Il caso Siniscola: perché non ha un eletto in Regione e come avrebbe potuto averlo
Cari Lettori, oggi voglio illustrarvi il caso elettorale di una importante cittadina costiera del nuorese, Siniscola. Dall’osservazione degli indirizzi di voto evidenzieremo i principali errori strategici con cui il ceto politico locale non ha saputo eleggere alcun candidato al Consiglio Regionale, e si tratta di un caso da manuale che potrà essere utile nelle riflessioni di tantissime altre amministrazioni della Sardegna. Vedremo infatti perché, in base alla legge elettorale, puntare sempre su partiti italiani piuttosto che Sardi porti a sconfitta certa. Infine alcune considerazioni generali sullo stato della cittadina. In particolare osserveremo il caso di Anna Grazia Pau (Forza Italia), la più votata di Siniscola con 879 consensi, ma dalla sconfitta ampiamente prevedibile.
E’ opinione comune credere che tale candidata non sia stata eletta perché il paese presentava vari candidati di vari partiti, e che “si è compresa poco l’importanza di orientare il voto verso Pau”, munita di un consenso più robusto di tutti gli altri nomi. Ebbene, la frammentazione locale dei candidati è certamente una delle ragioni per spiegare l’insuccesso, ma non è il motivo principale. Con la nuova legge elettorale il numero dei Consiglieri è passato da 80 a 60, ma pensate che a Banari nel sassarese è stato eletto in Consiglio Regionale un signore con 748 voti. Invece la città di Nuoro, con 36.271 abitanti, fra destra e sinistra ha ben 7 rappresentanti in Regione (6, escludendo Efisio Arbau di Ollolai per La Base), mentre un paese come Siniscola, che spesso predilige candidati nuoresi, ha 11.420 abitanti, con zero eletti. Come è stato possibile un simile dislivello di rappresentanza?
La legge elettorale è stata concepita per rappresentare i vertici dei maggiori partiti italiani (che hanno un voto maggiormente strutturato), danneggiando in realtà persino i loro stessi rappresentanti dei centri di medie e piccole dimensioni (che hanno un voto meno strutturato), ma premia però i partiti minori loro alleati. Ad esempio chi in buona fede ha votato Anna Grazia Pau ha in realtà offerto un voto a Forza Italia e non al territorio, perché la nuova legge elettorale premia i capolista dei partiti italiani, cioè signori come Pietro Pittalis di FI (guarda caso fra i sostenitori dell’ultima legge elettorale), ma non premia i componenti del medesimo partito che stanno in fondo o in posizioni subordinate nella lista della circoscrizione, cioè come Anna Grazia Pau. La dinamica del voto dunque è orientata a far si che i rappresentanti minori – in questo caso di Forza Italia – portino semplicemente acqua ai candidati maggiori. Al contrario, nei partiti minori alleati con partiti italiani succede l’opposto, può essere premiato chi sta in fondo alla lista, ma non necessariamente il capolista. Ad esempio nel nuorese il candidato locale di Macomer del Partito dei Sardi Gianfranco Congiu ha guadagnato 1.953 voti ottenendo il seggio in Regione, mentre il capolista Sedda a Nuoro dello stesso partito ha ottenuto solamente 449 voti, perdendo quindi la possibilità di essere eletto. Ciò si verifica per due ragioni: 1) perché la legge elettorale è fortemente bipolare, mira cioè ad attirare verso i maggiori partiti italiani le sigle sardiste o italiane minori. 2) perché la legge elettorale presenta elementi di proporzionalità, e determina negli alleati minori la possibilità di essere eletti pur non avendo un voto particolarmente strutturato nel territorio dell’isola. E infatti: nel nuorese Luigi Crisponi dei Riformatori Sardi è stato eletto con 2.675 voti, Efisio Arbau de La Base con 1.159, mentre Pietro Pittalis di Forza Italia con 7.153 voti. E’ chiaro che alla luce del dato elettorale ci sono più possibilità di elezione in un partito sardista alleato in coalizione che non in un partito italiano. Altro esempio: nel nuorese anche il Partito Sardo d’Azione ha raccolto un seggio, è stato eletto Angelo Carta con 1.550 voti. Non ci vuole molto a comprendere che se Siniscola avesse puntato su un candidato sardista sarebbe bastata la soglia di 1.600 voti affinché ottenesse almeno un seggio in Regione, anche con Cappellacci perdente. Al contrario, la linea del ceto politico siniscolese, in particolare di Forza Italia, ha completamente sbagliato strategia accodandosi alla tattica di Pietro Pittalis, ovviamente fallendo nell’obiettivo perché sarebbe stato impossibile per un paese di oltre undicimila abitanti come Siniscola arrivare ad una percentuale simile a quella di Pittalis, per di più senza un radicamento di Anna Grazia Pau in tutta la Provincia di Nuoro e con l’astensione della metà degli aventi diritto al voto. A Siniscola si è ragionato come se esistesse ancora la vecchia legge elettorale, magari studiando poco la nuova, e nella maldestra e ingenua convinzione che puntare sui partiti italiani prima che su quelli Sardi garantisca maggiori probabilità di successo. La legge elettorale e l’esito delle urne dimostra il contrario. Insomma, Anna Grazia Pau avrebbe dovuto lavorare ad una candidatura col Partito Sardo d’Azione, in alternativa Siniscola avrebbe dovuto puntare su Salvatore Guiso, oppure ancora identificare un terzo candidato.
