A Dubai si impara la lingua Sarda, in Sardegna l’inno di Mameli

Il mondo è bello perché è vario. Tanto che all’aeroporto internazionale di Dubai (negli Emirati Arabi Uniti) per turisti e residenti è possibile trovare la croce rossa di San Giorgio con i 4 Mori.
Lo shopping infatti regala agli avventori la possibilità di acquistare un cd-rom della Eurotalk con il quale apprendere i primi rudimenti della lingua Sarda.
E per quasi 20 dollari, lo si può acquistare anche su uno dei più grandi negozi online del pianeta, su Amazon.

In Sardegna invece si organizzano corsi di lingua italiana per immigrati al fine di integrarli nella nostra società, peccato che prima di loro siano i Sardi stessi a non essere integrati in diversi settori della Pubblica Amministrazione e del lavoro a causa della “colpa” di conoscere bene solo il Sardo piuttosto che l’italiano.
A questa discriminazione si è aggiunta anche l’ipotesi che Roma emani una legge per far cantare nelle scuole l’inno di Mameli, oltre al danno la beffa. La politica assimilazionista e provinciale dello Stato non conosce soste e nessun rispetto per le minoranze linguistiche della Repubblica.
Parlare la propria lingua non è un limite ma un valore aggiunto, lo sanno bene a Bolzano dove – con il rispetto dei diritti linguistici della minoranza tedesca e ladina – poche migliaia di persone e un partito (l’SVP) riescono ad essere politicamente più attive ed economicamente floride di un milione e seicentomila Sardi con i nostri sconclusionati 11 partiti autonomisti e indipendentisti. Ad esempio nei concorsi pubblici è necessario conoscere il tedesco.
Che dire? A Roma invece i rigurgiti nazional-sciovinistici sovrastano persino il sano patriottismo americano, per intenderci, quello che in diverse case vede esposta in giardino la bandiera a stelle e strisce tutto l’anno, mentre da noi si ha paura ad esporre i 4 Mori, salvo poi inondare di tricolori i balconi durante i mondiali di calcio.

Il Sardo è tutelato dalla legge regionale n. 26/97 e dalla n. 482/99 dello Stato.

E se ragionassimo su una quota di rappresentanza fissa per la minoranza linguistica Sarda anche nel nostro Consiglio Regionale, nel Parlamento Italiano e a Strasburgo?

Di Corda M. & Bomboi A.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    8 Commenti

    • E poitta no incumenzaisi osatrusu a du pubblicai in limba s’articulu?

    • Giusta osservazione, da anni abbiamo idea di creare un network con 3 lingue: italiano, sardo e inglese. Mancano tuttavia le competenze idonee per poterlo fare, siamo un’associazione con poche maestranze e nessun contributo pubblico.
      Ma la cosa più bizzarra è che non lo facciano gli 11 movimenti politici sardi, che sicuramente non hanno problemi di personale.

    • “..Ma la cosa più bizzarra è che non lo facciano gli 11 movimenti politici sardi, che sicuramente non hanno problemi di personale.” e che aggiungo prendono soldi pubblici…

    • Il sardo? Qual è il sardo? quello parlato nel Logudoro? O Quello parlato nel Campidano? E con i galluresi come la mettiamo? Mi sa che 3 lingue non basterebbero proprio…. Anzi direi che l’unica lingua che accomuna i sardi sia proprio l’italiano…..
      P.S. I tricolori durante i mondiali non mi pare siano imposti da nessun rigurgito nazional-sciovinistici proveniente da Roma, se un sardo vuole esporlo libero di farlo, scelta assolutamente individuale, così come è libero di esporre la bandiera dei 4 mori e se non lo fa avrà i suoi buoni motivi…

      Saluti
      Un italiano sardo.

    • Anche l’italiano è parlato in misura differente all’interno della Repubblica Italiana, e fu imposto per legge, non certo perché rappresentava la lingua delle popolazioni che lo subirono. Anche il Sardo è munito di proprie varianti, non c’è nessuno scandalo.
      Ma certo che i tricolori nei balconi sono scelte individuali, ma il fatto che compaiano solo durante i mondiali denota quanto il vero collante di questa Repubblica sia tutt’altro che la “nazione” italiana (evidentemente artificiosa).
      Se ora si impone persino l’inno e la bandiera per legge significa che c’è un gravissimo problema di comprensione sul mito del risorgimento.
      La vera sciagura che abbiamo da queste parti (rispetto alla Spagna o al Regno Unito che riconoscono con varie modalità le loro minoranze) è che quì spesso non si conosce neppure la differenza tra il concetto di Stato e quello di Nazione…

    • Mentre i nostri colonizzatori si preoccupano di farci cantare l’inno di Mameli, i veri padroni d’Europa stanno iniziando un’altra “colonizzazione” linguistica, e così non si preoccupano più di tradurre gli spot: se prima erano costruttori di auto, adesso i tedeschi ci lanciano sinistri slogan…”DAS AUTO”, “WIR LEBEN AUTOS”. Ci toccherà imparare il tedesco?

    • Non c’è nessun problema se ci invadono i tedeschi. Per essere cittadini di serie B in Italia tanto vale essere cittadini di serie B in Germania almeno li qualcosa funziona. Così secondo la logica di chi dice che i sardi sono italiani, in questo modo diventeremo tedeschi e metteremo fuori la bandiera tedesca ai mondiali di calcio…
      Mi fanno ridere poi tutti questi problemi con la questione della lingua.. In Svizzera quante lingue ci sono ufficiali? In Sardegna possono benissimo convivere una lingua sarda con le sue varianti per ogni regione dell’Isola, più l’italiano, l’inglese etc..

    • mi so dimandende comente dia de essere possibile ki cun tottus custos teracos de s’ italia ki bi istan in Sardignia, e ki tenen puru su corazzu de si dichiarare sardos, s’ istadu e sa cultura italiana sighit a cunsiderat inimigos sos tottus abitantes de sa sardigna, Sos colonialistas tenen indennitades mannas pro attuare su genocidiu de sos sardos. Imbeze sos teracos, vedi malcom x i negri da cortile, o le guide indiane sun pagados pius pagu ki in su territoriu metropolitanu.Comente sos canes de istelzu o sos capò de auschwvitz linghin sa manu ki los iscudet, inoghe nos han riduitdu a galera e muntonalzu e sos dirigentes italianos campan ponzende a unu contr’ e s’ atteru.

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