Bolognesi: ‘Una città a Monti de Prama? Addio alla Sardegna di Lilliu!’
Di Roberto Bolognesi.
E anche l’ultimo tassello del mosaico sarebbe stato trovato: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2015/06/04/news/mont-e-prama-il-georadar-svela-la-citta-dei-giganti-1.11550067
Il condizionale è d’obbligo, come si dice, perché non ci sono ancora rilevazioni dirette, ma a Monti de Prama ci sarebbe una città, una città sarda.
Vorrebbe dire che in Sardegna era presente quella civiltà urbana necessaria a sviluppare la grande statuaria e la scrittura.
L’esistenza della città comporta una struttura sociale complessa e l’esistenza di tecnologie sociali in grado di coinvolgere una grande massa di individui in imprese collettive, non realizzabili con il livello di organizzazione delle tribù e dei villaggi.
L’esistenza di tutti questi nuraghi e soprattutto l’esistenza dei grandi nuraghi complessi è adesso facilmente spiegabile.
Città significa Stato e Stato significa società strutturata gerarchicamente, con un numero limitato di specialisti al vertice della piramide sociale.
Questa élite di specialisti era dispensata dalla necessità di prodursi da sé il cibo necessario al suo sostentamento e poteva dedicarsi all’organizzazione della società, esattamente come succede oggi.
Questo significa che esisteva una sovrapproduzione di cibo, ma questo era già evidente dal fatto che esistano i nuraghi: chi è occupato a costruire nuraghi deve mangiare, ma non può dedicarsi alla produzione di cibo.
Ed era evidente anche dal fatto che i “nuragici” coltivassero anche generi voluttuari come meloni e uva, che saranno stati consumati dall’élite, se non da tutti gli abitanti.
Adesso salta fuori una città.
Finora la mancanza di evidenze era stata interpretata come l’evidenza della non esistenza di città sarde dell’epoca nuragica.
Ma la mancanza di evidenze non costituisce assolutamente un’evidenza: questa è logica elementare.
Chi non conosce un dato fatto, deve limitarsi ad ammettere di non poter trarre alcuna conclusione da quello che non sa.
Invece, su questo grossolano errore metodologico è stata costruita tutta la mitologia della Sardegna immobile nel tempo e incapace di darsi delle strutture sociali complesse.
Eppure, anche se mancava l’evidenza diretta dell’esistenza della civiltà urbana, il numero enorme dei nuraghi e la grande statuaria suggerivano già da almeno 40 anni che le cose non potevano essere andate così.
Per costruire un nuraghe – soprattutto un nuraghe complesso – occorre un’avanzata tecnologia sociale che coordini le attività di una grande comunità per anni.
Non solo l’attività diretta di costruzione, ma anche l’attività di produzione del cibo necessario ai costruttori.
Bisogna convincere, in un modo o nell’altro, i produttori di cibo a produrre il surplus necessario a nutrire i costruttori e bisogna anche metterli in condizione di farlo.
Occorrono, cioè, tecniche agricole già molto avanzate, oltre le tecniche che permettono la mera sussistenza del produttore.
E adesso sembra che la città – e quindi lo Stato – siano stati trovati.
Può mancare la scrittura da questo paesaggio sociale così avanzato?
A questo punto le intuizioni profetiche di Massimo Pittau e di Gigi Sanna diventano perfino superflue: il riconoscimento dell’esistenza della scrittura “nuragica” diventerebbe solo la classica ciliegina sulla torta enorme che già è lì sulla tavola.
La Sardegna che ci ha raccontato Lilliu, con la sua fervida fantasia di storico dell’arte, non è mai esistita.
La Sardegna non è mai stata condannata a un’immobilità millenaria dalla sua geografia.
Al contrario, proprio la sua geografia l’ha posta al centro del mediterraneo occidentale e quindi dei traffici che vi ci sono sempre svolti.
Ora i conti cominciano a tornare tutti: la Sardegna che ci ha raccontato Lilliu – e Wagner prima di lui – è la Sardegna evirata dalla colonizzazione italiana, proiettata indietro nei millenni.
La visione di una classe dirigente colonizzata che ha fatto propri i pregiudizi del colonizzatore.