Inutile aggiungere che in questa tornata elettorale terze sigle indipendentiste non avevano valido radicamento territoriale, mentre la compagine cittadina del centrosinistra non disponeva dei numeri necessari in alcun partito per puntare ad un risultato, complice la scarsa affezione dei cittadini alla locale giunta di centrosinistra di Rocco Celentano. Una scarsa affezione del tutto comprensibile.
Vi sono poi terzi elementi di criticità nella campagna elettorale di Forza Italia in loco, e badate bene, non si tratta di elementi che attengono alla bassa compenetrazione clientelare di questo partito a Siniscola (comunque presente), né solo ai consensi ottenuti a Siniscola da Pittalis, ma ad elementi comunicativi eccessivamente sottovalutati. Ad esempio, il ricorso in campagna elettorale alla musica di Forza Italia ed alla simbolistica italiana e berlusconiana in generale, perché in un periodo di manifesta crisi economica e di crollo della popolarità complessiva della figura di Silvio Berlusconi non è stata una scelta opportuna. Men che meno se consideriamo che i problemi della cittadina non derivano unicamente da una bassa qualità dell’amministrazione di centrosinistra, ma persino, per riflesso, dalle azioni del vecchio Governo Berlusconi e della Giunta Cappellacci, non solo per l’eccessiva pressione fiscale e burocratica, ma anche nel settore dei trasporti: il primo per aver creato le condizioni dell’oligopolio che ha determinato l’ascesa delle tariffe di navigazione, il secondo perché ha elaborato una misura socialdemocratica disastrosa per risolvere il problema (e purtroppo con il fondamentale concorso del PSD’AZ). La Flotta Sarda infatti è costata quattro volte ai contribuenti: sia perché non ha risolto la situazione di oligopolio, sia perché il costo della “flotta” è naturalmente a carico dei contribuenti, e sia perché esiste una precisa normativa europea in materia di Antitrust che vieta il ricorso al denaro pubblico per avvantaggiare una determinata compagnia del settore. Infine perché comunque la Tirrenia, ceduta al gruppo CIN, ha ricevuto denaro pubblico. E Siniscola, con le sue frazioni marittime, è una delle varie amministrazioni che ha risentito della flessione turistica nel corso del periodo estivo, in particolare nel commercio, nel settore ricettivo (malgrado strutturalmente basso), e persino nel mercato delle seconde case (con una rilevante fetta di sommerso). Eppure l’estate non è l’unico problema del ceto politico locale: vi è una scarsa valorizzazione dell’esiguo patrimonio archeologico esistente, nessuna valorizzazione dei prodotti tipici locali (pensiamo a “sa pompia”), nessuno sviluppo del comparto museale a livello regionale associato alla figura di Luigi Oggiano, storico autonomista sconosciuto persino a tanti siniscolesi. E potremmo continuare a lungo, anche con riferimento allo scarso decoro urbano, per non parlare di quello storico-culturale (Siniscola non ha mai dedicato un monumento a Bernardino Puliga, che in età moderna salvò il paese dal saccheggio di un’orda di pirati saraceni, spesso ricordato da Vittorio Sella). Eppure, se siamo tutti d’accordo che più turisti visiterebbero la zona – non per trovarsi tricolori e pizze margherita – ma grazie al valore aggiunto della nostra specialità identitaria, vi è un altro elemento che contraddistingue la scarsa cultura politica generale di Siniscola. Mi riferisco ad un tema che molti di voi già conoscono, e si tratta del progetto di costruzione di un albergo presso la pineta della frazione marittima di Santa Lucia. Perché parlo di