L’On. Claudia Zuncheddu denuncia le servitù militari: ‘La Sardegna al centro di delicati interessi’
Pubblichiamo il testo dell’interrogazione consiliare effettuata dall’On. Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera) sugli interessi orbitanti attorno alle sperimentazioni militari nelle servitù regionali. Gli unici droni di cui avremmo bisogno nell’isola, come in vari Stati civili, sono quelli per il monitoraggio costiero ed in chiave antincendio. Senza spirito antimilitarista affermiamo pertanto di trovare estremamente grave che lo Stato continui a lucrare nel territorio della Sardegna assimilando tutti i proventi di tali attività e lasciando ai cittadini solo briciole ed inquinamento. Abusi che devono cessare. Perplessità espresse anche dai parlamentari Sardi Michele Piras (SEL), Emanuela Corda (M5S), dai movimenti IRS, ProgReS, AMPI e Meris, nonché da Bustianu Cumpostu (SNI) nel corso di un intervento presso il Parlamento Europeo (Sa Natzione, 10-03-12).
Consiglio Regionale della Sardegna,
XIV Legislatura.
Interrogazione Zuncheddu con richiesta di risposta scritta in merito alle gravi e preoccupanti notizie circa la ripresa delle esercitazioni militari in Sardegna con l’impiego di nuovi mezzi tecnologici e la realizzazione di una pista per droni che pone la Sardegna al centro di delicati equilibri politici e militari nonché di ingenti interessi delle multinazionali che si celano dietro tali operazioni.
Premesso che:
- sono sempre più insistenti le notizie (vedi anche la stampa sarda del 12 Maggio 2013) secondo cui la Sardegna sarebbe al centro di un disegno al limite del fantascientifico circa le sperimentazioni delle nuove tecnologie in uso presso i poligoni militari: radar, satelliti e droni, ovvero i nuovi mezzi di quella che viene chiamata “guerra tecnologica”. Per tali attività si attribuisce alla Sardegna l’ennesimo triste primato di “centro della rivoluzione tecnologica del sistema bellico”;
- tutto ciò avviene nella totale prevaricazione e indifferenza della presa di posizione da parte dei componenti della parte civile del Comitato Paritetico per le Servitù militari in Sardegna che hanno espresso pubblicamente, anche a mezzo stampa, la propria contrarietà al calendario delle esercitazioni in programma per i prossimi mesi nella nostra Isola;
- Si è appreso che le attività militari, momentaneamente sospese nella seconda parte del 2012 nel Poligono di Quirra, riprenderanno a pieno regime presso gli altri poligoni sardi, con particolare interessamento di quello di Teulada (nonostante i gravissimi risultati delle indagini portate avanti dalla Procura di Lanusei e del procedimento giudiziario ancora in corso che prevede pesanti ipotesi di reato quali omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri, falso ideologico aggravato in atto pubblico, ostacolo aggravato alla difesa di un disastro, omissione di atti d’ufficio dovuti per ragioni di sanità e igiene, ostacolo aggravato alla difesa da un disastro e favoreggiamento);
Redazione SANATZIONE.EU
il commento ….rispondetevi da soli .
ai militari non interessa un bel niente di tutto quello che e’ vita
naturalmente quel tipo di militare e’ l’industria …..LE STELLE ESEGUONO GLI ORDINI . il problema non sono le servitu’ …l’uso ed il consumo della terra ,il problema e’ lo scavalcare a tutti i costi l’uomo per dare spazio al drone/distruttore delle masse costruito con gli stessi meccanismi di pensiero di chi contro l’umanita’.
VORREMMMO UNA TERRA CON PIU’ FIORDALISI E MENO DRONI
Non si può definire un militare “contro la vita” ne con nessun altro aggettivo.
I militari sopravvivono oggi con 900 euro- 1200 euro al mese e sono normali operai del pubblico impiego. Tra questi ci sono padri di famiglia, e bravi lavoratori umili, a cui non è concesso pensare ma solo obbedire agli ordini imposti. Chi impone gli ordini, sono gli alti gradi, la politica e il Governo.