Il 25 a Oristano la riunione dei leader indipendentisti che per anni si sono divisi senza produrre riforme. Ce la faranno?

Il 25 settembre si riuniranno ad Oristano i movimenti indipendentisti che hanno aderito al progetto di convergenza nazionale proposto il 27 aprile scorso a Thiesi da A Manca pro s’Indipendentzia.
Si tratta di Sardigna Natzione, IRS, PAR.I.S., ProgReS e naturalmente AMPI.

Si tratta di un momento importante che ci auguriamo porti proficui risultati. Ma, nonostante le importanti battaglie portate avanti nel corso degli anni da questi leader, dobbiamo constatare i seguenti limiti:

1) Chi parla di unità sono in diversi casi gli stessi dirigenti indipendentisti responsabili delle divisioni politiche e delle tensioni sorte all’interno dell’autonomismo e dell’indipendentismo Sardo nell’ultimo decennio.
2) Chi parla di pluralismo sono gli stessi dirigenti di movimenti che portano avanti, divisi, programmi politici pressoché identici.
3) Chi parla di unità sono gli stessi dirigenti indipendentisti non votati dal Popolo Sardo e non eletti in alcun consesso sociale, e pertanto politicamente spogliati del diritto di parlare in vece dell’isola nel momento in cui evitano il confronto con terze personalità e forze politiche operanti in Sardegna a tutela degli interessi della collettività.
4) Di conseguenza chi parla di unità sono gli stessi dirigenti politici che hanno volontariamente eluso dal dibattito tutte le principali forze sardiste, tra cui il Partito Sardo d’Azione (promoter della mozione indipendentista in Consiglio regionale che ha riavviato il dibattito sulle riforme), Rossomori e Fortza Paris.
5) Chi parla di unità sono gli stessi dirigenti indipendentisti che eludono dal dibattito un potenziamento delle forze sindacali a tutela della Sardegna, tra cui la Confederazione Sindacale Sarda.
6) Chi parla di unità sono gli stessi dirigenti indipendentisti che non hanno mai proposto una bozza di riforma istituzionale della Sardegna.
7) Chi parla di unità non è stato investito da alcuna benedizione divina nel poter parlare a nome dell’indipendentismo sardo, in quanto questi ormai estesosi ben oltre gli angusti spazi di movimenti che hanno lavorato poco ed insufficientemente per riformare se stessi prima che le istituzioni dell’isola.

Il rischio di autoreferenzialità da parte di tali sigle è manifestatamente elevato, ci si augura che il 25 venga quantomeno siglato un accordo di base affinché prendano forma nuove ipotesi di collaborazione nel quadro delle principali vertenze dell’isola. Un nulla di fatto non farebbe che confermare la necessità di superare classi dirigenti autoproclamatesi detentrici di battaglie che da sole non possono portare avanti.
Grazie.

Bomboi Adriano.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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    4 Commenti

    • Parli di autoreferenzialità? Leggiamoci l’ultimo comunicato di Acampora, ci trovi di peggio: retorica, presunzione e banalità. Mi chiedo come un Compostu o un Sale con tutti i loro difetti e limiti, ma con una decennale e più che dignitosa militanza possano sedere al tavolo con gente che ha questo senso di superiorità. Non riesco a esprimere il senso di delusione che ho provato nel leggere quel testo e ancora non ho capito quali sono le qualità che hanno portato a scegliere questo Acampora come leader…ops! parola vietata… come portavoce di ProGreS. Io non lo conosco e per quanto mi riguarda è uno che, come si suol dire, deve mangiarne pane prima di dare patenti di credibilità agli altri. Intanto gli osservatori antisovranisti si staranno facendo una bella risata a leggere queste penose esternazioni.
      Un altra che ha stufato è la Murgia che si mette a dare assist a Marcello Fois, uno che odia la sardità, il nazionalismo genuino . Si, questa parola tanto detestata dai nostri intelletuali autodichiaratisi tali. La verità che questa gente soffre di notevoli complessi di inferiorità, niente me lo leva dalla testa. Si vergognano di essere sardi. Come si fa a dire alla propria gente sardi che per essere migliori non bisogna essere sardi? Questo ci leggo tra le righe dei loro comunicati, del loro manifesto politico.
      Sono io che non ho capito? Allora siamo in tanti. Facciano un corso di comunicazione, si facciano consigliare da qualche spin-doctor.

    • Credo che gli ” indipendentisti” più produttivi oggi in sardegna, nel senso sia scientifico che politico della loro opera, siano pochissime persone impegnate nella ricerca storico archeologica linguistica e nel diradamento delle nebbie che hanno avvolto la nostra isola soprattutto a partire dalla caduta dei giudicati. E mi pare che fino ad oggi nessuna delle piccole e variegate parti ufficiali dell’indipendentismo abbia sostenuto l’opera di queste persone.E’ come volersi impegnare per la costruzione di una casa infischiandosene delle fondamenta. Non ci può essere identità, e tantomeno indipendentismo, senza storia, archeologia e lingua; e senza scendere in campo a sostegno di quei pochissimi che da soli lavorano e producono per questo fine.Bisogna cominciare a capire che la questione dell’idipendentismo non può restare circoscritta al piano del contenzioso politico, ma che occorre allargarla al piano di un confronto che investa le istituzioni (italiane/sarde) che controllano il potere culturale in sardegna.Vorrei capire come ci si possa avvicinare a un movimento indipendentista, se questo si disinteressa totalmente,tanto per fare degli esempi, della questione scrittura nuragica e dell’esistenza o meno dei fenici apportatori della civiltà in sardegna.

    • Progetto di convergenza nazionale??

      Vorrei proprio vederlo uno come Gavino Sale accogliere a braccia aperte quel ***** di Franciscu Sedda e la sua Gonnella Demuru!

    • Bravo Adriano.
      Purtroppo sono molto d’accordo con Sardo Deluso. Ho anche provato a spiegarlo meglio nel sito di progress nei commento di quella autobiografia delirante del loro segretario, ma…..sono ancora in attesa di moderazione. Forse ci stanno pensando. Almeno me lo auguro.
      Continuiamo a lavorare per unire, non per dividere.
      Forza Paris

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