Gas ad Arborea: PD a favore, istituzioni locali e indipendentisti contro. Qualche osservazione
Il PD regionale ha annunciato una discussione consiliare sullo stato della politica energetica in Sardegna, alcune linee guida sono condivisibili, altre meno:
Condivisibile l’orientamento di sfruttare le nostre risorse energetiche, qualora presenti, come strumento per arginare la crisi. Non condivisibile invece l’assenza di una visione strategica della risorsa stessa e delle implicazioni politiche, ambientali ed economiche che attorno ad essa si muovono e che richiedono un dibattito maggiormente approfondito.
A tale proposito U.R.N. Sardinnya identifica la scelta di Saras come una puntuale iniziativa commerciale e propagandistica volta unicamente a disturbare l’avvento del Galsi, che probabilmente non si farà, e su cui l’azione combinata di lobby quali il gruppo ENI e Gazprom su Sonatrach hanno da tempo creato le condizioni internazionali affinché venga eliminato in partenza un metanodotto capace di differenziare l’offerta energetica in Sardegna (pensiamo all’oligopolio di Enel, Saras ed altre società). L’assenza di riflessione attorno a questo problema da parte della politica italiana in Sardegna, e di parte dell’indipendentismo stesso, denota l’assenza di una chiara visione del mercato, della sua legalità, e della necessità di avere una sovranità capace di monitorare ogni distorsione a danno del nostro mercato (si veda la proposta di un Antitrust Sardo).
Ciò non toglie che si dovrebbe appurare comunque l’effettiva presenza di risorse energetiche nel nostro sottosuolo.
Manca inoltre una politica di approfondimento sulle energie rinnovabili, che non entra necessariamente in contrasto con quelle opinioni che ritengono ancora valida la presenza delle tradizionali fonti energetiche fossili in attesa di un maggiore sviluppo delle tecnologie relative alle rinnovabili.
Condivisibile inoltre la contestazione mossa da vari imprenditori locali, che proprio dalla qualità ambientale del luogo interessato dal progetto di estrazione del gas della Saras traggono il loro profitto (pensiamo al comparto agroalimentare).
Non condivisibile tuttavia il no aprioristico posto in essere dalle istituzioni locali. Noi riteniamo che il tema delle infrastrutture, dell’energia e di qualsiasi altra opera che ricada in un determinato territorio richieda un approccio democratico e condiviso, poiché anche le istituzioni locali non possono impedire ad una azienda di effettuare un determinato investimento, a prescindere dalla sua opportunità, se tali istituzioni non hanno ricevuto un chiaro orientamento da parte delle popolazioni che amministrano. Come nel modello elvetico, sono solo i cittadini che dovrebbero esprimersi sul futuro del progetto Saras, e non istituzioni prive di questo mandato. Ecco perché l’istituto del referendum merita la sua giusta collocazione nella vita della nostra comunità.
Suggeriamo inoltre all’indipendentismo di chiarire meglio se la fonte della legittimità politica che esercita in democrazia deriva da una autoreferenziale lettura della realtà, oppure da una ragionata valutazione che affonda le sue radici nella volontà popolare, qualunque essa sia.
Adriano Bomboi.
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