Primi dati stagione 2017: Baleari stracciano Sardegna. Come sempre

Primi dati stagione 2017: Baleari stracciano ancora la Sardegna. A giugno, Cagliari, capoluogo che intendeva bandire l’alcool dalle 22, totalizza 454.530 passeggeri aerei; mentre Palma di Maiorca, capoluogo della comunità autonoma, 3.634.123 passeggeri.
Vediamo i dati degli altri aeroporti in rapporto alle differenze dei due principali concorrenti del Mediterraneo occidentale.
Nonostante le sirene ambientaliste, la Sardegna appare in netto ritardo non solo su fisco e trasporti, ma anche su strutture alberghiere del tutto inadeguate allo sviluppo del settore – Di Adriano Bomboi.

I primi dati forniti dalle società di gestione degli scali aeroportuali evidenziano un trend ormai noto da diversi anni a questa parte: la Sardegna, nonostante la timida crescita del turismo, rimane fanalino di coda rispetto alle sue principali concorrenti, le isole Baleari, equiparabili per clima e mare ma non su trasporti, strutture e servizi.

Assaeroporti ha reso noti i dati di giugno 2017:

- Cagliari, 454.530 passeggeri;
- Olbia, 396.564 passeggeri;
- Alghero, 154.668 passeggeri.

Ed ecco i dati AENA di giugno 2017 sui tre principali scali delle Baleari:

- Palma di Maiorca, 3.634.123 passeggeri;
- Ibiza, 1.131.103 passeggeri;
- Minorca, 495.061 passeggeri.

Numeri impietosi, quelli sardi, che tradiscono tutta l’inadeguatezza dell’industria ricettiva nostrana, soprattutto alla luce del fatto che i flussi del traffico passeggeri del Mediterraneo occidentale sono in tendenziale aumento sia nelle Baleari che in Sardegna, rispetto a giugno 2016.
Il nostro sistema ricettivo, benché sul lato ambientale non abbia nulla da invidiare ad altre destinazioni, non riesce ad inserirsi adeguatamente in un volume di traffico che predilige terze mete.

La Sardegna presenta ancora quattro grandi misure da affrontare:

1) Un fisco ed una burocrazia idonei agli investimenti nel territorio;
2) Una riqualificazione ed un’estensione delle infrastrutture e dei servizi alberghieri offerti agli utenti (poiché nonostante le sirene ambientaliste, la Sardegna ha poche, costose e non sempre adeguate strutture capaci di intercettare più turisti, e quindi più lavoro);
3) Un sistema dei trasporti meno oligopolistico, sia via mare che via terra e nei cieli, capace di diversificare il numero dei vettori, che siano meno dipendenti da sussidi pubblici. Nel caso di specie, è interessante notare come il sistema delle Baleari non sia orientato esclusivamente sul modello del co-marketing ma anche su quello del co-branding;
4) Un clima culturale maggiormente dinamico alle prospettive di integrazione del commercio con la piattaforma turistica, non solo per i motivi di cui sopra, ma anche per sviluppare sinergie tra le comunità marittime, urbane e dell’interno (ved. beni archeologici); nonché nelle capacità di offrire maggiori opportunità di relax all’utenza (ad esempio, impensabile vietare l’alcool dalle 22 come inizialmente proposto dal sindaco di Cagliari).

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U.R.N. Sardinnya ONLINE

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