Roma boccia il progetto di inserire Ottana tra i siti industriali da bonificare
Roma boccia il progetto di inserire Ottana tra i siti industriali da bonificare. Lo Stato impianta produzioni fuori mercato, nel farlo sperpera un mare di denaro pubblico, infine abbandona cittadini e lavoratori alle prese con l’amianto, incrementando la spesa sanitaria che ne deriva – Di G.B. Sanna.
Il Governo della Repubblica Italiana, con l’aiuto del Parlamento, ha bocciato l’emendamento per inserire Ottana nei “Siti di Interesse Naturale” (SIN). A Ottana non si faranno le bonifiche per l’amianto. Lo Stato ha detto no!
Al di là del meritevole impegno dei deputati Bruno Murgia, Roberto Capelli e Michele Piras, al momento non è nota la posizione degli altri rappresentanti sardi alla Camera, agli elettori piacerebbe saperlo.
Ottana, la cattedrale nel deserto, costruita in una piana circondata da montagne, altamente inquinante, rappresenta miliardi regalati al nulla, con predatori scappati, barattieri trovati nella melma delle loro azioni col denaro sporco nelle mani, e lavoratori abbandonati al proprio destino.
Il “governo amico” del Presidente della Giunta Regionale, dove si trovava? Il Presidente della Giunta Regionale Pigliaru, che con atti forti avrebbe dovuto difendere la sua Sardegna, Ottana e i sardi, cosa ne pensa? Le popolazioni della piana di Ottana devono assolutamente trovare giustizia. Lì i criminali hanno installato Montefibre ed Enichem. Perché a Pisticci si interviene e a Ottana no? Perché a Marghera, Brindisi e Ravenna si e a Ottana no? Gli impianti sono simili. Non si tratta unicamente di inquinamento da fumi, è inquinamento dovuto a diversi materiali, è inquinamento, soprattutto, da amianto.
L’amianto non perdona, anche dopo decine di anni si vendica. Presidente Pigliaru, quelli che muoiono e moriranno sono Sardi, lavoratori delle imprese (e non), con mogli e vedove, figli.
È sanità, pensioni, invalidità sociale, vitalizi e indennizzi. I numeri raccontano la verità. Terapie chemioterapiche diffuse, nessun protocollo, nessuna prevenzione. Nella piana di Ottana sono state utilizzate tonnellate di amianto. Nell’abbandono, e per la sua friabilità, ha prodotto ingenti quantitativi di fibre che si sono disperse nell’aria, nell’acqua, sulla terra, nell’organismo delle persone, degli animali e persino nelle piante. Il Consiglio Regionale della Basilicata ha fatto propria la tutela degli abitanti di Pisticci per estendere a tutti gli abitanti i benefici previdenziali dovuti all’esposizione all’amianto.
La richiesta presentata al governo è stata sottoscritta da tutti i partiti che chiedono di estendere i benefici previdenziali come è avvenuto per l’Enichem di Brindisi, di Porto Marghera e Ravenna. Perché i sardi, neppure in questa occasione, sono stati capaci di stringersi in un unico corpo per difendere l’interesse del territorio? Non molti giorni fa una rappresentanza dei Sardi della piana ottanese, accompagnati dalla AIEA Sardegna (Associazione Italiana Esposti all’Amianto), è stata ricevuta a Montecitorio dalla Presidente della Camera Laura Boldrini. I sindaci di Ottana, di Orani, di Orotelli e le vedove dei lavoratori morti a causa di patologie dovute alla nefasta eredità ambientale hanno raccontato gli enormi problemi che li soffocano.
A chi si sono rivolti? Probabilmente non ai nostri rappresentanti istituzionali, spesati dai contribuenti per calare dall’alto imprese decotte, ma ai muri, agli arazzi, agli specchi…
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