Pili contro la Boldrini: ‘Si voti sull’indipendenza del Popolo Sardo’
“Se il Presidente della Camera non accoglierà il mio ricorso per l’ammissibilità dell’ordine del giorno sull’autodeterminazione del Popolo Sardo presenterò una formale denuncia per omissione d’atti d’ufficio e abuso di potere”.
Lo ha appena annunciato il deputato di Unidos Mauro Pili che aveva presentato un ordine del giorno dichiarato inammissibile dal presidente della Camera perchè violerebbe l’unitarietà dello Stato.
“Oggi, se non si voterà l’ordine del giorno a mia firma, si apre un contenzioso duro e senza alcun tipo di riserva. Si sta commettendo una violazione gravissima che non può essere tollerata. I legali che ho incaricato stanno già predisponendo gli atti formali per presentare denuncia alla Procura di Roma e agli eventuali organismi nazionali e internazionali competenti. Spero solo che l’arroganza manifestato in occasione dell’inammissibilità dell’ordine del giorno abbia una riconsiderazione altrimenti è evidente che il conflitto che si apre sul piano politico e giuridico non avrà esclusione di colpi”.
“E’ fin troppo evidente – scrive Pili nel ricorso – che tale non ammissibilità travalica tutti i principi fondamentali dell’ordinamento parlamentare e preclude al sottoscritto deputato di svolgere nel pieno del suo mandato la propria funzione di proposta e di indirizzo. Tale ordine del giorno non solo non si pone in contrasto con l’ordinamento costituzionale ma chiede di colmare una grave lacuna nell’attuazione dei principi costituzionali di tutela delle minoranze, della coesione e del riequilibrio”.
In tal senso sono stati richiamati con puntualità nell’ordine del giorno i principi fondamentali dell’ordinamento internazionale ai quali lo Stato Italiano aderisce e che sanciscono, al di sopra di ogni possibile dubbio, la facoltà degli Stati di valutare forme di autodeterminazione dei Popoli. Impedire che la Camera dei deputati possa esprimersi in maniera compiuta sull’attuazione di norme fondamentali come la Carta Atlantica e la Carta delle Nazioni Unite appare una violazione grave non solo sul piano delle prerogative parlamentari del singolo deputato ma una lesione dello stesso diritto Costituzionale che assegna, senza alcun tipo di limite, al Parlamento l’attuazione del diritto internazionale. Impedire la discussione e il voto di un ordine del giorno che si limita a chiedere al governo di individuare percorsi attuativi costituzionali tesi alla salvaguardia e alla tutela del principio unanimemente riconosciuto dell’autodeterminazione dei Popoli.
“Il principio di autodeterminazione in alcun modo può essere inteso, come Ella ha voluto intendere, come qualsivoglia violazione dei principi costituzionali, ma semmai il recepimento e il rispetto di quell’ordinamento internazionale che sancisce il principio fondamentale dell’autodeterminazione dei Popoli. Considerato che nell’altro ramo del Parlamento sono state ammessi non solo atti di indirizzo ma anche proposte di legge con il richiamo esplicito all’autodeterminazione dei popoli appare singolare, istituzionalmente e personalmente inaccettabile, che tale trattamento differenziato e discriminatorio venga riservato al sottoscritto deputato e alla proposta di indirizzo avanzata in sede di esame degli ordini del giorno sulle riforme costituzionali”.
Tale inammissibilità, se confermata, costituirebbe una lesione dei diritti del singolo parlamentare ma sarebbe oggettivamente un’omissione di atti e un evidente abuso di potere. Per questa ragione, nel rispetto delle reciproche funzioni e competenze, Le chiedo di riesaminare l’ordine del giorno, anche alla luce delle disposizioni dei trattati richiamati e in particolare dell’art.10 della Costituzione in cui si dispone: L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute;
“Oso sperare che proprio Lei, On.le Presidente, non voglia disconoscere i principi affermati dalle Nazioni Unite, a partire dall’art.1 del PATTO INTERNAZIONALE RELATIVO AI DIRITTI CIVILI E POLITICI – NEW YORK 16 DICEMBRE 1966 (Ratificato anche dall’Italia con la legge 881/77 del 25 ottobre 1977) che prevede:
Parte Prima – Articolo 1:
Tutti i popoli hanno diritto di autodeterminazione.
Voglio augurarmi che proprio il Presidente della Camera che ha esaltato la figura di Eleonora d’Arborea non voglia negare ai Sardi il diritto di essere considerato un Popolo e come tale aspirare al principio di autodeterminazione sancito a livello internazionale.
Per questa ragione – conclude Pili – la esorto a riconsiderare l’ammissione dell’ordine del giorno n.9/2613 – B/25 e consentire che la Camera dei Deputati possa esprimersi sullo stesso”.
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Redazione SANATZIONE.EU
Ma Pili non ha altro di cui occuparsi? da Sardo non mi pare di aver mai dato mandato a Lui o altri affinchè si voti su una indipendenza del quale, sinceramente, a parte VOI che ci credete, la maggior parte dei sardi non solo non crede ma neanche si pone il problema
Se a te l’indipendenza non interessa avrai votato altra gente, di quella che ha ditrutto e sta distruggendo la Sardegna. Per fortuna Pili non rappresenta te, ma una parte dei sardi (il 45%), di più ampie vedute. E sta facendo un ottimo lavoro.