Si alla caserma di Nuoro: I nostri ragazzi tornino a casa, si protesti contro ben altre servitù militari. Con una proposta per Quirra
Non ci sono scuse, la posizione espressa dal Generale in ausiliaria Gianfranco Scalas sul merito della nuova caserma militare di Prato Sardo a Nuoro è pienamente condivisibile.
La caserma non dovrebbe neppure essere contrapposta al tema del polo universitario nuorese, che non può essere messo in discussione. Sono necessarie entrambe le strutture.
In primo luogo bisogna dare spazio al buonsenso: una caserma non è un poligono di sperimentazioni militari. Da anni centinaia di Sardi, relativamente al comparto dell’Esercito, chiedono senza successo il trasferimento nella loro terra. Ci sono giovani, ci sono professionisti che intendono investire non solo uno stipendio che oggi viene devoluto in Regioni già di per se ricche ma, cosa ben più importante, ci sono uomini che investirebbero un prezioso capitale umano nel nostro territorio. Stiamo parlando quindi di centinaia di nuove famiglie che possono rinascere nel nostro tessuto sociale, con tutto ciò che comporta in termini di sviluppo delle nostre comunità.
I movimenti politici Sardi hanno il dovere di tutelare questi Sardi.
Quando si parla di emigrazione e lavoro, non si può non considerare anche chi ha scelto il difficoltoso mestiere della Pubblica Sicurezza, con tutte le sue responsabilità.
In Scozia persino gli indipendentisti dell’SNP hanno sviluppato forti politiche di avvicinamento alle esigenze della Pubblica Sicurezza, con il consenso sociale che possiamo facilmente immaginare.
Se si intende protestare contro l’eccesso di servitù militari, sarebbe più costruttivo continuare a farlo verso quei poligoni militari inquinanti ed economicamente sconvenienti per il territorio come a Quirra. E proprio in merito a Quirra, nel 2005 da un prototipo politico denominato “Progressisti”, abbiamo proposto di convertire il poligono interforze in un centro civile di sperimentazioni aerospaziali, con relativo indotto universitario annesso.
Ogni campus sperimentale di natura civile che si rispetti (sia con fondi privati che pubblici) deve poter divenire un polo di attrazione per ricercatori internazionali e non. Con la nostra posizione nel Mediterraneo occidentale potrebbe diventare un punto di eccellenza, sviluppando programmi di vasto interesse scientifico per la Comunità Internazionale.
Ricordiamo inoltre che lo Stato Italiano nel 2005 è stato il terzo dei principali finanziatori di ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, dopo Francia e Germania. Un’agenzia in fase di crescita per quanto riguarda la necessità di potenziare il budget della ricerca sulla sua tecnologia in vari ambiti del settore aerospaziale.
Non è pensabile che a Quirra si sperimenti solo il “lavoro sporco” come ad esempio quello della propulsione di alcuni vettori classificati su base militare e che non vi sia alcun ritorno economico e tantomeno di sviluppo scientifico e sociale per il nostro territorio.
Grazie per l’attenzione.
Di Corda M. & Bomboi A.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi
Sono un marinaio militare di Oristano e vivo a la spezia da 18 anni, faccio l’autista. Dopo 5 anni di continue domande di trasferimento per il ricongiungimento familiare e di continue depressioni nei bar di spezia, ho deciso di mettermi l’anima in pace e di far trasferire la mia fidanzata. Ora sono sposato e ho 2 figli. Ho speso un patrimonio per l’acquisto di auto, di una casa e per le spese di tutti i giorni nei negozi alimentari. Ultimamente ho aperto un negozio di prodotti Sardi qua’ a la spezia per arrotondare lo stipendio. Cosi’ come me ci sono tanti altri militari che spendono soldi tutti i giorni, e certi riescono ad aprire un attività commerciale. Siamo in pochi a poter tirare avanti l’economia in italia. Non ho mai capito perchè certe persone in Sardegna nutrono questo atteggiamento di odio nei nostri confronti. Siamo solo degli impiegati statali, che devono eseguire gli ordini imposti da chi indossa un grado superiore. Un dipendente di qualsiasi altro impiego non farebbe lo stesso per lavorare? Se aprissero una nuova caserma a Nuoro, la citta’ diventerebbe in poco tempo piu’ grande e piu’ ricca. I militari di oggi sono volontari professionisti, non sono piu’ quelli che per la maggiorparte erano scalmanati ragazzini di leva, disobbedienti e senza cultura, che prestavano il servizio obbligatorio
Non penso che sia necessario aprire l’ennesima caserma, visto che non c’è la volontà da parte delle istituzioni Sarde a far rientrare i tanti Militari Sardi sparsi per la penisola!Dico questo perché lo scorso anno un gruppo di Ragazzi che prestano servizio in continente hanno chiesto al Sindaco del Paese (S.A.Arresi)se come aveva fatto qualche mese prima (ottenendolo..)il Sindaco di Monte romano,poteva fare richiesta al ministro della difesa per far rientrare tutti nella confinante base di Capo Teulada……anche per bilanciare i tanti danni che questa provoca al territorio, con la presenza di una ventina di Ragazzi e rispettive buste paga,si darebbe una ventata d’aria fresca al territorio!!!!Peccato che da parte sua non c’è stato il minimo interesse……;((
Non c’è l’interesse delle istituzioni su quel punto perché è un problema politico. L’unica area politica che oggi potrebbe fare quel lavoro di sensibilizzazione è il nazionalismo (come è già successo in Scozia, Catalogna, ecc), al fine di riportare a casa i giovani del territorio che lavorano in terze strutture, chiundendo così anche l’antistorica tara ideologica che nell’indipendentismo Sardo continua a fare divisioni tra Sardi di serie A e sardi di serie B.
[...] l’idea indipendentista di convertire il poligono di Quirra in un centro aerospaziale, proposta già effettuata alcuni anni fa dal gruppo U.R.N. Sardinnya, formato anche da militari Sardi, e nel 2012 dal sindaco [...]
[...] il poligono militare di Quirra in un polo universitario aperto alla ricerca internazionale (Sa Natzione, 01-11-11). Recentemente anche il direttore dell’Unione Sarda si è mostrato interessato al tema di una [...]