Sardegna Quotidiano: Partiti Sardi? Più che altro ‘contenitori’

Di Adriano Bomboi. Pubblicato per Sardegna Quotidiano del 9 agosto 2011.

Si profila un duro lavoro per Massimo Fantola. La neonata associazione per il “Partito dei Sardi”, promossa dai Riformatori, dovrà fare i conti con due visioni diametralmente opposte dell’orizzonte politico isolano: da un lato, quella che per oltre mezzo secolo è riuscita a trasformare una Autonomia regionale nell’estrema periferia di uno Stato centralista fino al midollo. Un ritardo più unico che raro in tutto l’occidente e portato avanti da una visione che non solo non ha fatto tesoro del disastroso esito dell’epoca della Rinascita, ma che oggi – attraverso il bipolarismo italiano – persiste diabolicamente nel vedere Roma e non Cagliari come l’epicentro degli interessi del Popolo Sardo. Dall’altro lato abbiamo invece la visione culturalmente più avanzata della Sardegna, quella dell’indipendentismo moderno. Si tratta di una posizione non rivoluzionaria ma riformista, cioè la forza di una politica che non teme di alimentare il contrasto con lo Stato nel merito di singole ma importanti vertenze (come sulla fiscalità e sui trasporti) e che intende lavorare anche per un progetto politico capace di proporre le grandi riforme istituzionali che la Sardegna da troppo tempo attende: la riscrittura dello Statuto Autonomo ma anche una concreta presenza in Europa e la parallela tutela della specificità sarda (lingua, cultura, storia dell’isola). Perché senza il valore aggiunto della specificità non c’è Autonomia, men che meno sovranità e (per logica conseguenza) neppure uno sviluppo economico libero dall’intermediazione dello Stato. Se l’ipotetico “Partito dei Sardi” – peraltro già proposto da anni da Fortza Paris, dall’associazione U.R.N. Sardinnya e da varie personalità sardiste ed indipendentiste, tra cui Paolo Maninchedda – si proporrà come l’ennesima sigla territoriale incapace di coagulare i settori riformisti dell’autonomismo e del frammentato indipendentismo sardo, si tratterebbe di un progetto politico obsoleto ancora prima di nascere e banale cartina di tornasole di un centrodestra regionale in crisi. Non ci serve quindi solo un contenitore politico ma dei contenuti, capaci di configurare una road map per lo sviluppo dell’isola. Con personalità meno smaniose di indossare la fascia tricolore di fronte alla manifesta iniquità statale. Il contenitore avrebbe i contenuti. Si chiamerebbe “Partito Nazionale Sardo”.

Ass.ne U.R.N. Sardinnya, www.sanatzione.eu

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Redazione SANATZIONE.EU

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