Libri: intervista a Marco Oggianu, autore di ‘Nurah’
Libri: intervista a Marco Oggianu, autore del fantasy “Nurah, il gioco delle torri di luce”.
Un romanzo ambientato nell’epoca della civiltà nuragica.
A cura di Adriano Bomboi.
Marco Oggianu, classe 1971, con un dottorato all’università di Vienna, è tornato in libreria con un’opera decisamente brillante.
Lo splendido gioco di Nurah mi ha riportato alla mente la filosofia olimpionica dell’antica Grecia. Nel mondo ellenico, i giochi consentivano uno stop delle attività belliche, in Nurah invece i giochi sono un vero e proprio antidoto alla guerra come strumento di risoluzione delle controversie. Da dove trae ispirazione questa narrazione?
Lo spunto diretto viene dai Giganti di Monti Prama, non solo le statue, che rappresentano degli atleti, ma anche un manufatto dove uno strano personaggio sembra teso ad arrampicarsi sulla muraglia di un nuraghe. Da ciò si è sviluppato il pensiero sulla configurazione del gioco, e tutto il resto. Un mix tra miti classici, manga giapponesi sportivi e film di Hollywood, sul genere di “Hunger Games” o “Karate Kid”.
Un romanzo sull’antichità della Sardegna ha il pregio di portare attenzione sul nostro ingente patrimonio storico-archeologico. Ritieni possibile che i sardi possano valorizzarlo meglio, anche tramite nuovi libri, documentari, gadget, giocattoli e altre proposte commerciali funzionali alla crescita del turismo interno?
Certo, uno degli scopi del mio romanzo è quello. Attirare l’attenzione su dei tesori che non valorizziamo abbastanza, divertendo, semplificando. Non solo Egitto o Grecia, ma anche tantissime zone turistiche che non hanno il nostro patrimonio archeologico, vedi Malta o la Catalogna, valorizzano il poco che possiedono molto meglio. Anche col mito, col fantasy e l’avventura, che offre un pubblico e un interesse molto più vasto rispetto alle mere analisi scientifiche per addetti ai lavori. Esempio banale: se in un villaggio turistico con migliaia di vacanzieri nel programma di animazione per bambini si proponesse una recita sul Gioco delle Torri, magari le famiglie sarebbero interessate a organizzare una gita verso uno o più luoghi del romanzo e con passaparola i visitatori triplicherebbero. Sono espedienti elementari che però in Sardegna mancano. Basti pensare anche alla stazione ferroviaria di Torralba, a meno di un’ora da Olbia, chiusa e abbandonata, pur trovandosi a due passi dal Nuraghe più alto della Sardegna, il Santu Antine, e dall’altrettanto imponente Nuraghe Oes. Ci passano i treni per Cagliari e Sassari, ma nessuno può scendere ad ammirare tali meraviglie, che restano scarsamente visitate.
Nel libro hai riservato un ruolo alla lingua sarda?
Chi legge potrà notare che i titoli dei capitoli sono bilingue, in sardo e italiano. La scelta deriva dal fatto che il romanzo è stato pensato in sardo, e quelli sono i titoli originali. Anche il titolo di copertina, in realtà, sarebbe: “S’Isfida de sas Turres Lughentes”. Un giorno mi auguro di riuscire a trovare un editore locale che pubblichi la versione originale, ma ne dubito. È insolitamente curioso tuttavia che i collaboratori della casa editrice, italiani, abbiano apprezzato molto l’uso del sardo, e anche i critici, sempre non sardi.
Nel romanzo il lettore avrà il piacere di osservare, non solo l’ingegnosa architettura del gioco che coinvolge i protagonisti, ma anche le dinamiche emotive dei suoi personaggi. Come definiresti il carattere di Ilian? Rispecchia un ideale di donna sarda?
Ilian non è semplicemente una donna, ma una guerriera, indipendente e consapevole delle proprie forze. Nello stesso tempo non è radicata nel suo presente, né rassegnata e fatalista, ma in crescita, sempre con la voglia di migliorarsi e rendersi utile. Ma pensiamo a Giorgia di Torres, Eleonora d’Arborea, o Adelasia, ci sono vari esempi storici di queste figure. Ma Ilian, più che una rappresentazione di donna sarda, è la rappresentazione dei sardi come vorrei che fossero. Mentre invece Is, e da un certo punto di vista anche Sioth (il padre di Gunnar), rappresentano i sardi nella loro dimensione attuale.
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