Governo Monti cancella Sardegna dalle zone franche urbane
Continua il sonno profondo dei parlamentari Sardi. Dei consiglieri regionali, sindacati imprenditori e anche dei nuovi sostenitori della zona franca.
Giovedì 4 ottobre è stato approvato dal Governo Monti il decreto Sviluppo bis, con il ritorno delle zone franche urbane. Le piccole imprese delle aree a rischio potranno usufruire di esenzioni dal pagamento delle imposte su redditi, Irap, imposta sugli immobili e contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Gli sgravi dovrebbero arrivare fino a 200 mila euro. Le nuove misure si concentreranno non più sulle 22 iniziali ma su 12 città, Eccole in ordine: in Campania (Mondragone, Napoli e Torre Annunziata), in Puglia (Lecce, Taranto e Andria), Calabria (Rossano, Crotone e Lamezia), Sicilia (Erice, Catania e Gela). La Sardegna viene esclusa, non rientrano Quartu Sant’Elena, Iglesias e Cagliari. Anzi, la Sardegna è stata cancellata. Complimenti.
Ma Monti forse ha ragione, col sostegno della sua maggioranza. La Sardegna non è Meridione. Anzi, non è proprio neanche Italia.
Quando abbandoniamo questo Stato mafioso?
Adesso che tutti sono avvertiti, non confondano ancora Zona franca con Zone franche urbane, sono due misure di sviluppo economico fondamentalmente diverse.
Mario Carboni, Fondazione “Sardegna Zona Franca”.
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Redazione SANATZIONE.EU
La domanda, veramente, è un’altra, prima di tutto: quando, i Sardi, abbandoneranno il complesso d’inferiorità che fa sentir loro italiani perché non hanno punti su cui appoggiare il loro sentirsi Sardi???
Ci vuole coscienza collettiva del Popolo Sardo, non contentini di pseudo-politici venduti al potere coloniale che quando vanno a Roma si piegano ad angolo retto…
Mandiamoli a casa: nel Lazio hanno sciolto il Consiglio Regionale da più di una settimana (nel Lazio!!). E noi non siamo capaci di mandare a casa questi incompetenti???
Caro Mariu,
io non ne capisco nulla di zona franca. Capisco però perfettamente che non la faremo franca!
Non la faremo franca perché il gesuita Monti, ch’è cresciuto sotto il più spudorato e menefreghista qualunquismo, non può certo avere alcuna alzata di genio! Egli si atterrà pedissequamente al più mero bassissimo profilo mantenuto nei confronti della nostra Isola, da tutti quanti i suoi predecessori: uso l’ultima locuzione non per salvarne alcuno, ma per schiacciare entro il lozio ove meritano soggiornare, proprio tutti!
D’altro canto, caro Mariu, con la indefessa imbecillità (dal dizionario: stato di debolezza mentale dovuto all’arresto dello sviluppo intellettuale) che fagocita nel suo proprio canonizzato far nulla, i parlamentari sardi di tutti i colori, cosa mai pensi che ci riservi il futuro?
Facciamoli fuori tutti, elettoralmente e democraticamente parlando! Facciamoci rappresentare da coloro i quali (ove mai ne esistano!), che dannandosi l’anima e logorandosi il corpo, professino fortissimamente, la loro convinta ed inossidabile SARDITA’, in qualsiasi agone siano chiamati a rappresentare le legittime aspettative dei Sardi che pagano loro sontuose prebende!
Caro Mariu, se tu pensi questo sia la rappresentazione di un sogno, io non lo penso affatto! Credo che la forte, onesta, cosciente, amorevole fede nella Sardità, ci possa pertare alfine ad ottenere ciò che legittimamente ci spetta! Ciò otterremo soltanto con le nostre certezze! Se andiamo a Montecitorio, non come cantava la conzone “a divertir”, ma ad imporre il nostro punto di vista, con cosciente forte consapevolezza di essere nel più sacrosanto GIUSTO, noi trarremo alfine la Sardegna dal giogo qualunquista che pretende fare schiava una Nazione Sarda che ha sempre dominato il Mediterraneo!
Ciao, mikkelj.
Come dare torto ai vari politici italiani come Berlusconi, che ha negato ai Sardi la possibilità di istituire un proprio collegio di rappresentanza a Bruxelles, o come Monti che cancella la Sardegna dalle zone franche urbane? Sono politici italiani, sanno bene che la Sardegna non è italia. Ciò che ha di italiano la Sardegna, sono i monopoli e la classe politica che si arricchisce alle nostre spalle, facendoci fessi e contenti.Le conseguenze sono gravi per tutto il popolo. Una conseguenza è la disoccupazione dei giovani che hanno 4 possibilità: 1) vincere al superenalotto, 2) vincere qualche concorso per essere dipendente statale (se ancora ce ne sono) 3) avere la fortuna di riuscire ad aprire un impresa che funziona (quindi rischiare un investimento di capitale in un momento di forte crisi del territorio) o lavorare con i propri mezzi e le proprie capacità (malgrado gli istituti di formazione professionale non siano proprio eccellenti in Sardegna) 4) emigrare.Una seconda conseguenza ancora più grave è quello della crisi demografica che insieme alla crisi di identità e alla perdita progressiva di valori come la cultura, la lingua e le tradizioni, determinano la morte del popolo Sardo. L’Italia verra ricordata in futuro per aver prima colonizzato e poi vinto e battuto il popolo Sardo con armi sofisticate e silenziose come la strumentalizzazione, l’economia di dipendenza, l’assistenzialismo, la propaganda politica, il clientelismo, la burocrazia… e potremo citarne tante altre fino all’infinito.. L’Italia ha il merito di far dormire la maggiorparte dei Sardi, senza l’utilizzo di nessun narcotizzante o gas soporifero.
