Ass.ne Chenabura scrive all’università di Cagliari sul caso Technion
Pubblichiamo una lettera di Mario Carboni, dell’associazione Chenabura-Sardos pro Israele, circa il dissenso alle iniziative di contestazione allo Stato di Israele tenute e programmate all’interno dell’università di Cagliari.
Benché sia pacifico che il governo israeliano rappresenti tutt’ora una delle causali essenziali della mancata indipendenza del popolo palestinese e del quotidiano clima di vessazioni in cui si trova, appare assolutamente fuori luogo che una pubblica università ospiti iniziative anti-sioniste prive di qualsivoglia contraddittorio. Iniziative che, sulla scorta di un presunto pacifismo, solidarizzano con organizzazioni palestinesi che promuovono la violenza contro il diritto all’esistenza dello Stato di Israele, del suo popolo, della sua economia e persino delle sue istituzioni scientifiche, boicottate solo in quanto ebraiche. Sintomo di tempi che si ritenevano superati. Soprattutto alla luce di università israeliane che ospitano valenti scienziati palestinesi di lingua araba.
La politica dovrebbe rimanere fuori dallo spirito di condivisione internazionale della scienza.
Adriano Bomboi.
Egregio Rettore,
L’Associazione Chenabura-Sardos pro Israele, componente della Federazione della Associazioni d’amicizia Italia-Israele, intende manifestarLe il proprio disappunto in merito all’iniziativa “Israeli Apartheid week” (IAW) che avrà luogo, a parte il giorno 27, presso varie Facoltà dell’Università di Cagliari. Il giorno 29 febbraio 2016 alle ore 17.00 nei i locali della Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche, Aula anfiteatro – viale S. Ignazio 74 con tema “L’incubo militarista in Sardegna: dalle servitù alla cooperazione col Technion”.
Il giorno 1 marzo si svolgerà il secondo appuntamento che avrà luogo presso l’aula 17 della Facoltà di Studi Umanistici con la proiezione di un film dal titolo “Infiltrators” che ha come tema principale il “muro” cosiddetto che separa Israele dai territori palestinesi, con un solo punto di vista, senza confronto di opinioni da parte di vari relatori rivelando la matrice puramente politica ed ideologica dell’iniziativa. Mercoledì 2 marzo, presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere ex clinica Aresu, alle ore 16,30 si svolgerà l’incontro dal titolo “Dalla resistenza dei comitati popolari alla lotta dei prigionieri politici palestinesi”, che tratterà il tema con vari interventi, senza controparti o confronto di posizioni.
Giovedì 3 marzo dalle ore 13.00 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia sarà la volta dell’appuntamento che tratterà l’argomento centrale dell’IAW e che noi reputiamo gravissimo per contenuti e per metodo, “No alla cooperazione con l’accademia della morte: #Stop Technion” con a seguire pranzo sociale con piatti ad offerta libera, vino e birra all’interno dell’atrio della stessa Facoltà. Alle 19.00 si chiuderà il tutto con un’assemblea studentesca sulla cooperazione tra UNICA e Technion.
L’IAW è un appuntamento internazionale che si svolge in varie sedi e città ed è promosso tra gli altri dal Bds, un movimento che ha come scopo il boicottaggio dello Stato di Israele a livello mondiale per le politiche che starebbe attuando nei cosiddetti “territori occupati” ma che in realtà ne contesta l’esistenza. I nostri associati, che rappresentano una parte dei tantissimi amici d’Israele in Sardegna non intendono a loro volta boicottare le idee altrui ma segnalarLe la natura fortemente discriminatoria e assolutamente fuori luogo dell’iniziativa che assume l’antisionismo come forma attuale dell’antisemitismo che purtroppo sta risorgendo in Europa e nel mondo.
L’esperienza e la cronaca europea di fatti crudelissimi che ormai oltre a prendere di mira lo Stato ebraico d’Israele, unica Democrazia nel vicino Oriente attraversato da guerre e distruzioni disumane, mostrano come e spesso questo antisemitismo mascherato assume la valenza di fiancheggiamento del terrorismo islamista se non proprio una completa adesione partendo dalla ripetizione pedissequa della loro nefasta propaganda e di attacco mortale a semplici cittadini per il sol fatto di essere ebrei. E’ di pochi giorni la notizia della volontà del Governo del Regno Unito di contrastare con una apposita legge ogni manifestazione ed azione tendente al boicottaggio d’Israele ed in particolare nel sistema educativo e universitario che si allinea all’azione in questo senso di altri importanti Stati occidentali.
Il nostro disappunto è anche motivato dal fatto che l’Università si esponga e partecipi con i propri docenti e all’interno delle proprie Facoltà a iniziative che promuovono non l’apertura e il dialogo su questioni importanti del nostro tempo ma la discriminazione nei confronti di Stati legittimi e di istituti di ricerca come il Technion, tra i primi a livello mondiale nella ricerca a tutto tondo e col quale auspichiamo che l’Università aumenti la collaborazione assieme a tutta la rete dei Centri di ricerca e aziende d’Israele. L’Istituto, frutto di un processo creativo iniziato nel 1908 e inaugurato nel 1925, dando vita ad una ex landa desolata e malarica e che annovera tra i suoi ex-rettori Albert Einstein, in accordo con altre importanti università, tra le quali Cagliari e altri istituti di ricerca nel mondo, collabora allo sviluppo e al progresso tecnologico a livello mondiale.
Il fatto da noi contestato, anche perché si svolge in un luogo pubblico contrasta con lo spirito di apertura, confronto e ricerca di soluzioni espresso con la manifestazione organizzata dall’Università cagliaritana dal 6 all’8 settembre 2015 presso la Facoltà di Architettura e col Suo personale interessamento, che ha reso possibile la celebrazione della 4th Annual Conference on Israel Studies dell’European Association of Israel Studies, che ha visto la partecipazione di studiosi e ricercatori di tutto il mondo.
È opportuno che l’Università entri in merito alle politiche interne di uno Stato mortificandone le eccellenze e promuovendo iniziative politiche che mirano ad isolare anziché riavvicinare le parti, cosa che comunque compete a sedi preposte a tale scopo?
Chi ha idee politiche legali, di qualsiasi natura esse siano, dovrebbe manifestarle in altri luoghi e sedi, ma non all’interno di un’Università la quale vive ed opera grazie al contributo di tutti i cittadini e non solo di una parte di essi che pretendono in tal modo di prenderla in ostaggio per promuovere idee politiche o, peggio ancora, posizioni personali su questioni estranee alla ricerca ed allo studio.
E infine Le esprimiamo la nostra più grande preoccupazione che riguarda l’ingresso sotto mentite spoglie nell’Università dell’antisemitismo a distanza di oltre 75 anni dalle infauste leggi razzistiche fasciste e dalle sue nefaste conseguenze, che videro tanti accademici promotori favorevoli e pochissimi eroi che vi si opposero perdendo il lavoro e spesso costretti all’emigrazione. Allora, e ad immaginarlo oggi sembra incredibile, la maggioranza degli studenti e dei professori riteneva di essere nel giusto, diffondendo un messaggio non scientifico e non democratico. Ma così non fu.
Cordiali saluti,
Mario Carboni,
Presidente Associazione Chenàbura-Sardos pro Israele.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE
Nota di aggiornamento: http://www.sardegnaoggi.it/Cronaca/2016-02-24/31661/A_Cagliari_lIsraeli_Apartheid_Week_ma_lUniversita_nega_i_locali.html