Rifiuti Campani: Caro Biolchini, sì alla solidarietà, nò alla deresponsabilizzazione

Segnaliamo uno scambio di opinioni tra Bomboi Adriano, fondatore del gruppo U.R.N. Sardinnya, ed il giornalista Vito Biolchini – direttore di Radio Press e conduttore della trasmissione “Buongiorno Cagliari” – avvenuto il 25-11-10 dopo la proposta di importare la spazzatura campana in Sardegna.

Caro Biolchini,

E’ apprezzabile il suo interesse per la collettività. In linea di principio si può essere solidali con tutti, non solo con i napoletani, ma con terze emergenze internazionali. Pensiamo ai terremoti, agli tsunami, etc.
Eppure lei ha chiesto (in risposta ad un indipendentista) se, in ragione delle costanti servitù che subiamo dallo Stato, il nostro obbligo morale (prima che istituzionale) possa considerarsi chiuso.
E questo merita qualche osservazione.

Vede, in una democrazia non esiste la concezione che purtroppo questo Stato centrale ci ha fatto assorbire: in una Repubblica infatti non possono esserci soggetti passivi da una parte e soggetti attivi dall’altra. Per dare insomma bisogna anche ricevere, e viceversa.
Siamo sicuri che la Sardegna oggigiorno stia ricevendo più di quello che sta dando?
Il discorso sarebbe lungo ed opinabile su entrambi i fronti. Ma in linea generale, la solidarietà è qualcosa che nei termini dell’aiuto ad una popolazione la si offre laddove si presentano disastri naturali (come appunto un terremoto) e, francamente, la mole di rifiuti presenti in Campania non corrisponde a questo tipo di emergenza.
In secondo luogo non vorrei che lei confondesse il concetto di SOLIDARIETA’ con quello di RESPONSABILITA’, analogo problema in cui incorse la Giunta Soru (ma per ragioni di posizionamento politico sul PD “nazionale”).
La solidarietà ad una emergenza in cui si presentano evidenti connivenze del crimine organizzato con la politica campana finirebbe per deresponsabilizzare ancora una volta quel territorio dalla ricerca di soluzioni strutturali. Poiché la mancata adozione di queste, ci riporterebbe ciclicamente a togliere la castagne dal fuoco ad un sistema che conta propria sullo smaltimento ESTERNO ALLA Campania le ragioni del proprio business, per poi riprendere da capo analoghi comportamenti.
Questo non è accettabile.

Come indipendentisti quindi non riteniamo di solidarizzare indirettamente col crimine organizzato e diciamo nò a qualsiasi ipotesi di far pervenire nuova spazzatura.

Cordialmente,

Bomboi Adriano
-
Grazie per l’intervento, la seguo spesso con interesse.
Non sono d’accordo su quanto scrive ma capisco la sua posizione, sicuramente chiara. Una cosa ci divide: per me aiutare la Campania a liberarsi dai rifiuti significa combattere la camorra, per lei significa invece aiutare la camorra.
Però io rifiuto l’idea che a pagare questa crisi siano i cittadini e non la politica. Non è vero che i campani sono deresponsabilizzati rispetto al tema dei rifiuti, non lo sono sicuramente meno dei cagliaritani (conosce le cifre della differenziata a Cagliari?). La stretta della camorra impedisce ai napoletani di affrontare seriamente il problema dei rifiuti, non è solo un problema di responsabilità personale. Altrimenti si torna allo stereotipo leghista, a cui, ahimé, in questo frangente molti amici indipendentisti si stanno avvicinando. Se anche i napoletani volessero fare la differenziata, non possono perché la Camorra glielo impedisce! Li vogliamo condannare perché hanno votato una classe dirigente collusa con la camorra? Avevano una alternativa?
Non riesco a stare insensibile all’emergenza, non riesco a dire: “Li avete votati, è colpa vostra”. Perché è troppo semplice e troppo comodo. Perché è fuorviante. E soprattutto perché non risolve nulla. Però per lei quanto sta avvenendo in Campania non rappresenta una vera e propria emergenza (come ad esempio un terremoto), per me invece sì. Ed anche questo differenzia le nostre posizioni.

