Decadenza Todde: la replica di Christian Solinas (PSD’AZ)

La tesi dell’errore normativo, in cui potrebbe essere incappata la governatrice Todde sulla vicenda della decadenza, e tra le pagine più lette di Sa Natzione, non convince Christian Solinas, leader del Partito Sardo d’Azione, che interviene sull’argomento anche in replica ad un altro tema.

Ecco le dichiarazioni dell’ex governatore sardista:

«Nel pieno della bufera istituzionale che sta imperversando in Sardegna a causa dei suoi pasticci nella rendicontazione delle spese elettorali, che rischiano per la prima volta nella storia autonomistica di determinare uno scioglimento anticipato del Consiglio Regionale come conseguenza di una sanzione e non per libere dimissioni come fu nel caso di Renato Soru nel 2008, la Presidente Todde (o la sua multistellare macchina della comunicazione) ha avuto la brillante idea di sparigliare il campo con una bugia.

Incredibilmente, infatti, Todde ha riportato la notizia della vittoria in Cassazione della Regione in materia di energia idroelettrica, chiosata letteralmente con queste sue affermazioni:

“Nonostante qualcuno continui a ripetere, o a sperare, che io non sia più la Presidente della Sardegna, noi continuiamo a lavorare nel solo interesse dei sardi rispondendo alle illazioni con fatti concreti. È stata recentemente depositata l’importante sentenza della Corte di Cassazione che accoglie il nostro ricorso contro Enel in merito alle concessioni delle centrali idroelettriche del sistema Taloro”.

Peccato che quel ricorso l’abbia voluto e firmato io da Presidente della Regione all’esito di un lungo braccio di ferro con ENEL e con lo Stato, passato attraverso un contenzioso al Tribunale Superiore per le Acque Pubbliche, dopo importanti iniziative legislative della Regione con la Giunta Floris II e la Giunta Soru ed un impegno costante dell’Assessorato regionale dei Lavori Pubblici nel corso di tutte le legislature. Questa è la verità e testimonia ancora una volta la bontà del mio operato da Governatore per tutelare gli interessi dei Sardi e della Sardegna in armonia con un governo dell’Isola a trazione sardista. Il resto sono le solite mistificazioni del M5S, di chi ha passato gli anni a screditare la mia immagine per poi appropriarsi dei risultati del mio lavoro; di chi ha costruito il proprio consenso alimentando le pulsioni più triviali dell’odio e dell’invidia sociali strillando slogan come “onestà”, “legalità”, “trasparenza” che questi giorni ci dimostrano fossero da intendersi esclusivamente “a senso unico”; le leggi si applicano duramente agli altri, senza appello, ma si interpretano, si criticano, si impugnano ed eventualmente si cambiano se solo si rischia di vederle applicate a se stessi.

È veramente paradigmatico il collage video di due interviste rilasciate a distanza di 9 mesi dalla Presidente Todde, che con la stessa nonchalance dichiara prima di essersi pagata per la gran parte la campagna elettorale e poi di non aver personalmente speso niente per essa. Esattamente come nelle due versioni di rendiconto fornite alla Commissione Elettorale di Garanzia, che probabilmente anche per questo ha ritenuto di inviare i relativi atti alla Procura della Repubblica. E hanno il coraggio di parlare di complotti, di poteri forti che cercano di resistere al nuovo di cui sono portatori i cinquestelle e lo fanno continuando il mantra della scorsa legislatura per infangare il sottoscritto con i trend topics creati dalla loro macchina del fango: questo “capolavoro” di vitruviane proporzioni continua ad ironizzare sui titoli accademici altrui dimenticandosi di citare i propri (forse inesistenti?), ma nulla dice per spiegare per quale motivo da quando governa non ha risolto nulla di quanto aveva sbandierato, nulla dice sul perché abbiano violato le norme sui rendiconti elettorali e pretendano che il tutto venga derubricato fino a restare impunito, soltanto perché commesso da loro.

Purtroppo, in questo senso, c’è stato in questi giorni anche l’intervento di alcuni economisti che nel commentare la vicenda hanno puntato il dito sulla qualità della tecnica legislativa per giustificare l’inosservanza della norma. Ora se passasse il concetto che tutte le leggi “scritte male” danno una sorta di salvacondotto ai trasgressori delle loro prescrizioni, certamente sarebbe il caos. Ma in verità l’argomento utilizzato è molto più peloso perché sottende una difesa partigiana unilaterale: quando una legge colpisce qualcuno del “campo largo”, costui non è colpevole e va salvato perché è la norma pasticciata che genera errori; viceversa, se leggi davvero controverse portano a sanzioni contro un avversario politico, quest’ultimo è un delinquente e deve essere punito in maniera esemplare perché la legge non ammette ignoranza: dura lex, sed lex.
Nello specifico, le norme in discussione sui rendiconti e sul mandatario elettorale sono in vigore da trent’anni e nessuno ha mai avuto particolari problemi interpretativi. Migliaia di candidati a tutti i livelli le hanno applicate nel tempo in maniera uniforme. Tanto ciò vero che anche i precedenti giurisprudenziali sono davvero contenuti.»

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Redazione SANATZIONE.EU

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