Botta e risposta tra Adriano Bomboi (Ass.ne U.R.N. Sardinnya) e l’On. Caterina Pes (PD) su nucleare e Quirra

Disse Attilio Deffenu attorno al 1910:

“Da un lato la superstizione dell’onnipotenza statale, l’illusione nel paterno e provvido intervento governativo, dall’altro la passione politica, la quale talvolta anche i migliori attira nel suo vortice rovinoso, distraendo la mente dalla visione dei più vitali problemi”.

Ancora oggi, a dispetto di quanti parlino di “Autonomia”, più retorica che pratica, il centralismo continua ad assorbire nel suo vortice anche la più banale attenzione rispetto ai problemi del territorio, che vengono così miscelati nel più ampio contenitore di una politica italiana assolutamente distante dalle nostre esigenze territoriali, e spesso riducendo in termini imbarazzanti la buona fede e l’impegno di tanti nostri parlamentari Sardi a Roma.
E’ il caso, tra i vari, di Caterina Pes, deputata del Partito Democratico a Montecitorio, e distintasi ultimamente non solo per le battaglie in difesa dell’ambiente ma anche, ahinoi, per aver ricondotto alla classica rissa del bipolarismo italiano un tema, come quello del referendum anti-nucleare dello scorso 15 maggio, la cui vittoria “sarebbe stata” determinata dall’azione del PD contro il PDL. Come si evince facilmente dal suo comunicato (vedi PDF).

Al seguito alcuni stralci di un breve botta e risposta avvenuto nella pagina pubblica sul web della deputata il 18-05-11. Un confronto del tutto innocuo, ma che rappresenta simbolicamente la distorsione della propaganda politica dei partiti italiani in Sardegna rispetto alla concreta azione politica di quelli Sardi, da sempre attivi a difesa della nostra isola e senza facili palcoscenici da strumentalizzare. Un confronto estesosi anche al poligono militare di Quirra, oggetto di indagini per disastro ambientale (con precisazioni poco convincenti fornite dalla Pes: PDF), ed alla ex base USA a La Maddalena.

***

Bomboi:
Cara Pes, il merito della vittoria va al comitato “si.nonucle” ed anche a Sardigna Natzione che ha raccolto le firme per poter indire il referendum consultivo. Il Partito Democratico non solo non mosse un dito, né impegno, ma votò persino a favore per l’estensione del poligono militare di Quirra. Abbia pazienza Pes, ma il suo partito con il carro del vincitore c’entra poco e si è accodato solo negli ultimi mesi al sudato lavoro dell’indipendentismo Sardo.

Pes:
Ma che dici…Informati meglio sia sul poligono di Quirra sia su quanto la sottoscritta e il PD con Ermete Realacci ha fatto contro il nucleare.

Bomboi:
E chi nega che DOPO vi siate impegnati? DOPO che l’indipendentismo ha fatto il lavoro di raccolta delle firme affinché si arrivasse al referendum. In merito a Quirra, il 26 settembre 2008 assieme ad altri parlamentari del PD lei ha interrogato il Ministero della Difesa circa il rischio che la Sardegna perdesse alcune sperimentazioni relative alla pertinenza del poligono di Quirra. E francamente più che del made in Italy di Alenia-Finmeccanica credo lei sia stata eletta per occuparsi del “made in Sardinia”, circostanza che nella sua incoerente condotta politica in materia di rischio ambientale non si riscontra. Mi auguro che per il futuro prosegua nella strada che ha positivamente intrapreso evitando la caduta di stile nel mettere il cappello su iniziative che all’evidenza hanno riguardato solo marginalmente il suo apporto (per quanto lodevole). Sempre su Quirra ricordo che recentemente il PD in Consiglio Regionale non ha espresso una posizione univoca. Naturalmente in queste ore il problema non riguarda solo il PD ma la serie di partiti politici che si sono scordati di ringraziare l’indipendentismo, il quale, ancora una volta (e sebbene ancora frazionato) ha fatto da apripista per la demagogia del bipolarismo italiano.

Pes:
Su Quirra e le battaglie in difesa dell’ambiente, mi dispiace, ma non vi potete prendere la bandiera. Troppo facile. La battaglia contro i poligoni e le servitù militari non è solo vostra. Negli anni 70 e 80 io ero in piazza per dire via gli americani dalla Maddalena. Poi siamo riusciti a cacciarli (ricordi la Giunta Soru? Voi c’eravate?).
Quanto al poligono e alla mia interrogazione del 2008 se andate a leggerla BENE e non demagogicamente si chiede che la sperimentazione dell’aereo senza pilota non venga spostata in Puglia (e non mi sembra che Vendola sia noto come guerrafondaio) ma che venga lasciata in Sardegna, perché quegli aerei sono importanti nella nostra isola per la prevenzione degli incendi. Ricordo che molta tecnologia militare nell’ultimo secolo è stata usata a scopi civili (vedi i Gsm). Dico questo perché voi indipendentisti vi considerate gli unici duri e puri nella difesa dei valori della nostra identità e autonomia, ma sbagliate.

