Fuoco amico da Michela Murgia: dal premio Campiello al ‘Martufello prize’

Sarà l’afa estiva, sarà l’innata tendenza all’auto-celebrazione che accompagna l’esistenza di tanti esseri umani, sta di fatto che persino la scrittrice Michela Murgia è riuscita a trasformare un pacifico scambio di opinioni in un teatrino di superbia e volgarità gratuita.
L’occasione, manco a dirlo, si è presentata in un articolo della Murgia inerente la violenza verbale che accompagnerebbe diversi indipendentisti sul web, un tema da noi più volte trattato nel corso degli anni e stavolta portato agli onori della stampa dallo scrittore Marcello Fois. Qui il testo.
La Murgia replicava allo scrittore ricordando la modalità dell’hate speech, cioè quella bieca tendenza nel corso di un dibattito volta ad interrompere le opinioni altrui, coprendole con schiamazzi o attacchi gratuiti. In seguito la scrittrice proseguiva affermando: “Tra chi pratica l’hate speech c’è gente di ogni tipo, comprese persone dai sentimenti politici più confusi che indipendentisti. È gente arrabbiata e priva di strumenti critici che cerca bersagli verso cui indirizzare la frustrazione della propria impotenza. Non si può confondere questo agire con la prassi di un qualsivoglia partito politico. L’indipendentismo che pratico e in cui mi riconosco è democratico, non violento e progettuale, lontano dall’hate speech come la testa lo è dal ventre, e le sue forze migliori in questo momento non sono sui blog a spalare fango, ma elaborano proposte sui temi urgenti per l’isola.”

Oltre a condividere tale orientamento della Murgia, il sottoscritto si è trovato d’accordo per metà con Fois. E’ vero infatti che una discreta dose di indipendentisti utilizza male lo strumento del web contribuendo a dare una pessima immagine di contenuti e proposte politiche che passano inevitabilmente in secondo piano. Ma è altresì vero che Fois ha generalizzato il panorama indipendentista, dando quasi l’impressione che l’intero indipendentismo sia etichettabile in termini negativi. Circostanza che non ho mancato di far presente a Marcello Fois.
Dal canto suo la Murgia, in una incomprensibile esplosione di volgarità, ha accusato il sottoscritto di molestie sul web e di millantare il prodotto degli anni di lavoro che voi lettori conoscete. Un lavoro fatto di passione e di impegno assieme a tanti collaboratori, con interventi che spesso hanno anticipato le principali tendenze dell’indipendentismo moderno, tutto registrato e verificabile.

A quel punto, sempre in tema di hate speech, è stato inevitabile ricordare alla Murgia le parole del principale intellettuale del suo movimento, Franciscu Sedda, che nel 2009 affermava:

“E’ l’autonomismo che genera costantemente divisioni o sono i quattro mori che portano male all’unità dei sardi?
La risposta è, ovviamente…entrambe le cose. Del resto autonomismo, quattro mori e disunità sono la stessa cosa, una stessa ed unica storia. Certo, si dirà che c’è autonomismo e autonomismo. Infatti, c’è nell’autonomismo un’infinita gradazione di subalternità che va dall’ingenuo al patetico passando per il ridicolo.”

