La politica vaneggia sulla crescita mentre le aziende annegano tra i vincoli
Mentre il premier Gentiloni e Pigliaru si trovavano a Cagliari per fare retorica sulla crescita con pseudoriforme che non incideranno nella nostra economia, accompagnati addirittura da chi ha definito “indegno” il lavoro domenicale, le imprese sarde non riescono ad investire.
E’ il caso di Nieddittas, l’azienda vorrebbe estendere il commercio di cozze ma non gli è permesso investire nell’area attualmente occupata: troppi vincoli ambientali. Vincoli che in Sardegna raggiungono il 24% di tutta la superficie dell’isola – Di Giampiero Borrielli.
La notizia, di per sé, non sta suscitando molto clamore, ma le famose cozze Nieddittas stanno per traslocare da “Corru Mannu”, una località tra le più suggestive e selvagge del litorale di Arborea, verso lo stagno di Santa Giusta.
La motivazione è assai banale, in quanto, accertato il successo commerciale del prodotto e del marchio, l’azienda intende, giustamente, espandersi.
Ed è qui che sorgono i problemi.
Difatti, attualmente, lo stagno di “Corru Mannu” è una zona ad altissima Tutela Ambientale. In base alla Convenzione di Ramsar e, quindi, sulla base delle direttive Comunitarie “Habitat” e “Uccelli”, esso viene dichiarato sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale. Dunque inserito nella rete Natura 2000.
Ne consegue che, per ottenere una qualsiasi autorizzazione per ampliare l’attività in loco, la ditta si deve assoggettare ad una trafila burocratica semplicemente pazzesca.
Da qui la decisione di trasferirsi presso lo stagno di Santa Giusta, decisamente meno soggetto a restrizioni ambientali, per adesso…
Ma quante sono le aree della Sardegna vincolate da aspetti ambientali?
I soli Siti di importanza comunitaria (SIC) e le Zone di protezione speciale (ZPS), in Sardegna occupano il 24% (*) circa della superficie a terra (573.194,00 Ha).
Ben il 24% del territorio isolano è, di fatto, tolto ai sardi e affidato a “parti terze”.
Parti terze che, se non esistessero i finanziamenti a fondo perduto dell’UE, dello Stato Italiano e della Regione Sardegna, difficilmente riuscirebbero a pagare i pochi fortunati dipendenti per più di un mese.
In parole povere, si tende a trasformare la Sardegna in una immensa Zona a Protezione Speciale, in cui tutte le decisioni di sviluppo sono subordinate alla tutela della “Gallina Prataiola” e dove, alla fin fine, sarà proprio la presenza umana ad essere tollerata, attuando un vero e proprio esproprio della tanto invocata sovranità dei Sardi di Sardegna che, con mirabile preveggenza, a tal fine lavorano!
(*) Vedasi la Proposta di legge N° 450 in R.A.S.
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