La Corsica al voto alla vigilia della riforma istituzionale
La Corsica al voto, già governata dagli indipendentisti, si appresta a modificare la struttura istituzionale della sua specialità in seno alla Repubblica Francese.
Ecco il contesto politico e istituzionale – Di Mario Carboni.
Domenica 3 dicembre si voterà in Corsica, e i vincitori, dal 1° gennaio 2018, governeranno la Collettività di Corsica a Statuto speciale che sostituirà la Collettività territoriale della Corsica nata a Matignon. Questa ingloberà i dipartimenti della Corsica del Sud e dell’Alta Corsica, con una trasformazione politica ed istituzionale di enorme valore e potenzialità di autodecisione nazionale.
Il risultato di queste elezioni sarà la controprova della bontà o meno dell’esperienza di due anni di gestione dei nazionalisti corsi, sia autonomisti che indipendentisti, che con un ricambio politico e generazionale rivoluzionario sono stati messi alla prova dei fatti nel governo della cosa pubblica e chiedono il consenso alla maggioranza dei còrsi per continuare il governo e la transizione all’autodeterminazione con strumenti nuovi e più efficaci.
Dall’inizio del prossimo anno la Corsica sarà riunificata sotto un unico Governo ma anche la Nazione còrsa avrà un unico Parlamento anche se depotenziato e non ancora rispondente alle esigenze e alla volontà del popolo còrso.
La partita in gioco è grande quanto il rischio che una sconfitta dei nazionalisti consegni nelle mani degli storici oppositori francesizzanti e dei clan i nuovi strumenti di autonomia frutto di tanti anni di lotte, sofferenze e lutti del movimento nazionalista còrso nel suo insieme.
Potrebbe accadere come in Sardegna nel secondo dopoguerra quando i frutti della lotta sardista per l’Autonomia caddero nelle mani degli antiautonomisti dei partiti italiani che l’avevano avversata e lentamente la denaturarono, la tradirono, sino a farla diventare com’è oggi: un corpo senza anima né spirito di libertà per i sardi, ma gestore del colonialismo assistenziale che tutti conosciamo.
Vediamo come si trasformerà politicamente ed istituzionalmente la Corsica leggendo l’articolo 30 della legge N° 2015-991 del 7 agosto 2015 (https://www.legifrance.gouv.fr/affi… ) che ai sensi dell’art. 72 della Costituzione, riorganizzando territorialmente la Repubblica, ha istituito la Collettività di Corsica.
La sua lettura potrà farci capire e valutare, soprattutto a noi nazionalisti sardi, le nuove competenze e le fonti economiche previste della nuova istituzione a Statuto Speciale. Per governare la quale si svolgeranno le elezioni di domenica prossima, poiché la legge istitutiva ha previsto che il “mandato degli eletti in dicembre 2015 termina il 31 dicembre 2017”, mentre finora i nazionalisti sono stati al governo di una struttura politica e amministrativa che da gennaio 2018 non ci sarà più ma nella quale devono dimostrare agli elettori di aver operato con successo. Pena la perdita del consenso così duramente conquistato.
I nazionalisti còrsi dovrebbero vincere bene le elezioni e me lo auguro anche nell’interesse di noi sardi che potremmo prendere – se non proprio un esempio vista la rispettive differenze non marginali di storia e di realtà politica – almeno entusiasmo e incentivo per un percorso di autodecisione che metta al primo posto la questione nazionale sarda con la sua lingua ed identità al primo posto, in luogo di un economicismo sbagliato e castrante di ogni energia di liberazione e decolonizzazione.
Cosa accadrà in Corsica dal 1° gennaio 2018?
