Arte: Giuseppe Maria Sartorio. Il Michelangelo dei morti

Il celebre scultore nacque a Boccioleto nel 2 dicembre 1854 e scomparve in circostanze misteriose durante un viaggio di ritorno nella penisola italica nel Mar Tirreno il 20 settembre del 1922. Studiò a Varallo Sesia e all’Accademia Albertina di Torino, completò i suoi studi nell’Accademia nazionale di San Luca a Roma.
La storia legata alla sua scomparsa cela un alone di mistero attorno alla sua figura, secondo fonti certe, scomparve durante la traversata sul piroscafo “Tocra” da Olbia a Civitavecchia, e non si ritrovò mai il suo corpo.
L’opera sartoriale di statuaria cimiteriale ebbe un gran successo, poiché fin da subito l’artista fu riconosciuto uno dei migliori allievi delle Accademie qui sopra menzionate.
I primi a commissionargli un opera furono i Roggiero di Vergnolo con la richiesta i realizzazione di un monumento funebre per la loro famiglia. In seguito a questa esperienza vinse il bando per la realizzazione del monumento al Conte Gustavo Panza di S.Martino e nel  1882 si aggiudicò la commissione del monumento a Garibaldi a Cuneo. La sua notorietà accrebbe talmente tanto da potersi aprire uno studio a Torino.  Non appena i dirigenti piemontesi delle Miniere Sarde di zinco e piombo del complesso metallifero di Monteponi giunsero a conoscenza di questo grande artista, gli proposero di erigere nella piazza di Iglesias il monumento a Quintino Sella. Da questo momento Sartorio lavorerà spesso in Sardegna, tanto da aprire bottega anche nell’isola. La Sardegna fu la sua fortuna, venne considerato cagliaritano d’adozione e aprì studio sia a Cagliari che a Sassari. Grazie al suo operato, fa risplendere il cimitero di Bonaria a Cagliari, e quello di Iglesias, ma non solo, anche Sassari, Nuoro, Cuglieri, Ozieri, Oristano e Buggerru raccolgono le sue opere nei cimiteri comunali.
Il 20 aprile del 1899, Umberto I e la regina Margherita inaugurano a Sassari il monumento a Vittorio Emanuele II, che Sartorio aveva innalzato al centro di Piazza d’Italia per onorare la Sardegna sabauda.
In quell’occasione nacque il grande appuntamento folkloristico, oggi noto come “Cavalcata Sarda”, che ancora odiernamente viene celebrato ogni anno da allora. La penultima domenica di maggio è riservata a questa iniziativa.
Ormai l’artista, notissimo, doveva avvalersi di diversi allievi anche per gestire e seguire le sue diverse botteghe, fra questi 40 ottimi allievi selezionati vi furono il figlio Ettore e i fratelli Usai di Sassari.
Il grande scultore venne soprannominato il “Michelangelo dei morti”, poiché la sua arte scultorea funebre si basa principalmente sui canoni di bellezza e proporzione legati al ciclo scultoreo del grande Michelangelo Buonarroti.

A cura di Silvia Maxia.

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