La strana alleanza della CGIL con Legambiente
Cosa significa per la CGIL Sardegna “migliorare l’efficienza tecnica degli alberghi” vietando nuove cubature? Mettere i doppi vetri in hotel che sono aperti quasi solo d’estate? Oppure tarare meglio il condizionamento o l’erogazione di gas dei fornelli? E, di grazia, in che modo provvedimenti di questo genere possono impattare realmente sulla ricchezza prodotta nell’isola? – Di Franco Meloni (RS).
Ho visto che la Cgil ha stretto sulla nuova legge urbanistica della Giunta un’inedita alleanza con alcuni movimenti ambientalisti, finendo ovviamente per condividere posizioni dove il fanatismo confina con l’irresponsabilità.
Che questo sia il contrassegno di associazioni note per le opinioni estremiste come Legambiente o il Gruppo di intervento giuridico non stupisce, fanno il loro mestiere e si preoccupano solo della protezione dell’ambiente per come lo intendono loro, senza margini di mediazione tra esigenze diverse.
A loro, d’altra parte, degli esseri umani non gliene può importare di meno, almeno non di quelli che vivono adesso, loro si preoccupano di quelli che vivranno nel futuro cui bisogna lasciare in eredità una terra illibata.
O così sostengono.
Di sviluppo economico, industria delle costruzioni o industria di qualsiasi altra natura non ne vogliono sentir parlare, insomma di modi per far campare la gente se ne interessino pure altri, non è un problema loro.
Fin qui tutto secondo aspettative, nessuno stupore, quello che stupisce invece è che un importante sindacato che si è sempre preoccupato di creare benessere per la gente “normale”, e che ha sempre avuto a cuore le ragioni della sopravvivenza economica dei più bisognosi, improvvisamente si associ a questo tipo di compagnia.
E che per giunta lo faccia con superficialità e con banalità assortite indegne di una grande organizzazione del lavoro, facendo finta di ignorare la differenza tra riqualificare un immobile o costruirlo da capo.
Cosa vuol dire “migliorare l’efficienza tecnica degli alberghi”? Mettere i doppi vetri in hotel che sono aperti quasi solo d’estate? Oppure tarare meglio il condizionamento o l’erogazione di gas dei fornelli? E, di grazia, in che modo provvedimenti di questo genere possono impattare realmente sulla ricchezza prodotta in Sardegna?
Davvero la Cgil pensa seriamente che “migliorare i servizi necessari per aumentare l’offerta” sia sufficiente a risolvere i problemi del turismo sardo?
E cosa significa esattamente “migliorare i servizi” se non costruire stanze più grandi o centri congressi o SPA in alberghi che risalgono quasi tutti agli anni settanta?
E come si fanno queste cose se ci si ritrova nei trecento metri dal mare e la legge urbanistica non prevede questa possibilità?
Mi viene spontanea anche un’altra domanda, con quali soldi la Cgil vorrebbe procedere alla riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale? Ancora spesa pubblica, magari aumentando le tasse ai famosi ricchi?
Ma la cosa che veramente mi lascia perplesso è il come mai si sia formata questa strana alleanza solo sulla legge urbanistica e invece essa non venga consolidata anche con riferimento al settore industriale e in particolare alle industrie del Sulcis Iglesiente.
Forse la questione ambientale funziona solo per il turismo ma non per l’industria?
Non posso, ne lo farei anche se potessi, dare la linea ad una organizzazione così importante come la Cgil, lungi da me, ma un consiglio al Segretario Carrus glielo vorrei dare lo stesso, anche se dubito che lo seguirà.
Segretario, lasci perdere i fanatici dell’ambiente, la Cgil, nel bene e nel male, rappresenta una parte rilevante nella storia economica del Paese e della Regione, continui a stare dalla parte del popolo che campa conquistandosi il pane tutti i giorni a prezzo di duro lavoro (come nel Sulcis), non dalla parte dei radical chic e delle contesse milanesi che sorseggiano tisane nelle terrazze delle loro ville, quelle si, rigorosamente nei trecento metri dal mare.
Nessuno vuole distruggere le incomparabili bellezze naturali della Sardegna, tanto meno la Giunta o l’Assessore Erriu, ci sono modi ragionevoli per trovare un equilibrio tra la protezione dell’ambiente e le giuste esigenze dei sardi di campare dignitosamente a casa loro.
Mi aspetto che la Cgil sia dalla parte giusta, non del fanatismo incosciente di gente che non deve rispondere a nessuno di quello che fa. O non fa.
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Redazione SANATZIONE.EU