Cultura ed economia: la rete delle strutture ricettive in Sudtirol. E in Sardegna?

Ringraziamo il marchio Gallo Rosso per averci inviato una copia cartacea del loro book promozionale: quasi 140 pagine che mostrano nel dettaglio la rete degli agriturismi a struttura alberghiera (o meglio, i masi) di tutto il territorio sudtirolese.
Il catalogo è un mirabile esempio di efficienza ed eccellenza nel connubio fra cultura ed economia, e costituisce una parte fondamentale dell’industria turistica altoatesina (non a caso, una delle località con il più alto reddito pro-capite della Repubblica).
L’aspetto preponderante di questa rete è certamente quello di aver puntato sulla specificità culturale: il Sudtirolo attrae turismo, e non perché replica le grigie strutture alberghiere italiche, ma perché unisce alle proprie produzioni il valore aggiunto della lingua e delle caratteristiche storico-culturali del territorio. Infatti è praticamente raro trovare nomi italiani nelle centinaia di strutture ricettive del luogo. Il concetto è che una struttura alberghiera la si può trovare ovunque, ma un maso sudtirolese esiste solo in Sudtirolo, ed è proprio questo aspetto, tanto disarmante nella sua semplicità, ad offrire una alternativa di qualità al turista.
Altro aspetto, non meno importante, è il puntuale dettaglio dei servizi offerti dal catalogo del marchio creato nel 1999 dall’Unione degli Agricoltori e dei Coltivatori Diretti Sudtirolesi. Non esiste struttura dove il turista non possa trovare l’offerta più congeniale alle proprie esigenze, senza scordare l’unione della tradizione all’innovazione. Ogni maso presenta il prezzo della propria ospitalità, e le foto, un sito internet, un servizio wireless, i tempi di apertura, il numero delle camere, i prodotti consumabili, ma anche quelli disponibili per chi soffre di intolleranze alimentari; eventuali giochi e servizi per bambini, piste ciclabili, visite guidate alla località, tipologia di animali presenti nel maso, e tanto altro.
Il sito internet del marchio, multilingue, non è da meno. Ed offre qualsiasi tipo di informazione possibile, persino sulle ricette e sulla storia della località.

In Sardegna, terra di un milione e seicentomila abitanti, quali servizi e quale cooperazione abbiamo messo in piedi? Che cosa abbiamo offerto noi Sardi, fra i maggiori detentori delle rovine archeologiche più antiche del Mediterraneo occidentale, ai turisti? Che qualità abbiamo saputo mettere in campo?

Probabilmente siamo solo il risultato di una scuola italiana che in Sardegna non insegna a conoscere il territorio e dunque non ci insegna a valorizzarlo, perdendo organizzazione e competitività ricettiva. E in tempi di disoccupazione abbiamo anche gente che ride della lingua Sarda e che cerca di emigrare “perché qui non c’è nulla”…. Terra di approssimazione, di assistenzialismo e industrie malate e fallite.

Di Marco Corda & Adriano Bomboi.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos

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