Sanità nuorese: Deputato Roberto Capelli ammette nepotismo. E i cittadini pagano

Di Adriano Bomboi.

Segnalata da Andrea Murru, la notizia ha dell’incredibile: lo scorso 8 marzo il settimanale della diocesi nuorese, “L’Ortobene”, ha pubblicato un’intervista al parlamentare Roberto Capelli (Centro Democratico), che in prima pagina si è presentato con un titolo altisonante: «Come porre rimedio allo sfascio della sanità».
Sfortunatamente sono seguite parole al limite della decenza:

“Io ho perorato le cause di alcuni per lavorare, mi parleranno di nepotismo, ma sfido chiunque a dirmi che qualcuno ha calpestato il merito di qualcun altro. Nella mia attività politica c’è anche la tutela di parte ma ha occupato il 10%, non il 90%. Quando le proporzioni si invertono il codice è rosso”.

Che dire? Tutto “normale”. Capelli ammette pubblicamente il segreto di Pulcinella: per lavorare bisogna essere raccomandati, e parla letteralmente di “occupazione”. Naturalmente da buon gentiluomo sfida chiunque a dimostrare che i suoi protetti non siano degli emeriti imbecilli. Che diamine! Bisogna fidarsi della parola, mica dei concorsi?! Del resto il noto politico nuorese non specifica in quali ruoli avrebbe esercitato il suo potere d’influenza all’interno delle strutture sanitarie barbaricine. Inoltre – prosegue l’onorevole già indagato per peculato sull’uso di fondi regionali – lui ha appoggiato solo il 10% dei non imbecilli. Pensate, al 90% sarebbe una catastrofe.

Stando al vademecum di Capelli, in democrazia esiste una soglia di tolleranza oltre la quale le raccomandazioni divengono nocive. Pare che prima dell’attuale situazione tutte le parti politiche fossero rappresentate. Oggi no, bisogna avere la tessera di partito. Quindi c’è chi ha fatto peggio di lui.

In buona sostanza, Capelli ha cercato di dirci che per porre rimedio allo sfascio della sanità bisogna tornare all’originario modello gestionale, quello in cui la torta andava spartita fra tutti i partiti. E non come adesso, in cui piglia tutto solo chi vince le elezioni.
Queste posizioni non devono stupirci perché rappresentano la cifra di una vasta ramificazione. Ad esempio il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi (centrosinistra) è stato recentemente confermato dalla Giunta regionale in qualità di commissario per l’autorità d’ambito che dovrebbe monitorare Abbanoa. Controllori e controllati sono poveretti che si confondono i ruoli. Giusto in tempo per le prossime elezioni comunali in cui sicuramente non mancheranno amicizie disinteressate e necessità di finanziare una campagna elettorale.

Dunque cosa si può aggiungere sulle parole di Capelli? Quando la politica arriva ad ammettere di usare il proprio potere per stabilire chi può usufruire dei vantaggi della spesa pubblica, ne converrete che si è giunti al medesimo clima culturale che vige nei territori attraversati da complessi fenomeni mafiosi. Infatti, il clima di impunità, di scarsa trasparenza, ma anche di legalità, dietro la cui facciata si cela la capacità elettorale dei nostri politici, induce il cittadino a confondere diritti con favori, perdendo così qualsiasi stimolo ad intraprendere una denuncia politica e sociale in favore della meritocrazia, contro il clientelismo ed a favore di una sana amministrazione. E’ la distorsione dei concetti di eguaglianza e redistribuzione coi quali si alimenta il mito dello Stato contemporaneo. A ciò dobbiamo aggiungere l’omertà di coloro che potrebbero essere a conoscenza di fatti specifici, magari penalmente rilevanti, e che non trovano utile esporsi in prima persona contro tale situazione. Va ricordato che la letteratura politologica non identifica il clientelismo in senso lato con il crimine organizzato, ma nulla impedisce di ritenere che ne sia un’anticamera.

Ovviamente anche nella disamina del deputato non si trova alcuna spiegazione sui motivi per i quali la sanità sarda costi ai nostri contribuenti quanto quella lombarda. E neppure la trasmissione Rai “Report” oserebbe addentrarsi in un’inchiesta simile. Nell’analisi del politico nuorese pare perfettamente normale che un milione e seicentomila abitanti costino quasi come i servizi sanitari di dieci milioni di persone. La politica non sembra giocarvi alcun ruolo, anche se la Magistratura non è sempre di questo avviso (Sassari: Asl, maxi appalti e sprechi sotto inchiesta – La Nuova Sardegna, 15-03-15). Per non parlare dei dubbi sull’appalto dell’Asl nuorese.

Volete un paradosso? In passato Capelli è stato tra i cofirmatari della proposta per una dichiarazione regionale di indipendenza del Popolo Sardo (mozione n. 224), come se nell’attuale livello di assistenzialismo e clientelismo i sardi possano ambire all’indipendenza.
Oggi invece il deputato è partner di una collaborazione politica con i sovranisti della Giunta Pigliaru, e se consideriamo che i suoi alleati ne condividono gli stessi costumi politici, possiamo stare certi che la stagione del riformismo non arriverà tanto presto.

- Vedi intervista di Roberto Capelli: JPG.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    1 Commento

    • la spudoratezza di questa classe politica ha oramai toccato il il punto di non ritorno,ma verrà il giorno (non molto lontano)che queste persone ne risponderanno,non solo politicamente,è il minimo,ma anche penalmente è civilmente,comunque il voto di scambio se dimostrato ,è penalmente perseguibile,e la obligatorietà della azione penale idem,chi di dovere si faccia avanti!
      giustizia e libertade pro tottusu

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