Patacca regionale in materia di Trasporti. Ecco la verità che pagheranno i Sardi

E’ successo quanto ogni cittadino dovrebbe temere da una politica centralista e demagogica: quella che finge di risolvere un problema, ma sulle sue spalle.
In cosa consiste la soluzione al probabile cartello di compagnie che nella navigazione negli ultimi mesi avevano alzato i prezzi a danno dell’isola?
Che la Regione pagherà di tasca propria attraverso la sua compartecipata Saremar i costi di collegamento a prezzi più bassi rispetto a quelli delle restanti compagnie. Ma non solo, viene prevista l’opzione di noleggiare navi provenienti da terze compagnie di navigazione per sopperire alla eventuale mancanza di unità per il trasporto dei passeggeri.
Tradotto: i soldi delle vostre tasse vengono spesi per pagare quasi la metà del biglietto dei viaggiatori e per pagare i costi di gestione ed utilizzo di altre navi. Se insomma i viaggiatori risparmiano 5, la Regione spende 10.
Questo è il risultato di una serie di variabili a cui si ritrova schiavizzata la politica centralista regionale: da un lato non ha il potere per far smuovere l’Antitrust affinché sanzioni le compagnie che hanno generato il possibile cartello (in quanto abbiamo una Autonomia di cartapesta), dall’altro la conseguenza di questa perdita di credibilità della politica regionale che, essendo per conseguenza ritrovatasi senza la possibilità di trovare una celere soluzione al problema, ha dovuto rifugiarsi nella classica demagogia che serve a calmierare l’Opinione Pubblica.
Dal 15 giugno al 15 settembre insomma la Regione farà finta di aver risolto il problema sulle rotte commerciali da e per la nostra isola.
Ci stupisce che la benedizione a questa sciagurata iniziativa di natura statalista (da “flotta Sarda”) sia stata sostenuta anche dai Riformatori Sardi, presunti “liberaldemocratici”, che invece avrebbero dovuto lavorare (fin dal 2010) alla creazione di un vero e competitivo libero mercato piuttosto che nascondere sotto il tappeto la polvere di un mercato sfalsato, gestito da compagnie in probabile accordo tra loro e da una Saremar che adesso graverà potenzialmente sui bilanci della Regione Sardegna. Infatti il settore pubblico che fa presunta concorrenza al settore privato è un’assurdità in termini di efficienza nel rapporto costi/benefici. O forse dalla Regione si spera di avere una nuova rete clientelare stagionale su cui spalmare una serie di lavoratori in cambio del voto?
Anche stavolta dunque l’assenza di una robusta sovranità (che avrebbe potuto incidere sull’Antitrust) ha generato una misura di dipendenza piuttosto che di indipendenza. Con questa misura le nostre rotte rischieranno di dipendere sempre più dal nostro bilancio regionale piuttosto che dall’efficienza di un capace libero mercato.
Ecco perché il centralismo che non rivendica autonomia territoriale non potrà mai contrastare i poteri forti: probabilmente oggi un intellettuale del calibro di Antonio Simon Mossa, celebre indipendentista, per quanto laburista, avrebbe utilizzato anche questo esempio come argomentazione dell’economia di dipendenza e di adagiamento alle forze a cui siamo sottoposti e per le quali si sviluppano queste scalcinate misure-tampone di emergenza.

Dal centralismo c’era forse da aspettarsi di meglio?
Plauderà all’iniziativa l’area di derivazione socialista dell’indipendentismo: quella che ignora i vantaggi di un serio libero mercato e di un serio Antitrust a tutela dei consumatori, in un sistema che non pesi indirettamente sulle tasche dei concittadini.

Di Bomboi Adriano.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    2 Commenti

    • Veramente ridicola questa soluzione, per le cose che hai sottolineato e sopratutto perché contravviene alle regole comunitarie, attirandosi quindi sanzioni per intralcio alla concorrenza ed aiuti di stato.
      Poi durante il flusso e riflusso dei passeggeri-turisti estivi, essendo questi concentrati in pochi giorni, le tre navi farebbero solo il solletico ai monopolisti.
      Altra cosa sarebbe fare un bando internazionale ben predisposto per le linee della Sardegna, attirando vettori e muovendo concorrenza.
      Non si tratta neanche di una politica “socialista” , magari lo fosse in termini moderni e quindi laburisti…ma solo una manfrina per dare denari a chi? Spreco senza senso e improvvisazione demagogica..

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