1. La Collettività di Corsica, come suddetto, si sostituirà in tutti i diritti e gli obblighi dell’attuale collettività e dei due dipartimenti dell’Alta Corsica e della Corsica del Sud;
2. L’Assemblea di Corsica passerà da 51 a 63 membri chiamati “consiglieri di Corsica”, con un Presidente e un Consiglio esecutivo coadiuvati da un Consiglio economico, sociale, ambientale e culturale;
3. Sarà creata una Camera dei Territori sotto la forma di ente pubblico con sede a Bastia e sarà composta da 56 membri (27 per la Corsica del Sud e 29 per l’Alta Corsica) che dovrà applicare le politiche della Collettività a livello sub regionale e attuare politiche a livello intercomunale mettendo in relazione i comuni;
4. La Collettività si doterà di un Mediatore presso lo Stato con sede nella regione dell’Île de France.
La maggioranza nazionalista còrsa è stata messa messa alla prova nei trascorsi due anni di transizione allo Statuto Speciale, gestendo gli scarsi poteri e le poche risorse attuali, ben identificabili dall’ultimo bilancio di previsione, e cercando di raggiungere gli obbiettivi politici e programmatici promessi agli elettori. Cioè mantenendo l’obbiettivo strategico che prevede anche il superamento delle caratteristiche della stessa Collettività di Corsica che nascerà il 1° gennaio prossimo e che consiste principalmente nell’ottenere una vera Assemblea legislativa con un vero Statuto inserito nella Costituzione francese. E non le presenti modifiche ottenute con un articolo di legge in un calderone di riforma generale, con uno Statuto fiscale speciale e la parificazione della lingua còrsa con la lingua francese.
Si può dire che i nazionalisti còrsi, nella loro strategia, si muovano sull’esempio dei baschi per quanto riguarda la sovranità fiscale; dei catalani per lo Statuto, e dei fiamminghi per ciò che riguarda la lingua con la stella polare della Repubblica di Pascal Paoli indirizzata ad essere una stella dell’UE.
Gli obbiettivi sui quali si sono accordati i due partiti nazionalisti ponendoli a base dell’unificazione politica e organizzativa con la quale si presentano agli elettori sono molto ambiziosi e prevedono da adesso il superamento delle caratteristiche meramente decentralizzanti e ottriate dalla Francia per la Collettività di Corsica. Che pur entrando in vigore a breve, sono considerate già insufficienti e da sostituire integralmente.
Si aprirà quindi – con l’auspicata vittoria dei nazionalisti còrsi – l’uso di nuovi strumenti di democrazia e di governo, insufficienti ma migliori e più impegnativi di quelli che si abbandoneranno a seguito dell’attuazione della riforma istituzionale, generando un periodo di confronto e conflitto con lo Stato, Parlamento e opinione pubblica francese: controparti sconcertate solo perché Talamoni e Simeoni, dopo la prima vittoria elettorale, hanno parlato da subito nella vecchia Assemblea ed al Mondo in lingua corsa, considerando pure il recente successo dei nazionalisti nelle elezioni al Parlamento, ma anche molto preoccupati dai fatti catalani e quindi interessanti a promuovere vento contrario alla vittoria dei nazionalisti còrsi.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE
Mi sembra tanto semplice da imporre che la Sardegna con la Corsica, con l’avenuta unione Europea. ritornino ad essere una terra sola in Europa, diventando e acetando di essere Italo Francesi!!!Le due nazioni, in questo modo sarebero costrette a cedere quanto di meglio si possa dare, anche perché cercherebero di accaparrarsi il consenso degli abitanti, che in un numero così esguo gli converrebbe, più che andare per conto proprio, di avere l’irripetibile fortuna di avere due”Mamme prodighe”, che le proteggano!!!( Vedi l’sola di Malta , protetorato Inglese, che incassa i proventi diuna base Americana e di una Sovietica
I due territori uniti riformerebbero quella Grande Terra unica, che era nel lontano passato di quando,ingiustamente sono state separate ! Così con una popolazione il cui numero esiguo, per il territorio, lungo quasi quanto lo stivale della Penisola Italiana, abitato da Un Milone e Ottocentomila abitanti ritornerebbe ad essere una terra sola. Quanto sopra detto e vista l’ecessiva intensità demografica delle due nazioni “Madri”, visti i notevoli mezzi di comunicazione privati disponibili attualmente, questo territorio riunito, oltre al moltissimo altro, sarebbe oggetto di scelta per viverci da parte degli imprenditori che coun “Executiv” arriverebbero nelle fabbriche più facilmente che vivendo nei territori dove vivono tuttora!Forse questa se le popolazioni fossero molto scaltre e sinergiche, potrebbe essere la congrua paga di un passato buio!!! Ettore De Gasprin De Saint Pierre De Orange