Il centralista Silvio Lai si inginocchia a Renzi, ma Murgia e Maninchedda non dialogano
Lo spettacolo è penoso, il PD regionale non perde occasione per manifestare la sua sudditanza alla corte di Roma e, anche stavolta, in vista delle prossime elezioni regionali, ha contattato la nuova segreteria centrale affinché offra il suo aiuto elettorale (meno di un anno fa osannavano Bersani). Ricordatelo quando vi parleranno di “autonomia” o di “PD federato”. In Scozia per gli stessi atteggiamenti politici si ottiene l’oblio (“Difesa: Londra invia Ministro in Scozia e rimedia figuraccia”, Sa Natzione, 10-10-13). Per Renzi si profila la prima vera sfida elettorale da quando ha assunto la segreteria del partito mentre Silvio Lai ha bisogno del politico centralista di turno disponibile a fare passerella nell’isola. Lo scopo? Fingere interesse per le nostre sorti e magari spendere qualche nuova parola di cordoglio per la drammatica alluvione di novembre. Ma politicamente parlando, la Sardegna potrebbe diventare un nuovo Alto Adige, e non per le differenze socio-economiche fra le due autonomie, ma perché il PD non comprende che anche in Sardegna l’epoca in cui poteva dettare legge sulle candidature è finita: o verrà presentato un candidato esterno al partito e sinceramente autonomista, o l’insistenza sulla candidatura della Barracciu porterà il PD alla sconfitta. E la cosa non ci dispiace affatto. Mentre a destra il PDL finge di dividersi fra Forza Italia e Nuovo Centro Destra per poi presentarsi compatto alle elezioni, il partito di Renzi, come l’ex PDL, non ha alcuna posizione sul tema dell’autonomia e dell’indipendenza dei Sardi, ma soprattutto ha dimezzato la partecipazione alle primarie. Dalle oltre centomila presenze del 2009 in Sardegna è passato a soli 57.000 Sardi. E così Renzi si trova per le mani una candidatura poco spendibile, accerchiato dal centrodestra, dal ProgReS di Michela Murgia e da Beppe Grillo, che non ha ancora sciolto le riserve sul programma e sul candidato governatore. In queste condizioni la sconfitta è assicurata, e ci sono ambienti politici che ragionano da settimane sullo scenario che si presenterebbe nell’eventualità in cui l’indagata per peculato Francesca Barracciu si facesse da parte. Uno di questi ambienti è il polo sovranista, come quello promosso da Paolo Maninchedda, ma diciamoci la verità, privo di una alleanza con Michela Murgia e privo di un supporto col PD, avrà pure i numeri della competenza ma difficilmente avrebbe quelli per governare. In questo senso, la proposta di Vito Biolchini per indire nuove primarie del centrosinistra, con la partecipazione di Michela Murgia e dei sovranisti, non può trovare accoglimento per un motivo molto semplice: il ProgReS è consapevole della forza acquisita nelle ultime settimane e non rinuncerà mai ad una consolidata candidatura per aiutare il PD. Inoltre, perché mai un partito indipendentista dovrebbe sostenere un partito centralista che perde pezzi a suo favore? Il polo sovranista può intraprendere due strade: o scegliere il dialogo con Michela Murgia, e in quel caso accettare la sua candidatura, mediando sul programma e sui candidati, e magari far convergere anche IRS, il Fronte Indipendentista Unidu e SNI (questi ultimi due non si alleano con sigle italiane). Oppure sperare nel dopo-Barracciu ed in nuove primarie come momento per inserirsi in una candidatura di coalizione del centrosinistra, senza Michela Murgia.
Chiaramente da indipendentisti privilegiamo la prima opzione, pur rimanendo favorevoli all’indizione di primarie (indipendentiste), quindi contro l’imposizione di una candidatura priva di consenso da parte della base popolare, e in prospettiva di un Partito Nazionale Sardo. Ciononostante bisogna fermare i tentativi di discredito attorno al nome della Murgia, sia perché può sviluppare comunque una squadra competente, sia perché è penalmente pulita e sia perché non è una professionista della politica. Chiunque in democrazia ha diritto a chiedere una delega di governo. Ci sono due grandi limiti ad oggi: la scarsa comunicazione fra i sovranisti ed il ProgReS, e persino una mancata presa di posizione sia del polo sovranista che di ProgReS sui programmi, relativamente alle grandi riforme istituzionali, e con scarsi accenti sulla vertenza linguistica.
Adriano Bomboi.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos
Concordo. Lo scenario maggiormente auspicabile per noi sardi sarebbe quello citato nel passaggio: «Inoltre, perché mai un partito indipendentista dovrebbe sostenere un partito centralista che perde pezzi a suo favore? Il polo sovranista può scegliere il dialogo con Michela Murgia, e in quel caso accettare la sua candidatura, mediando sul programma e sui candidati, e magari far convergere anche IRS, il Fronte Indipendentista Unidu e SNI (questi ultimi due non si alleano con sigle italiane).»