Economia e Identità: ne parliamo con Andrea Prato, fondatore de Il Quinto Moro
Classe 1964, laurea a Sassari, grande esperienza nell’ambito della consulenza aziendale, nonché assessore all’agricoltura nella Giunta Cappellacci, oggi scrittore, promotore dell’associazione “I Pratici” e del movimento “Il Quinto Moro”. Buona parte della base indipendentista non crede al suo progetto e il sardista Paolo Maninchedda l’ha accusato di connivenza con la stessa casta che lei afferma di voler combattere. Pensa di riuscire a colmare questa sfiducia dei suoi potenziali interlocutori politici?
Noi Sardi siamo soliti farci del male da soli, sogniamo l’indipendenza e litighiamo inutilmente tra di noi, pur dicendo le stesse cose. Certificare se il più puro degli indipendentisti possa dialogare o meno con “figli di un Dio minore” come me è una tentazione forte ma è un esercizio dannoso. Molti parlano da decenni da perfetti indipendentisti, ma poi, nei fatti, sono dei centralisti asserviti al potere delle lobby e dei partiti romani. C’è troppa confusione fra indipendentisti, sovranisti e autonomisti, e questo è un male per l’intero movimento.
Credo che il Quinto Moro possa contribuire ad aggregare IRS, PSD’AZ, S.N.I., MPS, Consulta e persino il Fiocco Verde in una sola federazione sovranista. Perché stiamo contribuendo ad accellerare il dibattito ed a sdoganare il fenomeno in ambito moderato, sulla base delle cinque sovranità enunciate dalla Consulta Rivoluzionaria e che noi condividiamo in modo assoluto.
Gli elettori del Quinto Moro sono diversi dagli indipendentisti storici e questo è solo un bene perché, insieme, potremmo diventare presto maggioranza in Regione.
Per quanto riguarda l’On. Maninchedda, ritengo che sia un vero spreco che un’intelligenza così elevata risieda in uno spirito così spigoloso, credo sia una persona che non si vuole bene. Un vero peccato.
Cosa può fare il “Quinto Moro” per l’agricoltura che nell’assessorato omonimo non è riuscito a fare?
Tutti sanno, anche i miei più feroci detrattori, che in un anno e undici mesi l’agricoltura Sarda aveva intrapreso la strada giusta per una riforma strutturale delle sue storiche debolezze: mono cultura e frammentazione delle imprese. Altrettanto sanno che un ritorno a Cagliari di Andrea Prato, da eletto e non da tecnico, potrà garantire il completamento di quell’opera solo abbozzata.
Molti sperano, alcuni temono.
Turismo, agroalimentare, logistica, trasporti, manifatture e tanto altro: lei sosterrà la misura delle zone franche come strumento per attirare investimenti e ridurre la pressione fiscale sulle aziende e sul costo del lavoro?
Per quanto riguarda le zone franche, il Quinto Moro è impegnato in prima linea con avvocati che studiano la reale fattibilità. Bisogna condividere un percorso tutti insieme e perseguirlo con tenacia.
La Sardegna può uscire da questa crisi prima di tante regioni ricche d’Europa, ma potrà farlo solo se valorizzerà il suo incredibile patrimonio inespresso: dobbiamo riportare i turisti in Sardegna per almeno sei mesi l’anno e creare nuove industrie pulite e compatibili con la tutela dell’ambiente. Ci riusciremo anche senza le zone franche, ma con queste ultime si potrebbe fare in pochi anni. Stiamo seguendo con interesse la proposta della dottoressa Randaccio.
Il gruppo U.R.N. Sardinnya, sul tema delle riforme statutarie, ha proposto il varo di un Antitrust Sardo – già presente nell’Autonomia Catalana e conforme al diritto UE – per arginare l’azione di quelle lobby energetiche, dei trasporti, e magari persino nei settori dell’agroalimentare, che oggi impediscono un concreto sviluppo del nostro mercato. Il movimento Fortza Paris, la Consulta Rivoluzionaria e diversi settori sardisti hanno già adottato la nostra proposta. Il Quinto Moro è disponibile a sostenere la creazione di questo e di altri strumenti per creare una vera sovranità?
Con grande piacere!
Non serve straparlare di autonomismo o indipendentismo e non essere conseguenti. Bisogna passare all’azione con iniziative pratiche come questa che sosterremo con passione. Queste azioni rientrano nelle cinque sovranità sopra enunciate che siamo pronti a sostenere con forza e fede.
L’autorità fiscale della Regione Autonoma del Trentino-Alto Adige/Sudtirol è determinata dalla tutela e dall’applicazione del suo status di minoranza linguistica. Recentemente, l’assessore alla Pubblica Istruzione regionale Milia ha affermato che anche la Sardegna dovrà sostenere finanziariamente questa battaglia civile ed economica, che riguarderà anche l’insegnamento della storia Sarda. Qualora lei venisse eletto, nella prossima legislatura si batterebbe per destinare almeno 10 milioni di euro annui alla valorizzazione del nostro status di minoranza linguistica e nazionale?
Credo sinceramente che 10 milioni all’anno siano pochi. Ma voglio anche dire che l’Alto Adige sta meglio anche perché ha sfruttato meglio di noi le autonomie che gli sono state messe a disposizione. Negli anni ’70, mentre Giagu portava via dalle campagne i pastori per trasformarli in urbani, bidelli o impiegati vari dello Stato, lì i pastori venivano pagati per restare nei masi. Mentre Oppi e Cabras assumevano 7.500 forestali anziché coinvolgere gli abitanti dei paesi rurali nella tutela dell’ambiente, in Alto Adige le campagne non si spopolavano.
Democristiani, comunisti e socialisti hanno trasformato i nostri contadini in amministrativi della Carbosulcis e della ASL 8, ed oggi il banco è saltato.
Essere sovrani per le scelte decisive del nostro Popolo è fondamentale, non di meno è rilevante l’uso o l’abuso che i nostri politici italiani hanno fatto dei nostri soldi e della nostra Autonomia negli ultimi 40 anni.
Un Popolo che ignora se stesso e che non amministra le proprie finanze è un Popolo che non ha futuro: lingua, storia e fiscalità sono dunque i tasselli con cui consolidare e rilanciare una vera Autonomia regionale. Su quest’ultimo punto, quanto è importante dal suo punto di vista la battaglia condotta dal comitato del Fiocco Verde per la costituzione di una Agenzia Sarda delle Entrate?
Io personalmente ho aderito al Fiocco Verde, condividendo in pieno la loro proposta.
Il Quinto Moro si riconosce in pieno nella battaglia del comitato del Fiocco Verde.
Grazie.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi
[...] Bosi propongio, pro incumentzare cust’annu nou e prenu de promissas pro sa limba, unu cummentu de Gigi Sanna e s’intervista de Adrianu Bomboi a Andrea Prato de su “Quinto Moro” (https://www.sanatzione.eu/2013/01/economia-e-identita-ne-parliamo-con-andrea-prato-fondatore-de-il-qu…. [...]
subra sa limba però Prato non rispondet craru…