Denuncia del movimento Sardigna Natzione: Cesio 137 radioattivo alla Portovesme S.R.L.
L’inganno delle scorie fatte passare per materie prime.
Tramite la PORTOVESME SRL, continuano ad arrivare in Sardegna migliaia di tonnellate di scorie altamente inquinanti e pericolose, con fondato sospetto di radioattività, costituite dai residui delle acciaierie del nord Italia e di mezza Europa. Con la scusa di estrarre da essi piccole quantità di materiali utili, di fatto si smaltiscono in Sardegna rifiuti speciali pericolosi prodotti da altri.
Queste lavorazioni che trovano giustificazione economica nello smaltimento e non nella produzione di materie prime e che sono all’interno del giro d’affari che lucra sullo smaltimento delle scorie pericolose, lasciano nel nostro territorio migliaia di tonnellate di residui tossici con il loro contenuto di metalli pesanti e forse anche radioattivi, estremamente nocivi per il territorio e per gli esseri viventi, dei quali possono modificarne addirittura il DNA.
Sotto la minaccia occupazionale, si vuole continuare a lucrare sul business dello smaltimento dei rifiuti tossici e non si tiene conto dei danni all’ambiente ed alla salute, certificati dal “Rapporto Dirindin”, dal quale si evince che nella zona interessata dalla lavorazione e dallo smaltimento dei fumi di acciaieria, non solo si riscontra una elevata percentuale di morti da tumore, ma anche una anomala percentuale di piombo nel sangue dei bambini e persino dei cinghiali, che pure non lavorano in fabbrica.
Una spada di Damocle radioattiva incombe sui Sardi.
Nonostante il no al nucleare tramite il referendum promosso da SNI e condotto dal comitato SiNoNucle, i Sardi continuano a vivere sotto la minaccia radioattiva. E’ tempo di avere il coraggio di andare oltre questo modello di sviluppo e togliere di mezzo la classe politico-affaristica che in sudditanza lo ha intermediato.
Fermare le discariche speciali significa fermare il business politico-affaristico che sta consumando il nostro territorio. A cominciare da quella prospettata a Decimomannu, dobbiamo iniziare una lotta ferma e dura contro le discariche speciali, dobbiamo colpire al cuore il business dello smaltimento simulato come produzione. Senza discariche il business non può andare avanti, avrebbe troppi costi passivi. Le comunità locali devono rendere indisponibile il loro territorio allo smaltimento degli escrementi dei nuovi barones.
Ogni mq concesso al sistema politico-affaristico coloniale è una risorsa rubata al futuro dei nostri figli. Saremo la peggiore generazione di Sardi passata sulla nostra terra se lasceremo ai nostri figli un territorio disseminato di discariche pericolose e radioattive, di nano particelle da incenerimento o esplosione, di benzene filtrato nel terreno e nelle acque e trasmetteremo loro il DNA ammalato ed il sangue contenente piombo ed altri metalli pesanti.
Noi indipendentisti di SNI, assieme al “Comitato No Iscorias”, nel 2005, abbiamo tentato di fermare questo indegno scempio del nostro territorio e della nostra gente mediante un referendum abrogativo della legge che lo permetteva, ma il ricatto occupazionale da parte del sodalizio affaristico-politico-sindacale e l’accorpamento con il referendum sulla fecondazione assistita non hanno permesso il raggiungimento del quorum di validità.
Nel 2006 SNI ha depositato in tre procure, Cagliari, Sassari e Tempio, una denuncia contro ignoti per i danni fatti al territorio Sardo ed alla sua gente dall’uso improprio del territorio e dei lavoratori Sardi, adducendo come prova il “Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari o militari della Regione” (rapporto presentato il 12 dicembre s.a. dall’Assessore regionale alla Sanità Nerina Dirindin), e al dossier sullo “Sviluppo Sostenibile” del dott. Vincenzo Migaleddu, radiologo in Sassari.
Casteddu, 27/06/2012,
SU COORDINADORE NATZIONALE – Bustianu Cumpostu (SNI).
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Redazione SANATZIONE.EU