Fare lo Stato? Il Partito dei Sardi vuole aumentare le spese del Consiglio Regionale

Di Adriano Bomboi.

Il questore del Consiglio Regionale Piermario Manca (Partito dei Sardi), assieme ad Alessandro Unali (Sinistra Sarda) e Giorgio Oppi (UDC), ha chiesto un aumento di oltre 4 milioni di euro per incrementare a 70 i 66 milioni di euro impiegati dall’assemblea per l’annualità 2015. Al rialzo ha fornito il suo appoggio il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau (PD).

Come vengono impiegati i soldi dei contribuenti e di tantissimi imprenditori in difficoltà?
In parte per pagare il personale, in parte gli stipendi degli “onorevoli” (della cui produttività si potrebbe stendere un velo pietoso), e persino per pagare i vitalizi di svariati ex consiglieri regionali (oltre 300).

In merito a questi ultimi dobbiamo considerare che la recente sentenza 70/15 della Corte Costituzionale ha confermato il principio di sostenibilità del sistema previdenziale, mediante il quale finalmente non si qualificano più neppure i vitalizi come “diritti eterni” acquisiti ma come “diritti sostenibili”, nella misura in cui vengono erogati in rapporto allo stato delle finanze pubbliche.
Naturalmente la battaglia politica per eliminare questi veri e propri privilegi (a vantaggio di personaggi troppo spesso parassitari ed a svantaggio di chi lavora veramente) è ancora in alto mare. La politica sarda, ed in particolare quella indipendentista, non ha ancora la stoffa politica per affrontare simili problematiche, magari poiché estranea a materie giurisprudenziali e liberali, incapace di comprendere che persino i sistemi previdenziali costituiscono un patto (foedus), cioè un accordo tra l’elettorato passivo (gli eletti) e quello attivo (gli elettori). Un contratto le cui postille possono essere modificate, in quanto nulla è scolpito sulla pietra da chissà quale divinità.

Inoltre, appare oggi impossibile parlare di “indipendenza” in condizioni simili, soprattutto in considerazione del fatto che il “Partito dei Sardi” sfrutta male le proprie intelligenze: non per contribuire ad un’efficiente amministrazione della nostra macchina regionale, ma per incrementarne gli sperperi. Basti pensare che il suo fondatore Maninchedda si trova impegnato a sostenere una forma di assistenzialismo dall’Italia a favore del polo energetico di Ottana, piuttosto che spingere tale azienda a reggersi sulle proprie gambe.

Se c’è un lascito offertoci dall’economista Gordon Tullock, sarà sempre e solo quello di comprendere che la voracità della politica consisterà sempre e comunque nella capacità di dilatare la spesa pubblica piuttosto che ridurla, con lo specifico obiettivo di lavorare alla propria rielezione, lasciando il benessere collettivo in secondo piano.

Se Maninchedda e Manca intendono contribuire alla costruzione di uno Stato sardo, potrebbero iniziare a dimezzarsi lo stipendio.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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    4 Commenti

    • salve,da tempo mi pongo questa domanda,quale è il confine tra democrazia e tirannide?secondo il sottoscritto siamo alla alle seconda fase,mai abbiamo toccato un limite di indecenza così alto della regione sardegna,provo pena e tristezza,poveri nostri giovani,tutti vogliono fuggire da questa terra,escluso i clienti della classe politica compradora|

    • COLONIZZAZIONE e SVENDITA DE SA SARDIGNA.
      I tiranni savoia colonizarono la Sardigna senza il consenso de su Populu.
      I politicanti ASCARISARDI probi servi fedeli a s’italia con la TRUFFA di un minimo di consenso elettorale, Impediscono lo sviluppo, Impoveriscono l’economia e svendono le terre de su populu Sardu agli emiri.
      is TIRANNU savoia pro COLONIZARE sa Sardigna, si fianta inventau l’EDITO DELLE CHIUDENDE pro ndì FURAI sa terra a sos pastores e agricoltore Sardos.
      Su VASSALLU de turnu ASSUNTU a TEMPU DETERMINAU ddanti apertu UN’AGENZIA BUTEGA pro vendere a sa CASTA COMPRADORA sos terrinos de sa Sardigna, APROPRIAOS dae s’italia COLONIZADORA.
      Sardigna NO ESTE italia A FORA s’italia dae sa Sardigna.
      http://mario-wwwmarioflorecom.blogspot.it/2016/03/sardigna-no-este-italia-e-sunita.html

    • …pesso chi su tempus de sas paraulas ,cun custa dzente miserabile depat esser agabadu,…Issos si nde befant de sa dzente,comune,…de cussos chi los ant eledzidos e mal’e peus de sos chi non los ant votados,..de su sistema democraticu e de sa democratzia matessi,…E lu semus bidinde in su protzessu ue custos “” nobiles sennores”" agiumai si intendent acusados indzustamente de aer impitadu e furadu su inari publicu po sos porcos comodos issoro…Bi cheret aberu unu solenne mudamentu de padzinas,,…non si podet sighire custa ghia de ladros,…onnia die si nde intendet semper de piusu e de peus…

    • da continentale, innamorato della Sardegna , supporter del progetto di indipendenza amministrativa , trovo che i commenti in lingua sarda non consentanto a molti ,credo, che come me si intessano delle sorti della Sardegna, di capirli.
      A parte cio, strategicamente parlando, io credo che il movimento o partito , debba avere un
      rapporto privilegiato con gli altri che perseguono lo stesso obbiettivo, ovvero la Lega, il movimento per la Catalunha libera. ed altri. a livello internazionale

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