L’anno dei film indipendentisti
In tempi di crisi catalana escono ben due film indipendentisti, “Black ’47″ ed “Outlaw king”, entrambi ispirati a drammatici periodi storici. Dall’irlandese Feeney che si rifiuta di parlare la lingua del dominatore, nella grande carestia di metà Ottocento, alla rivalsa della Scozia sulla tirannia di Edoardo I°: il grande schermo saprà raccontare meglio della politica europea le ragioni della libertà?
Un commento alle pellicole.
Di Adriano Bomboi.
Mentre la Spagna declina in una spirale autoritaria a carico degli indipendentisti catalani che hanno osato sfidare l’integrità dello Stato, il cinema rilancia il tema dell’indipendenza attraverso due pellicole, entrambe ambientate nelle isole britanniche: “Black ’47″, ed “Outlaw king”.
Il primo titolo riguarda il 1847, anno nero in cui l’Irlanda, all’epoca non ancora indipendente da Londra, si trovò a fronteggiare una delle peggiori carestie della sua storia. La trama narra le vicende di Martin Feeney (James Frecheville), un ex soldato della Corona inglese che torna nella sua terra trovando uno scenario di desolazione, dove alla morte e alla miseria si aggiungono le vessazioni delle autorità. Autorità per cui aveva combattuto, e che si riveleranno responsabili della fine della sua famiglia, una circostanza che spingerà Feeney ad intraprendere una sanguinosa guerra personale contro ogni simbolo della dominazione inglese. L’antieroe verrà braccato da un controverso cacciatore di taglie chiamato Hannah (Hugo Weaving, noto al grande pubblico per i suoi ruoli nella trilogia di “Matrix” e de “Il signore degli anelli”).
Eppure, più che un dramma storico, il film si denota come il classico revenge movie a tinte western, il che lo rende un prodotto esportabile oltre il pubblico dei Paesi del Commonwealth per cui è stato concepito. E malgrado non brilli per originalità, la regia di Lance Daly riesce ad integrare la prova di due validi attori, alle prese con una debole sceneggiatura, col vero protagonista della pellicola: il paesaggio. Si tratta infatti di un’Irlanda molto diversa dagli stereotipi a cui siamo abituati, uno scenario cupo che finisce per dominare le gesta dei protagonisti.
Il secondo titolo è un prodotto Netflix e dunque destinato al circuito dello streaming. “Outlaw king”, diretto da David Mackenzie, narra eventi realmente accaduti, quelli del “re fuorilegge”, ossia Roberto I° di Scozia (interpretato da Chris Pine), che si scontrò con Edoardo I° d’Inghilterra per la guida del proprio regno. E quindi per l’indipendenza degli scozzesi dalla tirannia inglese. Uno scontro che culminò nella celebre battaglia di Bannockburn del 1314.
Invero, la ricostruzione storica presenta numerose imprecisioni e appare penalizzata da un’eccessiva vena nazionalistica che caratterizza i singoli personaggi, peraltro scarsamente approfonditi. Il film è inoltre ben lontano dal pathos epico di pellicole come “Braveheart” (anch’essa ambientata durante la prima guerra d’indipendenza scozzese), o “L’ultimo dei mohicani”, e solo l’alto impatto visivo delle battaglie riesce a compensare tali mancanze (buona la “fotografia”).
Nonostante tutto, si tratta di due film da conoscere per tutti gli amanti della libertà, e che forse, pur trattandosi di produzioni relativamente minori, contribuiranno a tenere vivo il tema dell’indipendenza nelle cronache odierne. Purtroppo l’incedere narrativo tratta solo secondariamente i temi economici che sottendono alle ragioni degli indipendentisti, e che ancora oggi costituiscono, al di là della cultura, il vero nervo scoperto su cui si articola ogni contrasto politico, prima che di legittimità istituzionale.
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