Bomboi:
Favole per elettori disinformati del PD: Soru non ha cacciato un bel nulla perché semplicemente il Pentagono ha ristrutturato la sua presenza nel quadrante europeo, e la linea di dismissione fu notificata precedentemente dagli USA al ministro della Difesa Martino durante il secondo governo Berlusconi. La dismissione è semplicemente capitata durante la Giunta Soru. Le battaglie contro l’eccesso di basi hanno riguardato diverse forze politiche, ma un conto è manifestare per l’ambiente, altro conto è chiedere che un dato poligono debba ampliare la sua attività (inutile chiedere le sperimentazioni anche per usi civili se non si contesta l’eccesso di quelle militari, vero core-business del poligono). La nostra associazione indipendentista è anche la prima formata da alcuni militari Sardi, parlo a ragion veduta. Non siamo antiamericanisti.
Buon lavoro.

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U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

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    4 Commenti

    • Perchè i militari sardi di cui è anche formata la vostra associazione, non danno le dimissioni? Mi sembra alquanto assurda la convivenza di noi militari con gente che lotta per farci sparire dalla VOSTRA SARDEGNA!

    • Caro Carlo, lei forse fa confusione con i rivoluzionari del secolo scorso o dell’800. Quindi probabilmente le sue osservazioni in questo spazio sono fuori luogo.

      Il nazionalismo moderno è sovranismo: ovvero riforme istituzionali per gradi, nel Regno Unito ad esempio lavorano sia militari scozzesi che inglesi nelle stesse forze armate, eppure la Scozia è una nazione riconosciuta e distinta da quella inglese. Si riconoscono e si rispettano a vicenda. Non ci possiamo fare nulla se in Italia non vi hanno insegnato la differenza tra cittadinanza e nazionalità, ma neppure il vero senso della democrazia. Casomai sono gli italiani a voler difendere una situazione che discrimina le minoranze nazionali interne a questa Repubblica. Nessuno vuole fare “epurazioni” dell’Italia e degli italiani dalla Sardegna, ma solo ottenere il risconoscimento di ciò che siamo, con le relative riforme che dovrebbero potenziare l’economia e tutelare la nostra identità. Il resto, in futuro, lo decideranno i cittadini con un referendum, come la piena indipendenza dalla Repubblica italiana (pur rimanendo dentro l’Unione Europea).

    • Dimissioni? Ma i militari Sardi stanno aspettando una risposta dal popolo Sardo, perchè sono parte di esso.
      In Scozia c’è stata una storica vittoria indipendentista alle ultime elezioni.
      L’SNP nel maggio 2011 si faceva propaganda con questo slogan: “Se vuoi mille poliziotti extra nelle nostre strade, devi votare per questo. Scottish National Party”.
      E in Sardegna ci si deve dimettere? Ma dov’è la testa? Vogliamo peggiorare la nostra situazione?
      L’essere militari, promuovere e difendere la patria non sono forse due responsabilità correlate?
      La gente che “lotta” per far sparire i militari dalla Sardegna, più che indipendentisti sono persone che oggi si mostrano aperte, ma sono persone di volontà irremovibile, preparatissime solo sulla vecchia propaganda Marxista. Diciamolo chiaramente, far sparire i militari dalla Sardegna non è possibile, è solo un ragionamento ideologico. I fatti storici e le occupazioni che hanno danneggiato i Sardi nelle epoche passate ci fanno ancora male, ma sono avvenuti in epoche diverse, quando ci si difendeva con le armi. Oggi siamo nel 2011, l’Italia è una repubblica democratica, la Sardegna ha diritto ad una difesa territoriale e ci sono altri metodi per difendere i propri diritti. Un altro passo per l’indipendenza della Sardegna, sarà la devoluzione delle forze di Polizia (come è già avvenuto in diversi stati d’Europa) e non la soppressione delle forze militari.

    • [...] temi politici. Eppure proprio il PD sostenne l’ampliamento di Quirra, il tema fu oggetto di discussione con l’On. Caterina Pes. Con la crescita del sovranismo, cioè di una politica regionale [...]

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