Adesso possiamo dire addio per sempre alla Sardegna di Lilliu e di Wagner.
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Redazione SANATZIONE.EU
Bastava aver letto Braudel per pensarlo. Ma, si sa, gli intellettuali neocoloniali sardi leggevano soltanto Spriano. E ragliavano felici.
Ovviamente, io non so se quello che tu dici sia vero (chi lo sa?), ma i dati che tu esponi sulla complessità sociale necessaria per gestire cose così complesse come la sola costruzione di un nuraghe lo lasciano presupporre.
Infatti, non c’è bisogno di scomodare tutte quelle fesserie, oltretutto razziste, sulla costante resistenziale e balle varie. Basta il conflitto tra montagna e pianura. Quello che vedono con il georadar io non so interpretarlo, ma sapremo presto come stanno le cose.
A me sembra che non si sia colmata alcuna lacuna sulla presunta civiltà nuragica, semmai, data la zona ben nota in quanto territorio fenicio, si conferma appunto la loro colonizzazione. Altrimenti si dovrebbe spiegare perchè i nuragici avrebbero costruito una città senza nuraghi, cioè i loro templi, comandassero un intera isola standosene in una città connotata in modo diverso dai villaggi nuragici fatti di torri e capanne circolare. Proprio strano. E’ evidente che si tratta di due culture totalmente differenti e non mi si venga a dire che i giganti riproducono i bronzetti nuragici, perchè questi, nuragici non sono.
A seguito di questo tuo scrivere, mi permetto aggiungere mie brevi considerazioni.
-1- non ho ancora avuto modo di scriverlo in un libro, ma ormai ho le fondamentali prove per dichiarare (ma non pretendo d’esser creduto sulla base di queste due parole!) che la presenza dei Nurakes in Sardinna datano tra otto e diecimila anni prima dell’oggi! Ergo, che i Sardiani avessero una civiltà estremamente sviluppata (ben al di là dei parametri che oggi connotano tale realtà) mi sembra alla portata delle persone di buon senso che amino “leggere” senza devianze
-2- la lettura di Erodoto e soprattutto quella di Pausania, ma anche quella di Claudiano, che contrastano clamorosamente con « La risibile presunzione dei genetisti, circa un antico isolamento della Sardegna », ci rendono edotti circa la antichissima attitudine dei Sardiani (così chiamai tutti gli abitatori della Sardegna e della Sardegna Paleolitica, prima del 238 a.C.) ad andare pel mare. Vedasi a tal proposito qui: http://monteprama.blogspot.it/2015/04/la-risibile-presunzione-dei-genetisti.html
-3- già nel mio primo libro fui costretto a smentire gli ignorantoni che al più elevato livello d’istruzione (o, sarebbe meglio dire “ di distruzione ” della conoscenza) continuavano, e tutt’ora continuano a mentirci circa la quantità della popolazione della Sardegna verso gli ultimi due secoli della passata Era, che essi posizionano sui 150-300.000 abitanti! Trovai FACILMENTE, con tre percorsi diversi, ed usando i parametri che gli storici attuali male interpretano, che IN TALE EPOCA la popolazione della Sardegna risultava sempre essere pari a circa SETTE MILIONI DI ABITANTI !
-4- vorrei far notare, a TUTTI coloro che non sono adusi a NOTARE, come queste novità, ad iniziare dalle “nuove” statue di Monte Prama “scoperte” negli ultimi mesi, per arrivare a quanto oggi si “comincia ad intravvedere”, che ciò avviene soltanto dopo la dipartita ed il periodo di necessario lutto per il Lilliu Giovanni da Barumini!
-5- onde liberare il campo dal credere che il Lilliu Giovanni fosse l’unico occultatore degli ultimi sessant’anni, perché vi rendiate conto che l’occultazione e manomissione del passato era metodologia elevata a sistema, invito il lettore a documentarsi (pubblicità) su un piccolo e-book dal titolo: « il falso altare nuragico di Su Mulinu ».
mikkelj
Bentu mi dispiace ma tutto quello che hai detto è errato e va contro non solo la logica ma anche le posizioni accademiche moderne.