scarsa cultura politica? Perché la cittadina ha polarizzato le opinioni attorno a questo tema: c’è chi vuole fare l’albergo nella pineta, e c’è chi non lo vuole fare. Nell’opinione pubblica locale ogni terzo orientamento è stato svuotato di significato, la polarizzazione ha unicamente creato frizioni nel tessuto sociale del paese senza trovare soluzioni condivise. Siniscola possiede più chilometri di costa da far invidia a Montecarlo, ciò nonostante non si ritiene che servano non una ma più strutture ricettive, e non distruggendo pinete. Insomma, lo spazio non manca, senza rovinare le due uniche attrattività del borgo di Santa Lucia: la pineta e la torre aragonese (di cui tanti ne ignorano la storia mentre cade a pezzi). Ci auguriamo oltretutto che i previsti interventi di riqualificazione del borgo tengano conto sia della necessità di migliorare il decoro e l’accesso viario del luogo, sia gli elementi strutturali, che non riguardano solamente marciapiedi e muraglioni antistanti al mare ma anche condotte idriche perennemente in dissesto, oltre all’illuminazione urbana.
Siniscola ha enormi potenzialità, ma ha bisogno di maggiore cultura politica.
Adriano Bomboi.
- Per il commento elettorale generale sulla Regionali 2014 vi rimando all’articolo più letto del momento, visitato anche da Palazzo Chigi: “Pigliaru vince grazie ai sovranisti, ma Murgia non rinunci” (Sa Natzione, 18-02-14).
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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Natzionalistas Sardos
Ciao Adriano. Innanzi tutto desidero salutarti e complimentarmi con te per la bella analisi sulla politica siniscolese e sulle ultime elezioni Regionali. Se tu avessi fatto l’analisi del voto di 5-10-20 anni fa avresti potuto notare che il nostro paese non ha nessuna intenzione di cambiare…..l’ignoranza regna “sovrana” ma non Sovranista. I candidati vengono scelti in base alla possibilita’ di prendere voti dai parenti…..tanti parenti tanti voti…tanti Pau tanti voti…Un paese che é sempre stato terreno di conquista dei vari boss nuoresi…vedasi preferenze accordate ai vari Pittalis e company.La crisi del turismo medio che ha avuto grande risalto nel nostro territorio anche a causa di un aumento incontrollato delle tariffe navali….Mi dispiace che tu abbia dimenticato di citare la societa di imprenditori che ha preso in affitto una nave con l’unico scopo di far abbassare il costo dei biglietti portando turisti e costando niente alla Regione e registrando una piccola passivita’ di bilancio.Tale societa di imprenditori é stata ostacolata in mille maniere.Certo! Tu volevi parlare di Siniscola….Ma quando parliamo di Siniscola non possiamo dimenticare quanto costa produrre e quanto costa l’energia elettrica per produrre. Se parliamo di ripresa edilizia attrverso la costruzione di alberghi non possiamo dimenticare quanto costa arrivarci e cosa ci rimane di tutto il giro economico creato attorno a quegli alberghi.Da dove andiamo a prendere gli alimenti? Cosa produciamo? Perche’ non possiamo essere concorrenziali?….di tutto questo, l’elettorato siniscolese sembra infischiarsene e la sua scelta sembra guidata dal quel detto che ho sentito dire a un mio amico: …”Entra dalla pancia per arrivare al suo cuore!”…..
Ciao Gianfranco, ho trattato della flotta privata in numerosi articoli con riferimento al problema dei trasporti, ma essendo un tema che richiedeva una grossa parentesi per spiegarlo ho evitato di inserirlo al momento in questo articolo specifico su Siniscola. Concordo naturalmente con le osservazioni.