Spazzatura criminale italica nell’isola. On. Claudia Zuncheddu: ‘Quanto ci costa il 41 bis?’
Ancora una volta lo Stato usa la Regione Sardegna come deposito di spazzatura, ma stavolta si tratta di “spazzatura sociale”. I detenuti in regime di 41 bis che potrebbero essere costantemente destinati all’isola non rientrano propriamente nella fascia di carcerati che meriterebbero di scontare la propria pena per poi essere aiutati sul reinserimento nella società: si tratta di terroristi internazionali e di esponenti del crimine organizzato. Spesso ergastolani. E tutti sanno quanto la loro presenza nel territorio, come già successo in passato nell’isola e in altre Regioni, possa determinare casi di commistione fra le grandi associazioni a delinquere e i piccoli esponenti locali della malavita, alimentando ulteriore instabilità sociale. Naturalmente, essendo U.R.N. Sardinnya di ispirazione liberale e fautrice dell’eguaglianza fra i cittadini, si augura che anche tali criminali possano trovare la strada della redenzione sociale all’interno di un dignitoso sistema carcerario. Ma il problema si sposta su altri aspetti: la Sardegna è tenuta ad ospitare questa fascia di persone? E quanto ci costano?
Ecco le osservazioni dell’On. Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera) tenute presso il Consiglio Regionale:
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta sulle modalità, i tempi e i costi a carico della RAS previsti per i detenuti in regime di 41 bis che verranno trasferiti nelle carceri sarde.
Premesso che:
- Oramai con cadenza ciclica sembra ripetersi l’allerta del trasferimento dei detenuti 41 bis in Sardegna, come accaduto alla fine dello scorso anno e nel mese di Marzo 2012, quando, oltre all’allerta che nel carcere di Uta e Sassari sarebbero stati trasferiti detenuti soggetti al regime 41 bis il Ministro Severino riproponeva l’ipotesi della riapertura del carcere di massima sicurezza nell’Isola dell’Asinara;
- Per l’ennesima volta si apprende dalla stampa sarda e italiana che il piano di riorganizzazione delle carceri già proposto dall’ex Ministro Alfano e adesso dal Ministro di Grazia e Giustizia del Governo Tecnico, Paola Severino, ripropone il progetto di portare in Sardegna i detenuti in regime di 41 bis, ovvero esponenti della criminalità mafiosa internazionale più pericolosa per scontare la propria pena nelle carceri isolane;
- nel territorio sardo sono in costruzione ben quattro carceri, numero che appare alquanto iniquo e non necessario rispetto a quanto previsto per le regioni italiane e contando il fatto che queste strutture saranno costruite soprattutto allo scopo di ospitare un notevole numero di detenuti 41 bis, compresi boss fra i più pericolosi dello scenario malavitoso internazionale (è trapelato, nonostante tutto sia ancora secretato, che dei 750 detenuti 41 bis in Italia ben il 20% saranno dirottati in Sardegna e risulterebbe che di questi un considerevole numero sarebbe destinato al solo Istituto di Bancali, in provincia di Sassari, mentre a Cagliari addirittura la percentuale si prospetterebbe superiore);
- si tratta di detenuti che devono essere sottoposti a strettissime e specifiche misure di sorveglianza e sotto massima sicurezza“ […] devono essere ristretti all’interno di istituti a loro esclusivamente dedicati, collocati preferibilmente in aree insulari” (legge 94 del 15 luglio 2009 all’art.2 della lettera f);
- ovviamente tali misure di sicurezza richiedono un notevole spiegamento di forze, strutture adeguate, sorveglianza costante che si differenzia da quella “ordinaria” a cui sono sottoposti i detenuti non sottoposti a tale regime, per non contare i notevoli rischi che tali presenze possono apportare al tessuto sociale del territorio che le accoglie;
Sottolineato che:
- in termini economici non è ancora dato sapere quanto la Regione Sardegna dovrà disporre per il trasferimento di tali detenuti riguarda i fondi stanziati esclusivamente a favore delle strutture che ospiteranno i detenuti in regime di 41 bis che verranno trasferiti in Sardegna non è dato sapere quanto , sono i finanziamenti approvati;
- dal CIPE, che infatti prevede lo stanziamento di oltre 30 milioni di Euro per le strutture destinate ai 41 bis: circa 15 milioni per la realizzazione del nuovo padiglione nel carcere di Uta e oltre 16 milioni per il carcere di Sassari;
Considerato che:
- I costi della sanità x i detenuti in regime di 41 bis sono a carico della RAS e quindi notevoli risorse delle casse pubbliche sarde saranno destinate per far fronte alle spese per cure, sorveglianza, trasferimenti, gestione delle strutture ad essi dedicate, personale altamente specializzato nella massima sicurezza e impiegato nelle strutture apposite solo ed esclusivamente per tali detenuti;
- da quanto risulta ad oggi la struttura in fase di ultimazione (sebbene fra numerose polemiche e proteste da parte del personale impiegato per i lavori di costruzione) a Uta, in Provincia di Cagliari, sono state adottate tutte le misure previste per:
1) un considerevole numero di stanze per ogni detenuto in regime di 41 bis, costruite seguendo tutte le rigide misure imposte;
2) n° 100 bagni (da quanto si apprende da fonti ufficiose), per i quali sono stati costruiti dei blocchi unici in acciaio, la cui realizzazione ha constatato spesa di circa 3500 Euro a pezzo, il che significa che sono stati spesi 35 mila euro per i soli servizi igienici;
3) la sorveglianza speciale per i detenuti sottoposti a questo regime, attraverso l’impiego del GOM (Gruppo Organizzato Mobile) specializzato per l’assistenza carceraria 41 bis;
4) la struttura che ospiterà il suddetto Gruppo Organizzato Mobile, che è stata costruita esternamente a quella dell’Istituto Penitenziario, comportando così una ingente spesa ulteriore;
Tutto ciò premesso,
si interrogano il Presidente della Regione e gli Assessori competenti per chiedere:
- in quale percentuale la presenza dei detenuti in regime di 41 bis inciderà o ha inciso sulle spese della Amministrazione Regionale;
- in quale misura incideranno in particolare le spese sanitarie;
- se siano al corrente delle spese sostenute per:
1) la realizzazione della caserma esterna che ospiterà il Gruppo Organizzato Mobile,
2) la gestione dell’ala degli Istituti Penitenziari deputata all’accoglienza dei detenuti in regime di 41 bis;
3) eventuali trasferimenti in arrivo e in uscita di un detenuto in regime di 41 bis;
- se siano a conoscenza del numero esatto di detenuti in regime di 41 bis che saranno trasferiti dalle carceri italiane a quelle sarde;
- se abbiano previsto particolari misure per prevenire ed evitare la possibile “contaminazione” del tessuto sociale dei territori che ospitano tali presenze.
Cagliari, 02 Agosto 2012.
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