I giganti di Monte Prama e il sito in questione sono nuragici, si trovano quasi unicamente ceramiche Nuragiche, gli inumati sono nuragici morto in età Nuragica (1100-950 a.c), il Sinis era totalmente Nuragico e nel territorio abbiamo moltissimi Nuraghi, quindi dire che i Nuragici nel complesso/città non ci fossero è un qualcosa di assurdo, c’è anche da notare che la maggior parte dei Nuraghi furono abbandonati dopo il 1000 a.c,e gli stessi Nuragici pensarono a nuove strutture e modelli architettonici.
Poi dire che i bronzetti nuragici non siano Nuragici è un paradosso ed è totalmente sbagliato: prima di tutto i bronzetti Nuragici presentano spesso volentieri simboli ed elementi esclusivamente nuragici, modellini di Nuraghi e navicelle con simboli Nuragici, evidentemente sei poco informato sull’argomento, infatti non solo i bronzetti presentano personaggi esclusivi della cultura nuragica e non fenicia, ma molti sono stati ritrovati in contesti Nuragici ed i più antichi sono databili, grazie a recenti scoperte al xiii secolo a.c, piena e fiorente bella età dei Nuraghi. (Pozzo sacro nuragico di Funtana Coberta e tomba Nuragica di orroli).
Insieme ai giganti stessi sono stati ritrovati modellini di Nuraghe e giganti ricordano da vicino non solo i bronzetti Nuragici ma anche le antichissime statue stele proto sarde. Mi dispiace ma qui hai toppato del tutto, i giganti e il complesso sottostante sono Nuragici dall’inizio alla fine.
Comunque trovo ridicolo il tuo chiamre la civiltà Nuragica “presunta”, si parla di Civiltà Nuragica con la C maiuscola da molto tempo ormai, perchè I Nuragici sono una civiltà, in quanto ci hanno regalato la prima Statuaria a tutto tondo d’Europa, più di settemila edifici monumentali dell’età del bronzo, alcuni dei quali come l’Arrubbiu erano dei veri e propri castelli colossali, con un’altezza che sfiorava i 30 metri e dozzine di torri, centinaia di stupendi pozzi sacri molto avanzati dal punto di vista architettonico, templi a megaron e moltre altre costruzioni, una collezioni di bronzetti sconfinata e ricchissima, tracce di navigazione in tutto il mediterraneo (ancore Nuragiche e ceramiche Nuragiche d’età del bronzo rinvenute in Sicilia, Creta, Lipari, Cipro, Tirinto, Spagna ed altre località) e molto altro ancora, poi a quanto pare almeno dalla prima età del ferro i Nuragici adottarono un sistema di scrittura, quindi sì Bentu, si parla di civiltà, ed anche una che si è fatta notare bene e che si può ancora ammirare facilmente in tutto il territorio Sardo.
Credo il signor Bentu voglia qui esercitare la sua qualità umana di provocatore! Ovvero stuzzicare una qualche reazione, più che manifestare sue convinzioni! Infatti, esso si azzarda ad esclamare: « data la zona ben nota in quanto territorio fenicio». Se di provocazione trattasi, il Bentu è perfettamente cosciente del fatto che la sua esclamazione risulta, all’esame dei fatti e dei documenti, certamente campata in aria! Tanto è vero che “nessuno storico ha mai dimostrato in nessuno scritto fino all’oggi”, al di là di ogni ragionevole dubbio, quanto egli si azzarda a dichiarare. Il nostro asserisce anche, da par suo: « Altrimenti si dovrebbe spiegare perché i Nuragici avrebbero costruito una città senza nuraghi». In questo, caro Bentu, si evidenzia in modo quanto mai rimarchevole, l’enorme danno arrecato da Lilliu Giovanni alla Sarda Cultura! Il Baruminese aveva una sì limitata visione storica (era per l’appunto un archeologo!), proprio della Civiltà che aveva “studiato”, che per esso (così come oggigiorno accade al Bentu e migliaia di altre vittime di sue fantasiose esternazioni) il passato della Sardegna era relegato esclusivamente ad un brevissimo periodo di tempo che parte dalla metà del II secolo a.C.! Tralascio per amore del quieto scrivere ciò che il nostro accenna sui Bronzetti Nuragici. Mi permetto (ove creda trarne giovamento) di suggerire al signor Bentu, recarsi alla Biblioteca ad esso più vicina e far richiedere (ammesso che non lo abbia già in catalogo) attraverso il mio piccolo sito, il saggio “i fenici non sono mai esistiti” su cui ho lavorato alcuni lustri. Lo spedirò volentieri in forma interamente gratuita. Grazie, mikkelj.
