei comuni limitrofi. Non lamentatevi se conoscete persone in cassa integrazione. Non lamentatevi se alcune aziende depredano il territorio per lasciare solo pochi stipendi e nessuna opera pubblica, né se diverse attività chiudono i battenti. Non lamentatevi del declino culturale del vostro paese, né dell’aumento di episodi di microcriminalità, né del tasso di alcolismo diffuso. Queste situazioni sono il prodotto del politico incompetente che avrete votato, dietro tante promesse e sorrisi a buon mercato.
Perché dare ancora fiducia a queste serie di incompetenti? Non vi hanno preso in giro a sufficienza? La maggior parte di questi non hanno neppure un titolo di studio. E quelli che lo hanno, non hanno alcuna attinenza col ruolo che intendono ricoprire, né saprebbero valorizzare il proprio territorio. Stringete loro la mano, ma nel segreto del voto dovrete fare altro:

In Sardegna oggi stanno avanzando soluzioni alternative, tra queste, una politica territoriale, quella dei partiti autonomisti ed indipendentisti Sardi, che non ha l’esclusivo interesse del piccolo potere personale e della poltrona, ma l’interesse della crescita della vostra comunità. Benché alcuni partiti si stiano unendo, alcuni di essi sono tuttavia sparsi in diversi fronti e in diverse liste civiche.
Occorre iniziare a dare un messaggio politico a partire dalle piccole comunità, bisogna votare i partiti Sardi, come il PSD’AZ, il ProgReS, Fortza Paris, IRS, Sardigna Natzione, Rossomori, AMPI e PAR.I.S.
Non importa se alcuni candidati di queste sigle (sparse in varie liste civiche) non vi convincono, un voto alla politica territoriale equivale al voto verso la responsabilità del cambiamento, quello vero. Quello che in questa fase di transizione sta lentamente costruendo le basi per un radicamento territoriale del nazionalismo Sardo: una politica che potrà risolvere i problemi occupazionali e culturali della vostra collettività. Senza secondi fini, perché è interesse di tutti dare un futuro ai nostri figli, non solo “agli amici degli amici”.

Siate furbi dunque, fatevi nuovi e più sinceri amici (anche perché sono in crescita).
Stavolta dunque non si tratta più di separare l’idealismo dalla concretezza, ma di unirli per ottenere un serio progetto politico.
E’ per questi motivi che lasciamo libertà di coscienza a voi lettori sulla scelta del voto.
In questa fase non esiste un soggetto da votare, ma un’intera area politica che può archiviare la triste eredità che molti politici locali stanno lasciando nei vostri paesi e nelle vostre città, e che vorrebbero vedersi rinnovata.

Il 15 e 16 maggio, scegli il voto utile: vota per il cambiamento, vota chi non tradisce la tua fiducia! E nel referendum ricordati di votare sì contro il nucleare e i depositi di scorie radioattive nella nostra isola!

Di Bomboi Adriano.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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