Grazie ancora e buon lavoro.

Vito Biolchini.
-
Specifico: non parlavo di responsabilità personale dei napoletani, ma di responsabilità sociale (e quindi anche politica).
Siamo sicuri che una volta raggiunto il culmine, non sarà il crimine organizzato stesso a cambiare registro?
Persistere nel rimuovere la spazzatura in conto terzi (cosa di cui naturalmente i buoni napoletani non hanno colpa), come già detto, non farebbe altro che riproporre ciclicamente il problema.
Bisognerebbe anche domandarsi come mai i governi, di questo o quel colore, non trovino mai soluzioni definitive alla questione: evidentemente il grado di collusione campana tra politica e malaffare è tale da impedire anche una maggior incisività alla politica centrale su quel territorio, che quindi adotta provvedimenti tampone al fine di non venir tirata in mezzo da elementi di cui, evidentemente, è a conoscenza.
In Campania insomma c’è un coperchio che nessuno ha interesse a sollevare. Specie nelle segreterie romane dei grandi partiti. Altrimenti da Roma dovrebbero spiegare alcune forme clientelari poco ortodosse dalle quali non potrebbero fingersi estranei dichiarando di non saperne nulla.
In questo senso le varie indagini della Magistratura che ha più riprese hanno tratteggiato scenari torbidi sono eloquenti.

E’ triste ammetterlo: ma i buoni napoletani sarebbero condannati comunque dallo stesso sistema in cui vivono. Per questo servono azioni forti oggi, serve un messaggio deciso affinché in futuro quegli stessi napoletani buoni possano aprirsi alla raccolta differenziata con serietà, senza più impedimenti.
Perché il crimine organizzato è come il cattivo pesce al quale va tolta l’acqua affinché non si diffonda.

Buon lavoro.

Bomboi Adriano.

Iscarica custu articulu in PDF

Redazione SANATZIONE.EU – Nazionalisti Sardi

Be Sociable, Share!

    1 Commento

    • Signor Biolchini,prima di tutto bisogna esporre quali sono i vari attori e fattori del problema-spazzatura di Napoli. Gli attori sono le Istituzioni Campane(dalla regione ai comuni,passando per le provincie)e i Governi di Roma (di dx e sx non importa)poi la presenza della Camorra che,per avere gli alti profitti che gli son propri,intermedia sui rifiuti con le Regioni d’Italia,con quelle del Nordeste nello specifico e controlla il territorio campano. I fattori sono: la mancanza di discariche fruibili, l’assenza totale di termovalorizzatori, la quantità in eccesso di rifiuti, la insensibilità delle persone rispetto a certe situazioni,stante il controllo della Camorra,che lucra su tutto.
      Le domande che mi faccio e le faccio sono le seguenti:se accettassimo ancora una volta di dare una mano alle Amministrazioni Pubbliche Campane, che non hanno mai risolto il problema da circa due decenni,non stiamo forse
      dando una mano alla Camorra che controlla il Territorio? Se i cittadini non si ribellano e continuano con il sistema che conosciamo, per quale motivo altri,come NOI sardi, dovremmo contribuire a risolvere il problema della spazzatura in Campania? Ci sono tante regioni limitrofe, meglio tutta la Penisola Italica,che potrebbero dare una mano con più facilità di NOI e senza i problemi della “continuità territoriale”. Perché ora non interviene questo governo e perché non sono intervenuti i governi precedenti? Ci sono
      forse situazioni sulle quali é meglio non indagare perché a nessuno conviene
      sollevare il coperchio ? Quale sarebbe la nostra responsabilità di Sardi se dovessimo dire di no ad accogliere la spazzatura campana? Io non mi sentirei
      affatto la coscienza sporca.

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.