Governo Italiano favorisce Terna contro Ottana Energia. Che dicono i candidati Sardi?

Non da ieri, lo Stato è un avversario dell’isola, e non da ieri, U.R.N. Sardinnya sostiene l’utilità di riformare le istituzioni regionali, in primis lo Statuto Autonomo Sardo, per fornire i nostri concittadini degli strumenti con cui difendersi. L’idea di realizzare un Antitrust Sardo, in linea con la normativa UE sulla concorrenza, contro le distorsioni e le lobby del mercato, rientra nella volontà di colmare questo limite alla tutela dei nostri interessi nazionali (ovviamente Sardi).
Che ne pensano i candidati locali dei partiti politici centralisti?

Afferma Paolo Maninchedda (PSD’AZ):

Mentre tutti parlano di tutto (in questa drammatica campagna elettorale) che farà precipitare l’Italia nel baratro, ma non parlano di Sardegna, le menti sopraffine che nei momenti difficili pensano a fare affari e affari truccati, hanno messo giù un bel piano in tre mosse per far chiudere la centrale di Ottana. Chi è l’epicentro del complotto contro il nostro piccolo e disastrato centro industriale? Ovviamente Terna. Aiutata da chi? Ma ovviamente dal solito governo italiano nella persona del Sottosegretario Pinocchio De Vincenti. Perché? Perché in Sardegna stanno per giocarsi delle partite importanti nelle quali non si vuole in campo un player indipendente e finanziariamente solido come il gruppo Clivati-Indorama. Perché ora? Perché il governo della Sardegna è debole e il Governo italiano inesistente.
Ecco i fatti.
Prima mossa. Il governo italiano pretende che la centrale di Ottana, per ottenere di fornire energia elettrica a Terna in regime di essenzialità, faccia nuovi investimenti, rinnovi l’impianto, si doti di una nuova caldaia ecc. La pretesa è assolutamente ben accolta da tutte le parti in causa, perché era già nei piani dell’azienda e del territorio, ma c’è un ‘ma’. Ottana era pronta a convertirsi a gas con l’arrivo del Galsi. Il Galsi non si fa più. Quale migliore occasione per far chiudere Ottana? Ecco che si inventa un percorso impossibile e incredibile. Si dice che, nelle more dell’arrivo del gas in Sardegna, Ottana deve trasformarsi in una centrale a carbone… Capite? A carbone e per di più in via transitoria. Tutti sanno che questa è una solennissima fesseria, ma ci stanno perché nella testa degli ingenui sardi, parlare di carbone significa prendere tempo e cercare di capire come fare arrivare il gas.
Seconda mossa. Come tutti sanno, quando qualcuno annuncia la tua morte e tu sei vivo e vegeto, significa che qualcuno ha progettato a tavolino la tua dipartita. Il 16 febbraio il Sole 24 Ore pubblica questo articolo. Vi si dà conto del fatto che il metanodotto Galsi non si farà, ma si coglie anche l’occasione per dire che Ottana deve inevitabilmente chiudere: “E rischia di chiudere anche la piccola centrale da 140 MW sempre olio combustibile di Ottana Energia, in mano all’imprenditore Paolo Clivati: doveva essere trasformata a turbogas proprio con la metanizzazione della Sardegna.
Resta una labile speranza di una conversione, anche qui, a carbone pulito”. Mentre, per le centrali inquinanti di E.On si mettono le mani avanti: ci sono i cinesi, i ricchissimi cinesi. La ‘fesseria’ del carbone viene tramutata in ‘labile possibilità’ sia per Ottana che per Fiumesanto, ma per Fiumesanto si prospetta l’ipotesi di un rigassificatore di metano liquefatto e dell’arrivo dei capitali orientali, i quali, ovviamente, vorrebbero venire qui a fare i padroni dell’energia se si riconosce loro di fare i padroni del gas. Le offerte potenziali di investimenti a Ottana e a Portotorres, ma anche a Portovesme, del gruppo Clivati-Indorama sono un fastidio.
Terza mossa. Questa è un capolavoro di perfidia, per i tempi lungi di preparazione, per la portata dell’impatto, per l’ingiustizia del finanziamento, per il marcato odio evidente verso la Sardegna centrale. Il 7 febbraio 2013 l’Authority per l’energia dà il via libera al progetto di Terna per la realizzazione di grandi batterie di accumulo dell’energia (energy intensive) che dovrebbero essere funzionali a stabilizzare la rete, evitare i picchi e le speculazioni di prezzo. Il progetto è una sperimentazione, perché, come scrive l’Authority “un’installazione estensiva (…) che non sia opportunamente preceduta da una fase di sperimentazione su scala ridotta, potrebbe generare l’insorgere di elevati costi non recuperabili in capo all’utente elettrico; la sperimentazione delle possibili soluzioni di energy intensive applicabili alle reti di trasmissione (…) risponde all’esigenza primaria di acquisire informazioni sulle tecnologie, sui costi, i benefici, il dimensionamento, la collocazione ottimale e le modalità di funzionamento di detti sistemi, testati in campo in vista della definizione di un quadro regolatorio coerente con un’eventuale successiva introduzione di SdA nelle reti di trasmissione dell’energia elettrica”. In sostanza, l’Authority non sa se per le bollette sia un bene o un male costruire questi accumulatori, grandi come una palestra di medie dimensioni; tuttavia lo fa fare, e dove? A Caltanisetta e a Ottana, capite?, non a Fiumesanto dove esce il cavo Sapei, dove c’è il peggior e più ampio campo fotovoltaico mai costruito, no, a Ottana. Perché? Perché in questo modo si fa cadere la necessità di utilizzare la produzione della piccola centrale del Centro Sardegna e lo si fa in nome di una sperimentazione finanziata di fatto con risorse pubbliche del cui esito a vantaggio dei cittadini dubita anche l’Authority, ma che con certezza farà sparire un competitore dalla vera partita dell’energia in Sardegna: Ottana energia.
Tutto questo è avvenuto nel 2012 attraverso un fitto scambio di corrispondenza tra Il Ministero dello Sviluppo Economico e Terna, gli stessi soggetti che negli ultimi mesi del 2012 trattavano con la Regione e con Ottana Energia per la concessione del regime di essenzialità. Miserabili!
Vittime. Le vittime di questa guerra di persone e società di Stato sono 500 persone a Ottana e non so quante a Sarroch negli impianti Eni, la cui produzione è interamente assorbita dalla Ottana Polimeri.

Sardegna & Libertà, 19-02-13.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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