Promozione e Turismo? Dall’Isola che danza al Corriere: Cari Riformatori, non siamo a Lampedusa

Passi il costume Sardo di Caterina Murino, bene menzionare i nostri agriturismi, ma il testo della pubblicità della Sardegna visto il 26 marzo sul Corriere della Sera lascia spazio a diverse perplessità.

Ci sono momenti in cui i Riformatori Sardi nell’assessorato regionale al Turismo danno la vaga impressione di avere le idee poco chiare. Il ché è alquanto strano per un movimento che nell’ultima legislatura ha proposto persino il finanziamento di milioni di euro per lo studio e per la promozione della civiltà Nuragica. Qualcosa che non sono riusciti a proporre neppure nel Partito Sardo d’Azione che da 90 anni dovrebbe occuparsi anche di queste cose.

Insomma, la Sardegna ospita una delle civiltà più antiche del pianeta, ma il leitmotiv che si riesce a produrre per una pubblicità sulla carta stampata è quello sul freddo.
Quanti Sardi sono a conoscenza del fatto che la reggia nuragica di Barumini è classificata dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità? E quanti lo sanno all’estero? O quanti Sardi sono a conoscenza del fatto che la necropoli di Tuvixeddu a Cagliari è la più grande del Mediterraneo relativamente alla cosiddetta “civiltà Fenicio-Punica”? E quanti lo sanno all’estero?
Ma l’elenco sarebbe sterminato.
Torniamo alla solita tiritera: Negli USA spacciano per musei case di 50 anni e da noi i giovani emigrano perché i luoghi comuni dicono che in Sardegna “non c’è nulla, non ci sono opportunità”.
Immaginate se l’Egitto promuovesse solo il Mar Rosso e non le piramidi. Dove sarebbe il valore aggiunto per cui un turista dovrebbe recarsi da quelle parti piuttosto che in altre con prezzi più competitivi?
Son di per se ridicole le attività che in loco appongono nelle insegne col tricolore denominazioni come “Pizzeria Napoletana”, perché un turista dovrebbe venire qui piuttosto che in Puglia, in Romagna, sulla riviera adriatica o in Croazia? Solo per il mare?
Persino lo slogan “L’Isola che danza” coniato dalla gestione Crisponi all’assessorato al Turismo lascia perplessi. Soprattutto in considerazione della competenza di quest’ultimo nell’imprenditoria ricettiva e nell’indubbia serietà personale che lo contraddistingue. Da mesi è impegnato nella difficile presenza promozionale nel mercato internazionale e con tutte le resistenze che possiamo immaginare nel far convogliare offerta e domanda in un territorio come il nostro che paga assenza di formazione, qualità, infrastrutture e competitività (pensiamo infatti al disastro nei Trasporti).
Ma l’Isola che danza è un tema che potrebbe andare bene in località totalmente prive di ingenti caratteristiche storico-archeologiche, come nella piccola isola di Lampedusa.
Tutto questo è il risultato della formazione centralistica diffusa dall’Istruzione Italiana nel territorio: il nostro patrimonio storico, artistico e archeologico non si studia, ma non abbiamo neppure un valido excursus formativo di tipologia alberghiera.
Se la scortesia di alcuni operatori turistici Sardi ormai supera la proverbiale “ospitalità Sarda”, l’ignoranza continua a farla da padrona in tutti gli ambiti del nostro patrimonio territoriale. Quanti Sardi conoscono le opere di Francesco Ciusa o di Costantino Nivola? Pensate che la Repubblica di Malta con i suoi 400.000 abitanti promuove persino artisti non suoi, come le tele del Caravaggio presenti all’interno del suo imponente patrimonio ecclesiastico.
Addirittura sotto il profilo ambientale, quanti Sardi sanno che la nostra isola ha il più alto numero di grotte d’Europa? E quanti lo sanno all’estero?
Un Popolo che non conosce il terreno in cui poggia i piedi, come disse il compianto Francesco Cossiga anni fa, non solo non si valorizza, ma è un Popolo destinato a finire in balia delle onde.
Le onde saranno le stesse segnalateci tempo addietro da un nostro lettore presso l’aeroporto di Londra in cui figurava un cartellone sul mare della Sardegna. Ed è proprio questo il problema: solo il mare, la stagionalità. O la stagionalità senza valore aggiunto.
Non sappiamo se in questo caso il committente sia stato la Regione o qualche altro ente locale come le Province, ma il problema è il medesimo. Esiste un chiaro ritardo culturale in Sardegna che attraversa tutti gli schieramenti politici e che rappresenta l’esito di una decennale omologazione dell’isola al resto d’Italia.
Dalle nostre parti non si vuole capire che la specificità è proprio il valore aggiunto, e questa, laddove si applica, non deve scadere nel folklore ma nell’esaltazione della peculiarità. Ottimo al riguardo fu il lavoro del regista cagliaritano Mario Giua Marassi (Video). Ben altra musica rispetto alla scandalosa devoluzione di 100.000 euro della Regione Sardegna allo stand riminese di Comunione e Liberazione nell’estate 2011 (Video).