Riguardo l’accorata difesa di sue conoscenze, che il signor Pozza pone in essere, posso dire che ancora quì vedo manifestarsi i terribili danni del Lilliu Sardus Pater (?). Infatti, il nostro, ci sciorina tutte le sue certezze, comprendendosi con ciò, essere individuo che si documenta molto! Suo malgrado, al caro Pozza, comunico che per avere visione del passato che appena percepisca lo scorrere dei millenni in modalità coerente, riguardo almeno, l’aspetto politico e sociale di una Terra che fu un Continente, non può essere sufficiente la lettura di questo o quell’autore, quand’anche essi forniscano oneste informazioni! È necessario entrarvi nel merito più pieno! Non di una, ma di ogni questione che concorra a delinearci il quadro che vogliamo leggere! Mi aggrada dirne solo una. Il Pozza afferma: «i Nuragici […] ci hanno regalato […] più di settemila edifici monumentali dell’età del bronzo»! Ahi, ahi! Due considerazioni. Il numero, esorbitante che cita, si riferisce chiaramente ai Nurakes! Bene, ma si è al corrente, cari tutti, che la improbabile “cultura”, quella che i nostri stipendiati saccenti che seminerebbero il sapere, si affannano a trasmetterci, ebbene, NON HA IDEA ANCORA OGGI, DI QUANTI SIANO I NURAKES, pur essendo essi la cosa più importante e, certo, il simbolo stesso della Nostra Terra? E, poi, non ha saputo il Pozza che v’è stata una mostra itinerante (che visitai nella capitale) intitolata “la Sardegna dei 10.000 nuraghi”? Ma, stia bene attento! Non che gli archeologi organizzatori li avessero contati! No, no! Era comodo dare un numero appariscente! Ma, se il Pozza non si cruccia, prenderò il dato ufficiale esternato un anno addietro quale riferimento per ciò che andrò ad esternare. E (seconda considerazione), come avrebbe potuto una qualsiasi civiltà, e qui abbiamo in mente la Nostra, nel breve volgere di qualche secolo, porre in essere una tal immensa quantità di grandissimi progetti architettonici e portarli anche a termine se, come recitano i falsi libri dei suddetti saccenti, nella sua fase più saliente (prima della presenza romana) la Sardegna è accreditata di 150-300.000 abitanti? Chiunque faccia un po’ il conto! Nella migliore delle ipotesi (un terzo vi sta bene?) DIECI PERSONE ERANO SUFFICIENTI ALLA PROGETTAZIONE ED EDIFICAZIONE DEL NURAKE ! Comprendendovi anche gli addetti all’estrazione e trasporto delle pietre! Ohi, ohi! Non ti pare, lettore attento, che ci sia qualcosa di molto grande che non quadri? Non vi pare ci troviamo a fronte di un grandissimo nascondimento, oppure siamo noi incolpevoli vittime di grandissima ignoranza da parte delle persone deputate a raccontare la STORIA DELLA SARDEGNA ? Grazie, mikkelj.
Ok, Mikkelj io ho detto più di settemila per rendere un pò l’idea, in effetti ho sentito anche la cifra di diecimila o anche di più, io parlavo di quelli ancora ben visibili, comunque l’Ugas stima che durante l’età del bronzo in Sardegna ci fossero dai 500mila ai 650mila abitanti, certo magari è una sottostima come dici tu, ma è comunque un passo avanti.
caspita 500-650mila abitanti per l’epoca è comunque una cifra molto ma molto importante.
@Bentu,
ognuno è libero di credere quel che gli pare, ma le evidenze archeologiche parlano chiaro, ne sono un esempio le capanne nuragiche rinvenute ai piedi delle Statue di MP ed attualmente indagate quale luogo di culto le quali essendo nuragiche per definizione degli stessi archeologhi, non lasciano spazio a dubbi circa la paternità del sito.