PSD’AZ propone introduzione lingua sarda nello Statuto Autonomo regionale
Il Partito Sardo d’Azione, così come proposto anche nel libro “L’indipendentismo sardo. Le ragioni, la storia, i protagonisti” (Condaghes), ha presentato la seguente iniziativa:
“La nostra proposta di legge, frutto della pluridecennale elaborazione culturale e linguistica del Partito sardo d’azione, è volta ad una organica integrazione allo Statuto sardo di Autonomia di un nuovo titolo che abbiamo chiamato “Lingua, cultura e ordinamento scolastico”, così da parificare nel territorio della Regione la lingua sarda a quella italiana, realizzando un riequilibrio dell’intensità di tutela linguistica, culturale ed etnica della Sardegna nell’ambito della Repubblica italiana, ispirato alle tradizionali e ben note avanguardie sudtirolesi e valdostane in materia ed in armonia con i principi e gli orientamenti consolidati a livello europeo”.
Lo ha dichiarato il Consigliere regionale Psd’az Christian Solinas, spiegando le finalità della proposta di legge di cui è estensore, avente per oggetto: Introduzione nella legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna), del titolo II bis rubricato “Lingua, cultura e ordinamento scolastico”.
Per Christian Solinas si tratterebbe anche di una delle poche strade seriamente percorribili per risolvere positivamente ed in maniera definitiva il problema degli insegnanti precari costretti ad abbandonare l’Isola per poter essere stabilizzati: “Le recenti vicende relative al dimensionamento scolastico in Sardegna, che non ha tenuto in alcun conto le peculiarità e specificità sarde, ed alla stabilizzazione dei precari della scuola, operata dallo Stato su base nazionale senza alcuna considerazione circa le condizioni di oggettivo svantaggio derivanti anche dalla condizione insulare per chi si vedrebbe assegnata una cattedra sul resto del territorio continentale – spiega il Consigliere Sardista – ripropongono con forza anche l’esigenza di dare dignità statutaria ad un assetto dell’istruzione veramente autonomistico, che riposizioni il baricentro delle valutazioni di opportunità e di merito, oltreché di più ampia prospettiva culturale, da Roma a Cagliari”.
Nella relazione alla proposta, Solinas spiega infatti che: “con la legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche” venivano riconosciute finalmente per la “lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo” specifiche misure di tutela e valorizzazione quali l’uso della lingua minoritaria nelle scuole materne, primarie e secondarie, accanto alla lingua italiana. Tuttavia, l’esperienza applicativa di questa legge ha mostrato per intero l’inadeguatezza dello strumento legislativo ordinario rispetto ad una tendenza piuttosto consolidata ad eludere le norme di tutela e valorizzazione, facendo prevalere i mai sopiti istinti egemonici italianisti sopra la lingua e la cultura sarda”. Ma le responsabilità di tutto ciò, secondo Christian Solinas vanno ricercate prima anche in Sardegna: “Nonostante le discriminazioni e le tutele negate nel tempo, i ricorrenti tentativi di umiliarne e cancellarne la storia, la cultura, le tradizioni e l’identità, il popolo sardo rappresenta ancora il gruppo linguistico di gran lunga più numeroso presente nella Repubblica italiana ed un unicum incomprimibile. Oggi tutto ciò è patrimonio condiviso della coscienza nazionale sarda ed è percepito e riconosciuto a livello internazionale anche sotto un profilo normativo con apposite previsioni di tutela e valorizzazione, che continuano a non trovare spazio nella nostra carta autonomistica”.
Da qui la conclusione del Consigliere dei Quattromori: “Con questa proposta di legge che integra il bilinguismo nel nostro Statuto, oltre che riaffermare il valore storico ed identitario della lingua che costituisce l’elemento maggiormente determinante della maturazione della coscienza civile, comunitaria, sociale e politica del popolo sardo, si richiama il Parlamento italiano al dovere di rimuovere tale ingiustificata discriminazione, dando finalmente effettività ed efficacia alle tutele linguistiche, etniche e culturali che competono ai sardi”.
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Red. Sardista.
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