Siamo certi che i Riformatori Sardi, così come altri che si avvicenderanno alla materia, avranno la sensibilità di rimediare a questo gravissimo limite della promozione Sarda in Italia e soprattutto nel mondo (in cui dovremmo essere maggiormente presenti rispetto alla penisola).

Grazie per l’attenzione.

Di Floris M. e Bomboi A.

Iscarica custu articulu in PDF

U.R.N. Sardinnya ONLINE – Nazionalisti Sardi

Be Sociable, Share!

    7 Commenti

    • Cossiga sarà compianto da voi…

    • Oggi è stata pubblicata sul Corriere della sera su due pagine a colori una pubblicità della Regione per invitare gli italiani a venire in Sardegna ai primi freddi, cioè come se oggi fossero in autunno. Peccato che sia primavera! Una bella promozione, sbagliando la stagione, con una bella foto di Caterina Murino, buona peró per l’altro emisfero della terra dove, come sottolinea il testo diretto agli italiani che si avviano invece all’estate ma che si adatta ai neozelandesi, argentini, australiani i primi freddi regalano i brividi dell’influenza di stagione e il raffreddore e s’indossa la sciarpa…che brutta figura, che danno alla credibilità della Sardegna. Chi sono i responsabili della promozione fuori stagione? Chi non ha controllato e ha quindi buttato i soldi pubblici dalla finestra? Dovrebbero rifondere i danni e licenziati…

    • veramente il finanziamento proposto dai riformatori era per studiare le schiocchezze di atlantide, non certo della archeologia della sardegna. per quanto riguarda le operazioni dell’assessorato al turismo sono sotto gli occhi di tutti: nonostante i tempi di magra si continuano a sperperare i soldi in pubblicita sui giornali, sulle tv spesso anche locali quindi di nessuna utilità promozionale. Tra fiere, proclami annunci, milioni di euro che sarebbero fondamentali per promuovere sviluppo turistico vengono buttati in volantini e manifesti, sfilate di moda e mostre che di locale hanno veramente poco (l’ultima quella di gaudi a oliena che ha totalizzato in 9 mesi 8000 visitatori, praticamente un flop totale). Tra l’altro vorremo capire cosa ha a che vedere gaudi con la sardegnae e con la valorizzazione delle risorse locali. e nel frattempo gli operatori turistici chiudono baracca per mancanza di presenze mentre la stagione 2012 si preannuncia ancora più disastrosa di quelal del 2011.

    • La nostra splendida terra avrebbe davvero bisogno di ben poco per essere promossa in Italia e all’estero, basterebbe qualche bella foto dei nostri tramonti, del nostro mare trasparente come da nessun’altra parte al mondo, per far correre turisti da tutte le parti del mondo. Trovo la scelta della Murino molto discutibile per promuovere la Sardegna, una persona che non risiede più qui da tempo. Possibile che chi ci amministra non abbia trovato belle donne sarde, residenti in questa terra, degne di rappresentarci? Forse qualcuno con spirito umanitario ha pensato bene di sollevare il morale della bella Caterina che in un’intervista di qualche anno fa, rilasciata al Corriere della sera.it, alla domanda fattale:’Se lei passa inosservata per un po’ si sente male?’Risposta: «Male. Non perché c’è l’ego ma perché sei in continuazione al centro dell’attenzione per giorni, milioni di persone, e poi torni a casa e nessuno ti calcola». Poveri noi…..

    • [...] frattempo rileviamo che sul campo della promozione, dopo la nostra critica mirata all’Assessorato al Turismo, la pubblicità dell’isola va assumendo un cambio di [...]

    • [...] – Sul tema: Promozione e Turismo? Dall’Isola che danza al Corriere: Cari Riformatori, non siamo a Lampedusa. [...]

    • [...] dei trasporti libera dagli oligopoli italiani sostenuti dallo Stato; f) non esiste una chiara condotta promozionale da parte dell’Assessorato al Turismo; g) la Costituzione Italiana assegna allo [...]

    Commenta



    Per la pubblicazione i commenti dovranno essere approvati dalla Redazione.