Caro Roberto,
è proprio l’espressione delle tue esternazioni che la dice lunga SULLA MANCANZA DI QUALSIASI COLPA DA PARTE DELL’ITALIA!
E’ proprio questa “pezza calda” che ci ottenebra la mente e annichilisce i pensieri.
Quando troviamo un colpevole, in questo caso l’Italia, allora noi crediamo di aver salvato la faccia! Così non è! Così fanno coloro che non sono ancora cresciuti! Coloro che non hanno ancora formato una loro identità, con tutte le accezioni possibili ed impossibili per definire questo vocabolo!
Nella fase di sua formazione, da parte di ciascun individuo è lecito lamentarsi, accampare scuse, incolpare altri della non ancora compiuta giusta PREPARAZIONE!
Ma, non pensi caro Roberto, che il tempo sia ormai scaduto e che sia ormai tempo (ed è ormai quasi totalmente passato proprio quel tempo che il destino, nella sua precisa, ineffabile e cosciente distribuzione delle opportunità per ognuno che deisderi porvi mente) di ergersi con tutto il portato del nostro invidiabile primato D’ESSERE SARDI, ed imporre noi finalmente, il nostro punto di vista? Il nostro modo progettuale di fare le cose, quelle che (per quel che ci riguarda direttamente) noi desideriamo imporre essendo imprescindibili per un nostro vivere dignitoso da uominie Sardi?
Ciao, mikkelj.
Cantu tenet resone, a dolu mannu, Roberto Melis. :-\
Custos nos sunt custringhende a disterrare pro chi pothant fagher sos interessos issoro a dommo nostra… Beru chi toccat a nois, a los ischidare (a sos Sardos), ma si leghent petzi sa paràgula “itaglia”, guai, ses frastimmende ca creent galu chi s’itaglia este sa patria issoro, creschidos a faulas comente sunt dae s’iscola coloniale, dae sos mass-media e giornales (chi siant itaglianos o sardos-bendidos), e ti narant “leghista sardo” cando sa Lega este un ateru partidu itaglianu bènniu a si leare sos votos ‘e sos Sardos (leghe custu “Lega Nord Sardinia” abertu in Trinidade e in Tempiu) e no bi v’intrat propriu nudha cun s’indipendentismu Sardu (a su mancu, cun s’indipendentismu beru e no cussu “all’amatriciana”). In su mentras, in Catalunya, sos comunes decrarant s’indipendentzia e totus sas ateras Natziones chentz’Istadu sun a in antis a nois comente progetu de autonomia pro s’indipendentzia in benidore, cun sos indipendentistas chi guvernant, cun su bilinguismu, cun s’autonomia fiscale e totu cantu su mi soe irmentichende commo..
Già bi gheret, galu, a cambiare su cherbedhu ‘e sos Sardos..
*totu cantu su chi mi soe irmentichende commo
Mikkeli ti do certamente ragione, sul fatto che dobbiamo tutti noi Sardi cercare di imporre il nostro punto di vista, e non solo quello per guadagnarci una fetta importante di sovranità.Ma nonostante sia un’ impresa difficile, quella di risvegliare nei Sardi una coscienza identitaria, cosa fanno i nostri rappresentanti e amministratori politici? Continuano ad accettare solo ciò che viene imposto dal Governo centrale, senza dedicare alcuna attenzione a tutti gli strumenti di cui potrebbero disporre.I motivi di questo atteggiamento sono, per buona parte dei politici Sardi, i privilegi di cui godono per ricoprire una certa carica politica. Per altri politici Sardi, il motivo di questo atteggiamento è da ricondurre nel sonno. C’è poco da girarci intorno.Se un politico vede quotidianamente, tanti aspetti da riformare per quanto riguarda i trasporti, i settori produttivi in crisi, i diritti dei cittadini violati, senza prendere posizione alcuna per quanto riguarda l’istituzione delle zone franche, l’attivazione di una class action contro il cartello dei trasporti ma anche per tutti gli enti in ritardo sul bilinguismo; non prende in considerazione nessuna azione di difesa per quel territorio che sta amministrando.Questo significa che, quel politico, anzichè pensare a delle soluzioni per amministrare al meglio quel territorio, sta solo eseguendo degli ordini, e si tiene stretta la sua posizione di privilegiato.In altri casi si può pensare che sia del tutto incompetente.Non vorrei suscitare nessun malumore o fare la parte del pessimista, ma sono realista. Se non parte nessuna azione della dirigenza politica Sarda, per i Sardi purtroppo non rimane nulla da fare, per quanto possano essere di buona volontà.Le conseguenze sono già tristi, figuriamoci nell’immediato futuro.