Queste affermazioni sono le stesse portate avanti per anni prima nel vecchio movimento IRS ed oggi, si spera, non nel ProgReS: il movimento nel quale si è spostato sia Sedda che la Murgia.
Che significa? Significa che per anni è stata portata avanti una sottile ma evidente campagna d’odio verso il sardismo e persino verso i 4 Mori. Si è trattato di un antiautonomismo che rispetto al ’900 ha subito un salto di qualità, in quanto al vecchio odio antisardista si è sommato persino il nazionalismo ottocentesco di attaccare la bandiera in cui si riconosce tutto il Popolo Sardo. Una preoccupante condotta politica accompagnata da un preteso alone di accademicità.
Le parole di Fois sono state dunque indirettamente confermate dal comportamento della Murgia e definitivamente confermate dal recente passato in cui il Sedda aveva portato avanti un deliberato attacco al sardismo contribuendo ad inasprire le divisioni tra partiti Sardi che i nostri concittadini faticano a comprendere, essendo impegnati in problemi più importanti, come ad esempio quello di far fronte da soli alla crisi economica.
Dopo aver chiesto conto alla Murgia di questo sottile hate speech perpetrato dal suo indipendentismo di riferimento, ha evitato di trattare l’argomento denigrando U.R.N. Sardinnya e dichiarando “sprovveduti” tutti coloro i quali seguono il sottoscritto ed il lavoro del nostro gruppo. Lavoro che, ricordiamolo, da 6 anni si occupa proprio di far emergere le contraddizioni in seno all’indipendentismo che creano gli stati di tensione di cui la Murgia ha dato vergognosa testimonianza. Lavoro che probabilmente ha aiutato la stessa Murgia a scoprire un indipendentismo garbato sul piano delle argomentazioni e della comunicazione.
Tra gli “sprovveduti” questo mese abbiamo come ospiti il Generale in ausiliaria della “Brigata Sassari” Gianfranco Scalas, nonché presidente del movimento politico Fortza Paris. Abbiamo una musicista Sarda (Claudia Aru); una amministrazione comunale che ha promosso un convegno di archeologia; la Confederazione Sindacale Sarda che informa i lettori delle proprie iniziative, ed uno scrittore della scuderia Condaghes (Antonio Areddu) in un articolo di presentazione su un testo che colma una lacuna storiografica del nostro territorio. Ma abbiamo persino un simpatizzante del ProgReS che ci ha inviato un comunicato dello stesso movimento della Murgia e che condividiamo appieno.
Ci stiamo dunque domandando se – come affermava Michela Murgia nella sua replica a Fois – lei possa annoverarsi tra “persone dai sentimenti politici più confusi che indipendentisti. È gente arrabbiata e priva di strumenti critici che cerca bersagli verso cui indirizzare la frustrazione della propria impotenza.”

Dopotutto si sa: raramente il moralismo va a braccetto con i fatti. La stessa “accabadora di idee altrui” infatti ha chiesto conto al sottoscritto del perché non mi sia candidato in politica a fronte delle circostanziate critiche effettuate dal nostro gruppo al suo movimento di fiducia. Sarebbe opportuno ricordare che neppure la Murgia è stata mai candidata in una lista indipendentista, in secondo luogo la sua recente notorietà non la autorizza a dare patenti di credibilità a nessuno. E soprattutto: per quale motivo avrei dovuto candidarmi? Forse per spargere odio sulla bandiera dei 4 Mori piuttosto che aiutare i cittadini in difficoltà?

Non ci aspettiamo le scuse della scrittrice, consideriamo “fuoco amico” la scomposta reazione della Murgia senza rancore alcuno. Sperando che la sua scarsa credibilità nell’indipendentismo venga usata per contestare l’operato dei partiti italiani e non noi, che dovremmo lavorare nella stessa squadra.
Siamo abituati alle critiche, essendo le nostre delle voci scomode che contestano nel merito le divisioni indipendentiste di chi confonde il pluralismo con la frammentazione. Ma vorremmo ricordare alla Murgia che la notorietà è un’arma a doppio taglio: quando la si conquista bisogna anche saperla usare costruttivamente. Ci auguriamo che oltre al Campiello vinca tanti altri premi elevando lo spessore culturale della nostra isola, ma per oggi si è solamente candidata a ritirare il “Martufello prize”: il premio dei simpatici sempliciotti che giunti sopra un palco si sentono in dovere di pontificare sulla vita e sulla morte, e che tutto sommato ascoltiamo, perché ci ricordano di vivere in una democrazia, dove anche il più umile dei contadini potrebbe aver ragione ed ha il diritto di dire la propria senza essere schernito. La Murgia da che parte sta?

Di Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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