Nurah. Il gioco delle torri di luce – Di Marco Oggianu
Arriva Nurah, il gioco delle torri di luce. Il libro fantasy di Marco Oggianu ambientato all’epoca della civiltà nuragica, o meglio, nella terra di Shardan.
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Isola di Shardan, 1500 a.C. I popoli dei venti Regni decidono di sfidarsi in un gioco, il Gioco delle Nurah, le Torri di Luce, che da allora tutto stabilisce e tutto ordina. Mentre gli altri popoli vedono la nascita e il crollo di civiltà, guerre, commerci, navigazione, nella terra di Shardan da quel momento si vive solo per il Gioco e per la conquista delle Nurah. Nascono venti squadre, una per Regno, e ogni squadra è composta da nove guerrieri, guidati da un Majore, che si affrontano per il possesso della Nurah, una torre di pietra, Tempio e Fortezza allo stesso tempo. Le sfide sono fra due squadre di Regni confinanti: i Guardiani, che difendono la Nurah, e gli assalitori, che la assediano. La squadra che accende il fuoco sacro sulla torre di luce governa per un anno, e il suo Majore diventa automaticamente Sovrano del Regno. La squadra che vince più sfide e controlla più Regni stabilisce il Judike, l’Imperatore, e dà il nome alla nuova era.
Marco Oggianu: «In Sardegna si contano i resti di circa 8.000 torri di pietra, dette Nuraghi. Migliaia di statuette di bronzo, o bronzetti, e una trentina di statue in pietra alte due metri, dette Giganti, risalenti allo stesso periodo, rappresentano diversi tipi di guerrieri-atleti. In particolare uno strano personaggio che scala una torre. Il libro è ispirato a questa civiltà e vuole darle vita».
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Redazione SANATZIONE.EU
Premessa: certo che, sic et simpliciter, «dar vita ad una civiltà (nientemeno!)» che fu lunga tante moltissime migliaia di anni (la qual cosa è qui è magnificamente ignorata!) avendo come dati di riferimento: 8.000 torri (detto per inciso: non di torri trattasi!), migliaia (ma non lo sono!) statuette di bronzo, trenta statue di pietra e, SOPRATTUTTO [ed è ciò che (burlescamente?) si sottolinea!], un personaggio che scala una torre! Ebbene, mi par davvero progetto (se pur fantasioso) sol destinato a gettare il discredito su una grande Cultura che, a vario titolo, primeggiò in Europa per quindicimila anni! Ma, entriamovi un attimo nel merito.
Si dice: […] «In particolare uno strano personaggio che scala una torre. Il libro è ispirato a questa civiltà e vuole darle vita»!
Caro Bomboi! MI SON CADUTE LE BRACCIA BEN PIU’ GIU’ CHE PER TERRA!
Devi sapere che quello “strano personaggio” che assurge quì al rango di simbolo: È UN AUTENTICO FALSO!
Falso, che fu pensato e costruito, DI RECENTE, a ridosso dei villaggi Santu Sperau e Muristei, per prendersi gioco (sarà partita da qui l’idea di quel gioco?) della sarda cultura!
Vedo, pertanto quivi, altro tentativo, anch’esso grandiosamente basato sulla mancanza totale di un fondato SAPERE sulla Preistoria e Storia Antica della Sardegna, che ardisce vaneggiare sol qualcosa di infelicemente «fantasioso»!
«Isola di Shardan, 1500 a.C.»! Recita incauta la noticina! Evidentemente, par qui si ignori come, I SARDI di «la più grande delle isole» (circa 45.000 km2) fossero soliti navigare per l’intiero Mediterraneo da “almeno” quindici millenni Prima d’Ora! Come chiaramente si evince dalla attenta nonché CRITICA LETTURA dei classici greci! Il quale dato, BEN ci conforta nell’affermare esser posto il momento d’inizio di quei tal “psichedelici giochi” in epoca in cui la Civiltà dei Nurakes AVEVA DI GIA’ TERMINATO D’ESSERE IL PRESENTE!
I Sardi vivevano ormai nell’opulenza per ricchezze ed esperienze accumulate nei millenni! La Sardegna, NON PIU’ «la più grande delle isole» da circa novemila anni, era considerata tuttavia l’Eldorado del Bacino Mediterraneo (come recitano nuovamente quei già citati classici) da tutta l’ecumene ivi attestata! Sue nuove generazioni, che parrebbe non fossero da meno di quelle antenate che portarono l’Agricoltura Sarda in Tutta l’Europa, come sostenne di già IL FIOR FIORE di archeologi e genetisti delle più alte scuole, si dilettarono nel di poi a far valere una loro presenza, FORTE, in Fertile Mezzaluna, Nord Africa ed Egitto. Nel cui ultimo luogo (dirò di sfuggita) sembrerebbero esprimere, «di bel nuovo», una loro dinastia in cui vedesi anche la presenza di faraone detto “su Sussincu! Il cui nome gli Assiri vocalizzarono in Shushincu! Ma lo si pronunzi così come a Sorso è d’uopo di grazia!
Come vedi, caro Bomboi, il danno che ne risulta per LA NOSTRA CULTURA non è meno grave di quello portatoci dagli ignorantoni diffusori televisivi nazionali! I quali SOLO OGGI ci vengono a raccontare quisquilie che, “in hoke”, da troppi decenni son triturate ormai!
mikkelj