Nuova emergenza rifiuti sulla 131 DCN. Tutte le foto con commento
Nuova emergenza rifiuti sulla 131 DCN. Tutte le immagini.
Mentre i Comuni esibiscono bandiere blu e crescita della raccolta differenziata, le strade extraurbane e la principale arteria viaria della Sardegna, la statale 131, viene inondata di spazzatura.
Difficile addebitare ogni responsabilità ai turisti. Pesa la poca prevenzione, l’inciviltà diffusa e, a differenza di altre realtà internazionali, l’assenza di meccanismi di mercato capaci di valorizzare il rifiuto come un bene da non abbandonare nell’ambiente.
Vediamo perché.
Di Adriano Bomboi.
(Immagini in fondo all’articolo).
Mentre i Comuni esibiscono bandiere blu e crescita della raccolta differenziata, le strade extraurbane e la principale arteria viaria della Sardegna, la statale 131, viene inondata di spazzatura. In particolare il tratto della Diramazione Centrale Nuorese che dal cuore della Provincia conduce verso la costa, lungo i vari Comuni: da Dorgali, passando per Siniscola, sino a San Teodoro. Sono interessate dal problema, con vari gradi di intensità, tutte le principali piazzole di sosta.
Difficile inoltre addebitare ogni responsabilità ai turisti, considerando che la maggioranza della presenze estive si concentra nelle aree costiere, senza rivolgersi all’interno.
Bisognerebbe probabilmente investire in prevenzione, intendendo con ciò la disposizione di telecamere nei punti sensibili, in funzione deterrente, e per sanzionare le persone incivili. Mentre per altro verso bisogna realizzare nuove aree ecologiche in cui i turisti possano smaltire i propri rifiuti.
Ma tutto ciò potrebbe non essere sufficiente.
Non è possibile abolire “per legge” quest’assenza di educazione ambientale, ma può essere incanalata in modo virtuoso. Come? Attraverso una pratica di cui abbiamo già parlato, ad esempio diffondendo la cultura del “reverse vending”, già presente in varie realtà internazionali, dalla Germania sino al Giappone.
Con questa soluzione, delle macchinette automatiche per la raccolta di vetro, plastica e lamiera potrebbero erogare modeste somme di denaro, oppure sconti e buoni acquisto per fare la spesa in determinate catene commerciali. Questo sistema, presente generalmente in forma di cauzione, consente di ottenere un vantaggio maggiore rispetto a quello di gettare via in modo improprio il rifiuto.
Cosa significa esattamente?
Ad esempio un supermercato potrebbe far pagare una modesta cauzione per ogni singola lattina di birra venduta, denaro che verrebbe restituito o scontato nel prossimo acquisto, con la restituzione della lattina nello stesso supermercato o in quello di un punto vendita/ritiro convenzionato.
Gettereste via qualcosa che può procurarvi un vantaggio?
L’esperienza mostra che nelle realtà in cui questo sistema è stato applicato si è sviluppato un maggior decoro ambientale, poiché vi è tutto l’interesse a raccogliere pure vetro, plastica e latta abbandonata da terzi.
La misura costituisce dunque un incentivo all’assunzione di comportamenti più virtuosi. O, per dirla alla Ludwig von Mises, economista austriaco, si sviluppa il vantaggio del “calcolo economico” da parte dei consumatori.
Sfortunatamente, i sistemi attuali di raccolta differenziata dei rifiuti presenti in Sardegna non presentano caratteristiche “capitalistiche” ma opache iniziative che celano persino finalità politico-clientelari. In cui la tutela ambientale rappresenta unicamente il cavallo di Troia con cui vengono intrapresi appalti milionari, lautamente spesati dai contribuenti a vantaggio di piccole e grandi oligarchie locali. Peraltro non sempre efficienti, soprattutto al di fuori del raggio d’azione delle aziende deputate alla raccolta dei rifiuti.
Le aree extraurbane dell’isola testimoniano infatti tutti i limiti del modello a cui siamo abituati.
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U.R.N. Sardinnya ONLINE